Vimercate, lettera aperta di 54 docenti del Banfi: “Difendiamo la libertà di insegnamento”

10 giugno 2019 | 03:19
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Vimercate, lettera aperta di 54 docenti del Banfi: “Difendiamo la libertà di insegnamento”

L’accorato appello all’indomani dell’abolizione della traccia storica all’Esame di Maturità e del dibattito che ne è scaturito

Una lettera per ribadire “l’importanza dello studio della Storia nelle scuole di ogni ordine e grado”. Sono 54 i docenti del Liceo Banfi di Vimercate che hanno redatto e firmato una lettera aperta, cui ha dato la propria adesione anche il Consiglio di Istituto del Liceo nelle sue varie componenti, rivolta a studenti, famiglie e alla cittadinanza in generale.

La missiva, che prende le mosse dalla scelta di abolire la traccia storica tra quelle dei temi all’esame di maturità, vuole “riaffermare la centralità della libertà dell’insegnamento, alla luce dei principi contenuti nella Carta Costituzionale“.

LA LETTERA

Partendo da un passo di Primo Levi (di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita), gli insegnanti vogliono testimoniare come cultura letteraria, scientifica e memoria storica debbano contribuire ciascuna per la propria parte alla formazione delle nuove generazioni.

«L’esercizio dell’insegnamento assolve pienamente ai principi costituzionali, in quanto promuove attraverso la conoscenza la pari dignità e l’uguaglianza sociale (art. 3) e aiuta i più giovani a orientare la propria vita verso un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società (art. 4) – si legge nella lettera – Perché ciò si realizzi, il senso di responsabilità del docente deve necessariamente operare nella libertà: l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento (art. 33)».

E ancora: «La storia insegna che ogni generazione riceve in sorte un’eredità di conoscenze (e di errori) da cui imparare: queste conoscenze sono veicolate anche dalle manifestazioni della cultura scientifica, filosofica, letteraria, storico-artistica che danno loro la necessaria evidenza. Le Giornate della Memoria (27 gennaio) e del Ricordo (11 febbraio), insieme al Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo interno e
internazionale, e delle stragi di tale matrice (9 maggio) sono momenti essenziali in cui la storia diventa occasione di riflessione sulle radici ideali della nostra Repubblica democratica. Se la storia insegna, possiamo sperare che gli errori del passato non si ripetano. Tuttavia, affinché la lezione della storia sia efficace, occorre che l’orrore e la commozione per ciò che è stato non si congelino in uno sterile cerimoniale ma producano un’attenzione speciale all’oggi e a tutti i segnali di pericolo».

«Desideriamo affermare la nostra convinta fiducia nel valore formativo dei principi costituzionali; ci adoperiamo affinché la lezione che proviene dalla storia, attraverso il contributo di tutti gli ambiti del sapere, venga recepita dalle nuove generazioni;  auspichiamo che tutte le Istituzioni promuovano il “senso della storia” in ogni ambito dell’istruzione e della ricerca, e parimenti garantiscano la libera e piena realizzazione dei valori costituzionali, a partire dalla libertà di insegnamento».

«Ci teniamo a ribadire come questa non sia da considerare una lettera “contro” qualcuno – hanno spiegato dall’istituto – bensì come un contributo propositivo, affinché nessuno dimentichi mai il ruolo fondamentale che la scuola ha nella costruzione del domani di un Paese; un domani che, come è ovvio, non può essere concepito senza un “ieri” conosciuto e compreso, e senza un “oggi” fatto di regole e valori (in primis la libertà di insegnamento e di espressione) liberamente condivisi».

Clicca qui per leggere la lettera completa.