Economia

Quota 100, Cgil MB: “E’ caos sulla non cumulabilità con i redditi da lavoro”

Il sindacato di via Premuda denuncia la poca chiarezza sulla distinzione tra lavoro dipendente, autonomo e occasionale. Sotto accusa l'operato dell'Inps. Soprattutto sul fronte dei servizi digitali.

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In questi giorni di fine agosto c’è molta attenzione sulle conseguenze delle dimissioni del premier Conte. L’incertezza lascia aperti molti scenari, compreso l’immediato ritorno alle urne, ancora tutti da decifrare. Ma, a prescindere da quanto succederà, alcuni provvedimenti approvati negli ultimi mesi resteranno un dato di fatto con cui fare i conti. Tra questi merita sicuramente un posto in prima fila, per la sua ricaduta sociale e sul bilancio dello Stato, la quota 100, cioè la possibilità, valida fino al 31 dicembre 2021, di andare prima in pensione con 62 anni d’età 38 di contributi.

Su questo fronte, che ha già suscitato perplessità e ha visto scendere in campo anche i sindacati a supporto dei cittadini interessati alla novità legislativa (clicca qui), c’è un altro punto foriero di ulteriori dubbi. Si tratta della incumulabilità della pensione quota 100 con i redditi da lavoro dal giorno di decorrenza fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

La mancata chiarezza sulla distinzione tra redditi di lavoro dipendente, autonomo e occasionale è andata avanti nei mesi scorsi. Tanto che l’Inps è dovuta intervenire con due circolari, a gennaio 2019 con la numero 11 (Il documento), diramata nel giorno di entrata in vigore della norma e pochi giorni fa, il 9 agosto con la numero 117 (Il documento), per cercare di diradare le nebbie creatisi. Ma sul tema della non cumulabilità della pensione quota 100 con i redditi da lavoro non tutto è ancora limpido come dovrebbe essere.

“Nella Circolare di gennaio 2019 Inps ha evidenziato che l’articolo 14, comma 3, del decreto-legge su quota 100 prevede l’incumulabilità della pensione quota 100 con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 Euro lordi annui – spiega Davide Carlo Cappelletti (nella foto in alto), Direttore Provinciale Patronato Inca Cgil Brianza – in questi mesi i dubbi interpretativi non sono naturalmente mancati e la cautela è stata d’obbligo per evitare la sospensione del trattamento pensionistico”.

“Sei mesi dopo la prima circolare su quota 100, la numero 11 del 29 gennaio 2019, l’Inps in piena estate pubblica una importante Circolare che introduce ulteriori adempimenti da parte del pensionato – continua – surreale leggere nella Circolare che la pubblicazione del modello Inps “Quota 100”, che dovrà compilare il pensionato, sarà pubblicato sul sito dell’Istituto nella sezione modulistica dopo l’emanazione di apposito messaggio Inps”.

Se, quindi, permangono lacune dal punto di vista anche amministrativo, c’è anche la questione che l’Istituto nazionale di previdenza sembra propendere per l’interpretazione che i 5.000 euro lordi annui derivanti da lavoro autonomo occasionale, limite massimo compatibile con l’assegno previdenziale, vanno computati per l’intero anno d’imposta in cui è erogata la pensione e non, come afferma l’articolo 4, comma 3, del Dl 4/2019, “a far data dal primo giorno di decorrenza della pensione”.

“Stiamo valutando come garantire il necessario supporto ai pensionati con quota 100, parallelamente alla gestione delle domande telematiche di Assegno al Nucleo Familiare e di Naspi che impattano direttamente e pesantemente sulla nostra attività quotidiana – sostiene Cappelletti – è evidente, dal report Inps sulle domande di quota 100 (I dati di quota 100), che siamo davanti ad un fallimento dei servizi online offerti da Inps ai contribuenti. Al 30 luglio 2019 delle 164.907 domanda quota 100 inviate, di cui 1422 dalla provincia di Monza e Brianza, quelle inviate tramite Patronato sono 152.599. Un dato che dovrebbe far riflettere gli addetti ai lavori del sistema previdenziale italiano”.

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