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Seveso, è ancora scontro sulla Toti

Nuove accuse tra genitori e amministrazione. Sulla questione è intervenuto anche il parroco di Baruccana, Don Carlo Pirotta, nel tentativo di calmare gli animi.

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Sulla questione della scuola “Toti” di Seveso nessuna delle due parti sembra intenzionata a cedere. Il consiglio comunale aperto di giovedì 11 luglio ha mostrato chiaramente che le soluzioni praticabili sono due: non avendo intenzione di portare avanti il progetto dei moduli prefabbricati (troppo costosi), l’amministrazione propone per le classi quinte del prossimo anno scolastico la delocalizzazione all’oratorio di Baruccana o in via De Gasperi, presso il plesso che ospita anche le scuole secondarie inferiori “Leonardo Da Vinci”.

Una doppia scelta ritenuta tuttavia inaccettabile da chi ritiene che spostare gli alunni dell’ultimo anno voglia dire compromettere l’offerta formativa per i bambini “in trasferta”.

«Le poche domande che siamo riusciti a porre durante il consiglio comunale aperto hanno ricevuto risposte preconfezionate, circa le quali non vi era bisogno di svegliare la notte prima un “tecnico” – accusano i genitori in un comunicato-fiume, fatto circolare anche sui social, che ripercorre gli ultimi mesi di dubbi e incertezze circa il futuro della “Toti” -. In sintesi, è stato detto dal tecnico che per portare la deroga dalle 16 aule che l’hanno attualmente alle 19-20 necessarie ad affrontare l’anno che sta per iniziare ci sarebbero voluti almeno 6-8 mesi. Prendevamo quindi atto con stupore e irritazione che, contrariamente a quanto fino a quel momento sostenuto dall’amministrazione, ci stavano dicendo in quella sede che la deroga era possibile: se fosse stata richiesta per tempo avremmo avuto a settembre quanto chiediamo».

A oggi la situazione sembra aver raggiunto uno stallo irrisolvibile. Anche una nuova riunione, tenutasi il 16 luglio tra i rappresentati dei genitori, l’assessore alla Cultura Alessia Borroni, l’assessore ai Lavori Pubblici Natale Alampi e il consigliere Ferruccio Ferro (Fratelli d’Italia), infatti, non ha portato a nessuna novità, con posizioni rimaste sostanzialmente «inconciliabili».

I genitori hanno poi fatto riferimento anche al parroco di Baruccana, Don Carlo Pirotta, che non vorrebbe concedere le aule dell’oratorio contro il volere della comunità. A pesare su questa decisione anche il mutuo, ancora pendente sullo stesso edificio, i cui costi ricadrebbero sulla comunità.

«Anche ammettendo che il comune offra un canone di locazione per le aule didattiche e l’aula “blu” da adibire a mensa (ad oggi non contemplata, ma necessaria), in ogni caso la comunità perderebbe la disponibilità del bene – spiegano i genitori -. Il tutto per supplire all’utilizzo di quel denaro comunale per i fini che noi rappresentanti insistiamo ad indicare come più opportuni (ventesima aula ed eventuali moduli) fin dal mese di febbraio scorso. Questo tempo sarebbe stato ampiamente sufficiente per rimediare a quanto indicato in consiglio comunale (questioni Cpi) entro l’inizio dell’anno scolastico prossimo».

Lo stesso Don Carlo, d’altra parte, ha voluto prendere le distanze dai toni decisamente troppo accesi di questa polemica tutta sevesina, che rischia quasi di superare per veemenza quella, per tradizione amatissima, sui passaggi a livello. «Le strutture della comunità sono state erette per la comunità – ha affermato infatti il parroco di Baruccana -: se dovesse nascere un bisogno o una emergenza, la comunità ha il dovere di mettere a disposizione le proprie risorse, tanto più se il bisogno è dei bambini del territorio. I beni della comunità – prosegue – sono della comunità e non del parroco o degli organismi parrocchiali che affiancano il parroco. In una scelta che comporta un impegno gravoso per la struttura oratoriana si aveva il dovere di ascoltare la comunità stessa che avrebbe potuto esprimere liberamente il proprio consenso o dissenso. Nel momento in cui, negli scorsi giorni, si è preso atto della mancanza di tempo per poter ottemperare al secondo principio (assemblea parrocchiale), ho dovuto comunicare all’amministrazione comunale e al consiglio di istituto che la parrocchia non poteva mettere a disposizione le aule dell’oratorio – chiarisce -. Desidero, ancora una volta, invitare tutti ad un dialogo franco e sincero, capace di superare ragionamenti di parte, di dimenticare il male ricevuto, di gareggiare nello stimarsi a vicenda».

In apertura, un momento della manifestazione dello scorso giugno

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