Salute

Vimercate, tablet e nuove tecnologie contro i disturbi dell’apprendimento

La struttura di Psicologia Clinica dell'ASST di Vimercate ha condotto uno studio pilota su 12 bimbi tra 9 e 11 anni

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Nuove tecnologie per combattere i disturbi dell’apprendimento (Dsa). La struttura di Psicologia Clinica dell’ASST di Vimercate, guidata dalla responsabile Barbara Lo Iacono, ha condotto uno studio pilota, grazie anche alla dotazione di un software esclusivo per Tablet con penna digitale, che usa l’intelligenza artificiale per individuare e riabilitare bambini con difficoltà di scrittura.

Si tratta di difficoltà che possono caratterizzarsi come un vero e proprio disturbo dell’età evolutiva denominato disgrafia o DSA: si presenta quando il bambino ha una grafia poco chiara, disordinata e difficilmente comprensibile e che riguarda la riproduzione di lettere e numeri.

Negli ultimi anni, ricordano i terapeuti, le DSA riscontrate nella fascia compresa fra i 6 e i 10 anni hanno raggiunto numeri importanti.  Proprio per questo gli specialisti sottolineano la necessità di gestire queste problematiche in modo innovativo e con un basso impatto emotivo sui bambini.

Il progetto pilota, messo a disposizione degli psicologi dell’ASST dalla Oppimi, azienda che opera nell’ambito medicale realizzando strumenti digitali avanzati per la diagnosi e cura di disfunzioni inerenti l’apprendimento, «prevede l’accesso ad una piattaforma che consente  la consultazione dei risultati ottenuti dai bambini, con la possibilità di implementare ulteriori interventi di cura» ha spiegato Barbara Lo Iacono.

Lo studio della struttura di Psicologia Clinica ha coinvolto 12 bambini con una età compresa fra i 9 e gli 11 anni che hanno partecipato a trattamenti di gruppo metacognitivi a cui è stato associato l’utilizzo del Tablet per esercitarsi e potenziare le proprie abilità.

«La letteratura scientifica – ha aggiunto la psicologa – evidenzia l’efficacia delle nuove tecnologie nella gestione e trattamento dei DSA. Dal punto di vista diagnostico  lo strumento utilizzato è risultato sensibile nella discriminazione dei bambini con disgrafia e si è dimostrato un valido supporto. Oggi sono in ulteriore fase di studio gli esiti incoraggianti acquisti dopo il trattamento integrato che testimoniano un miglioramento deciso delle competenze strumentali dei bambini».

Non solo tecnologia, però. «Senza un approccio a 360 gradi, le carenze resterebbero incolmabili – ha sottolineato Luisa Meroni, altra psicologa in prima linea nel programma – Obiettivo è evitare che con il tempo le problematiche si trasformino in situazioni più gravi, come in forme depressive. Ci concentriamo sulle capacità degli alunni più che sui loro deficit affinché non si sentano esclusi e acquistino fiducia in loro stessi».

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