Ambiente

Consumo di suolo, la Brianza in pole. Lissone tra i peggiori d’Italia

Il consumo di suolo in Italia nel 2018 non si è arrestato, anzi. E la provincia di Monza e Brianza rimane la pecora nera nel nostro paese. Ecco i nuovi dati del rapporto Ispra 2019.

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È Monza e Brianza la provincia con la percentuale di suolo artificiale più alta di tutta Italia, con il 40,98% di suolo consumato in rapporto alla superficie provinciale e 35 ettari in più consumati nel 2018.

Lissone è il quinto peggiore comune d’Italia, con il 71,4% di suolo consumato solo dopo le città campane di Casavatore, Arzano, Melito e Cardito in provincia di Napoli.

Grafico di ARPA elaborato da Rapporto ISPRA 2019

2018, IN ITALIA ASFALTATI 51km² DI TERRITORIO

La cementificazione in Italia non rallenta, anzi: nelle aree urbane ad alta densità solo nel 2018 si sono persi 24 metri quadrati per ogni ettaro di area verde.

Il Rapporto sul consumo di suolo 2019, redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), certifica che in Italia nel 2018 sono stati coperti con cemento o asfalto 51 chilometri quadrati di territorio, in media 14 ettari al giorno, 2 metri quadrati al secondo.

COSA RISCHIAMO?

Il consumo di suolo non è un fattore puramente estetico. In Italia abbiamo avuto infatti 2 milioni di tonnellate di CO2 assorbite in meno. Negli ultimi sei anni infatti il nostro Paese ha perso superfici che erano in grado di produrre tre milioni di quintali di prodotti agricoli e ventimila quintali di prodotti legnosi, nonché di assicurare lo stoccaggio di due milioni di tonnellate di carbonio e l’infiltrazione di oltre 250 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde.

Non ne giova né la nostra salute né le nostre tasche. Il consumo di suolo produce infatti anche un danno economico potenziale compreso tra i 2 e i 3 miliardi di euro all’anno dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici del suolo, cioè i benefici che le persone ricevono dagli ecosistemi (supporto alla vita vegetale e animale, produzione di biomassa e materie prime, regolazione dei cicli idrologico e bio-geochimico e depurazione, archivio storico-archeologico e paesaggistico).

In questo quadro la Provincia di Monza e Brianza non ne esce bene. Rimane saldamente in pole position.

 

Articolo di Ludovico Di Muzio

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