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Atletica, Filippo Tortu settimo nella finale mondiale di Doha

Alla fine per il velocista caratese arriva un settimo posto (con lo stagionale di 10.07, vento +0.6) che è merce preziosa per l'atletica italiana.

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Il sogno, condiviso da tanti, di vedere una maglia azzurra in una finale mondiale dei 100 metri, si realizza nella serata di Doha, quando Filippo Tortu si presenta ai blocchi di partenza insieme agli altri sette uomini più veloci del pianeta.

Alla fine per il velocista caratese arriva un settimo posto (con lo stagionale di 10.07, vento +0.6) che è merce preziosa per l’atletica italiana. Vince Christian Coleman (USA), come da previsioni della vigilia, con un sonoro 9.76, la cifra del mondiale stagionale, nuovo limite stagionale e sesta prestazione mondiale di tutti i tempi. Alle sue spalle c’è ancora una volta Justin Gatlin, argento in 9.89 alla bella età di 37 anni, un centesimo meglio di Andre De Grasse, 9.90.

Tortu corre bene: buona reazione allo sparo (0.158), e valutazione adeguata in tutte le fasi successive. A conti fatti, batte il canadese Aaron Brown (che già aveva superato a Rieti quest’anno), e mette l’impronta sulla prima grande finale della sua vita di sprinter. Ora si può dire: non è più una giovane promessa, ma una realtà dell’atletica mondiale. La staffetta 4×100 italiana metterà in campo un finalista ed un semifinalista (Marcell Jacobs, che avrebbe potuto essere in questo gruppo), in attesa di vedere cosa saprà fare sui 200 anche Eseosa Desalu.

“Sono felicissimo, è una emozione unica che ho cercato di godermi il più possibile. Ho fatto una buona prestazione soprattutto nella parte finale. Siamo arrivati in forma nel momento più importante della stagione. E’ stata una bellissima gara e sono contenta di aver rappresentato l’Italia in questa grandissima finale. Non è stata una stagione facile ma si è conclusa nel migliore dei modi. Grazie a tutti e adesso c’è una grande staffetta!” ha dichiarato Tortu ai microfoni di Rai Sport.

Trentadue anni dopo, un azzurro centra l’accesso alla finale mondiale dei 100 metri. A Roma, nel 1987, fu Pierfrancesco Pavoni (che fece doppietta con la finale dei 200); qui, a Doha, è Filippo Tortu a entrare nei primi otto sprinter del globo. Il predestinato dello sprint del nostro Paese, primatista nazionale assoluto con 9.99, primo italiano della storia a scendere sotto i 10 secondi netti sulla distanza regina dell’atletica, compie un capolavoro piazzandosi al terzo posto della sua semifinale in 10.11 (vento +0.8 m/s), al termine di una rincorsa magistrale. Comincia malissimo, con una reazione allo sparo ai limiti dell’assurdo (0.217), addirittura dieci centesimi peggiore di quella del britannico Hughes (che fa un eccellente 0.113). Ma da lì comincia una cosa che ha dell’incredibile: l‘azzurro si lancia in progressione, e con un lanciato mai visto prima, piomba sugli avversari bruciando tutti i concorrenti nella lotta per la finale. Davanti, il sudafricano Simbine fa 10.01, mentre Hughes, grazie anche a quell’avvio magistrale, è secondo in 10.05; dietro di loro, c’è l’azzurro, c’è Tortu, una furia, affondato sul traguardo come pochi al mondo riescono a fare. Tra lui e il giamaicano Tracey (accreditato dello stesso tempo), un solo millesimo di secondo. Poi Rodgers, 10.12, in quello che sembra più un corpo a corpo che una prova di sprint. Al punto che ci vogliono interminabili minuti prima che il tricolore faccia capolino sul grande schermo scatenando la gioia di Tortu e degli italiani nello stadio. Tra i battuti, il giapponese Kiryu, e il francese Vicaut. Uno sprint, ancora uno, per recuperare la zona di riscaldamento. Poi, sarà finale.

“Gli atleti lombardi, Eleonora Giorgi e Filippo Tortu, sono il simbolo della caparbietà e dello spirito
di sacrificio che contraddistingue le persone della nostra regione. A loro va il ringraziamento e l’applauso di tutti i lombardi per le imprese compiute ai Mondiali di atletica leggera” queste le parole del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando gli ottimi risultati ottenuti dai due atleti lombardi ai Mondiali in corso a Doha. “Ho conosciuto personale mente Filippo ed Eleonora, alla quale ho anche
consegnato il Premio Rosa Camuna per il suo record europeo nella marcia 50 km, e ho potuto apprezzarne le doti di serietà e professionalità che mettono nel loro impegno quotidiano. Caratteristiche che gli hanno consentito oggi meritatamente di essere protagonisti della scena internazionale”

(foto FIDAL)

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