Vimercate, l’ECFoP di Velasca vuole allargarsi: muro dei cittadini 

A Velasca cresce la preoccupazione per la possibile concessione ad ECFoP da parte del comune, di un'aula della palazzina pubblica utilizzata dalle associazioni e dal medico do base.

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Dopo il Bakery Cafè, ECFoP punta ad allargarsi ancora. Ma stavolta a scapito di qualcun altro. Ed ora scatta l’allarme spazi comunali a Velasca.

Il rischio che uno stabile pubblico a cui la comunità della frazione è affezionata (non solo per la storica presenza di associazioni che lo frequentano) venga concesso dall’amministrazione pentastellata all’ente di formazione privato, non è poi così remoto. La richiesta in questione sarebbe stata avanzata nell’ultimo periodo dall’istituto, visto l’aumento di iscrizioni per l’anno scolastico 2019-20 dell’indirizzo grafico, per cui si prevedono due sezioni prime dal prossimo ciclo. L’idea è ottenere un’aula da utilizzare per una decina di alunni.

La proposta non è andata giù però ai velaschesi: il locale interessato si trova in una palazzina di via De Amicis (nella stessa via dell’ECFoP). La stessa che comprende l’ambulatorio, dove riceve due volte a settimana il medico di base, la dottoressa La Rosa. Come fatto notare anche dai cittadini intervenuti all’ultima assemblea di consulta in Villa Volontieri, alla presenza dell’assessore alle Politiche Sociali, Simona Ghedini, le due tipologie di servizi, sanitario e scolastico, non sarebbero ben conciliabili nello stesso edificio.

Tenendo conto oltretutto che l’atrio della struttura è comune ad entrambi. Per i cittadini non si tratterebbe quindi di una soluzione particolarmente “conveniente”, sia per l’uno che per l’altro: trovare pazienti in attesa nell’atrio, e per gli stessi pazienti, trovare gruppi di studenti all’uscita da scuola, potrebbe non essere cosa gradita. A detta di qualcuno, infatti, entrambe le utenze si troverebbero a disagio.

La situazione parrebbe in ogni caso ancora tutta da definire, visto che di convenzioni fra comune ed ECFoP ad oggi non risulta ne siano state firmate. Ad ogni modo gli interrogativi sull’argomento sono diversi, a partire dall’adeguata accoglienza di un locale che per qualcuno non riuscirebbe a tenere una decina di studenti. Fino al fatto che questa azione potrebbe essere il primo passo per l’ente, per ottenere poi tutti gli altri locali della struttura. Anche se questi sono attualmente assegnati ad una serie di associazioni di Vimercate in comodato d’uso gratuito.

Confermo che qualche mese fa abbiamo fatto richiesta al comune per avere la disponibilità di questo locale – ha fatto presente Miriam Mazzoleni, dirigente dell’ECFoP – Questo a fronte di un aumento di iscritti dell’indirizzo grafico che comporteranno due sezioni di prima dal prossimo anno scolastico. Ora siamo in attesa di risposta. In futuro poi, non escluderei che la scuola potesse richiedere anche altre aule.

Quanto alla convivenza tra i servizi sanitari e scolastici nella stessa struttura, non mi sembrano così incompatibili. A maggior ragione adesso che la dottoressa riceve solo due mezze giornate.

Sulle fasce orarie, le classi si possono sempre adeguare rispetto alla presenza della dottoressa, visto che abbiamo lezioni sia di mattina che di pomeriggio”. La perdita totale della palazzina è la preoccupazione maggiore per i velaschesi, già memori della dismissione, solo pochi anni fa, della “vecchia” scuola elementare. Residenti che quindi non vogliono accettare senza colpo ferire uno smantellamento a catena dei servizi, dopo anche la recente riduzione delle corse del trasporto pubblico locale.

E soprattutto, proprio adesso che pensavano di poter integrare i giorni di ricevimento della dottoressa con un altro medico che “riempisse” gli altri buchi della settimana. Il loro timore è che la dottoressa adesso tolga Velasca come sede di ricevimento e la frazione perda così il servizio fondamentale del medico di base.

Proprio ora che ha “conquistato” un altro servizio essenziale come la farmacia (privata), e con il sostegno dell’assessore vorrebbe creare un polo sanitario di supporto. Magari con l’inserimento di altre figure professioniste (pediatri, fisiatri o fisioterapisti) che siano complementari alla farmacia. E lo stabile di via De Amicis, anche se non è l’unico edificio candidato, si potrebbe prestare a questa necessità.

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