Salute

Associazione Antonio Danile contro la malattia del secolo: “La depressione può essere sconfitta”

Obiettivo dell'associazione è promuove una cura alternativa e complementare a quella tradizionale, che spesso non è sufficiente.

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Un recente studio afferma che nel 2020 la seconda causa di decessi e d’invalidità, dopo le malattie cardiovascolari, sarà la depressione. Il punto di partenza è capire che quando si parla di questo mostro, si parla di una brutta malattia che conta 13 milioni di depressi e per la quale, quasi un milione di persone, più di quante ne muoiano in guerra, ogni anno si toglie la vita.

L’associazione Antonio Danile, che contro la malattia ha combattuto a stretto contatto, è quindi scesa in trincea. Obiettivo promuove una cura alternativa e complementare a quella tradizionale, che spesso non è sufficiente.

Venerdì 11 ottobre. A Monza è andata in scena la solidarietà. Oltre 150 persone hanno gremito la sala dello Sporting Club sostenendo l’associazione Antonio Danile che ha raccolto quasi 10 mila euro finalizzati alla ricerca grazie anche all’aiuto dell’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.

La famiglia Danile, purtroppo, con la depressione ci ha combattuto corpo a corpo. “Parlare di depressione – testimonia Francesco Danile – è per me difficile perché ho sempre l’impressione di avere a che fare con un argomento nebuloso dalla consistenza impalpabile. Oggi cercherò di descrivere questa terribile malattia, non da un punto di vista medico, anche perché non ne ho le competenze, ma da un punto di vista di una persona “sana” che ha avuto a che fare con un malato di depressione”.

Antonio, suo fratello, purtroppo non ce l’ha fatta (leggi l’articolo), ma da allora questa orrenda malattia è diventata un mostro da sconfiggere. “La nostra lotta – spiega Francesco – nasce per puro egoismo: vogliamo prenderci una rivincita nei confronti della depressione che solo in Italia affligge il 12,5% della popolazione“.

Nasce così l’associazione Antonio Danile che è impegnata nella raccolta fondi per finanziare la ricerca su una nuova metodologia di cura della depressione mediante l’utilizzo di onde elettromagnetiche. “Oggi spiega Danile – per quello che la medicina conosce è impossibile guarire dalla depressione”. Il 35% delle persone che si affida alla medicina tradizionale è farmaco resistente “in più – chiosa Francesco –  gli psicofarmaci possono portare pesanti squilibri nelle persone affetta, mente in molti smettono di far uso dei farmaci poiché causa pesanti inibizioni sessuali”. Una soluzione a tutto questo c’è, ma è poco conosciuta. Soprattutto è molto costosa in quanto praticata solo in cliniche private.

DI COSA SI TRATTA?

L’innovazione risiede in un trattamento a onde elettromagnetiche che, spiega Francesco “Consente in una sorta di reset in seguito al quale il malato torna ad avere una sanità mentale che varia a seconda dei casi”. Il costo proibitivo di questa cura – circa 400 euro a seduta – rappresenta spesso un valico insormontabile per molte famiglie. Qui entra in gioco l’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma: “Costituiamo un ponte di collegamento – ha spiegato la dottoressa Rossella Perricone, presidente della Onlus – tra l’associazione Danile e l’Università biomedica con il policlinico universitario annesso”.

Un primissimo passo sarà quello di effettuare uno studio pilota che coinvolgerà 60 donne affette da depressione Post-partum, “la tipologia di depressione più facile da trattare”, spiega la Perricone. Il trattamento consisterà in un ciclo di stimolazione magnetica cerebrale ripetitiva non invasiva, effettuato con un nuovo protocollo rapido noto come iTBS, associato a psicoterapia. Lo scopo è quello di valutare l’efficacia di un approccio non farmacologico nel trattamento della depressione post- partum, che colpisce circa il 10-15% delle donne.

Obiettivo finale, conclude Francesco Danile “è rendere questa cura ufficiale e portarla all’attenzione del Parlamento cosicché possa prenderla in carico il servizio sanitario nazionale. È ancora presto per fornire dati ufficiali, ma fin ora – ha testimoniato Francesco Danile -, abbiamo constatato che dopo la prima settimana di cura il malato riacquista la propria normalità e, anche se dovrà continuare a fare dei cicli sporadici probabilmente per tutta la vita, potrà godere di una vita tranquilla e normale”.

Lo studio verrà svolto presso l’Area di Neurologia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, in collaborazione con l’Area di Psichiatria del Policlinico di Tor Vergata.

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