Economia

Monza, Acsm Agam celebra le proprie centrali: “Nel 2019 investimento di 3 mln di euro”

La multiutility lombarda dell'energia ha ricordato i 20 anni dall'arrivo del servizio in città e i 10 dell'impianto di cogenerazione di Monza Nord. Molti i progetti per il prossimo futuro.

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Un anniversario è sempre un giorno particolare. Se poi addirittura sono due in contemporanea, vuol dire che, crediate o meno alle coincidenze, c’è tanto da festeggiare. E sicuramente ha molto da ricordare ed esultare Acsm Agam, società per azioni, a maggioranza pubblica, quotata alla Borsa di Milano.

La multiutility dell’energia, che dall’1 luglio 2018 (leggi qui), con A2A azionista di riferimento e partner industriale, opera sul territorio di cinque Province (Como, Monza, Lecco, Sondrio, Varese), ha scelto il 9 giugno per celebrare due ricorrenze molto significative: i 20 anni di servizio del teleriscaldamento a Monza e i 10 anni di attività della centrale di cogenerazione di Monza Nord.

Un percorso, incentrato su efficientamento energetico, impatto ambientale, sviluppo sostenibile, partito nel 1999 con la centrale di via Canova nel centro del capoluogo della Brianza. E proseguito, poi, nel 2003 con quella di via Monte Pasubio, nel sud della città. Ed, infine, nel 2009 con la centrale Monza Nord, appunto, in via Alfred Nobel a Lissone.

Un simbolico viaggio destinato a proseguire con un buon ritmo. “Gli anniversari sono solo una tappa, abbiamo investito cinque milioni in questi mesi nel teleriscaldamento e altri tre saranno messi in campo entro fine 2019 – annuncia l’amministratore delegato del gruppo Acsm Agam, Paolo Soldani – vogliamo estendere il teleriscaldamento anche nella parte est di Monza e tra pochi mesi il recupero di cascame termico, già attivo con lo stabilimento del gruppo alimentare Rovagnati, partirà anche con BrianzAcque”.

Oggi i dati del teleriscaldamento a Monza di Acsm Agam, che ha incorporato sei multiutilities del Nord della Lombardia (A2A Idro4, Aevv, Aevv Energie, Aspem, Lario Reti Gas e Acel Service), con la scissione parziale di A2A Energia nella stessa Acsm Agam, hanno un peso non indifferente. Con tre centrali di produzione cogenerativa, la rete posata è di 32 chilometri, che serve 300 edifici e circa 8mila appartamenti. Rilevanti anche i numeri dell’energia termica prodotta (115mila megawatt), di quella elettrica (30mila megawatt) e delle emissioni evitate (5mila tonnellate di anidride carbonica).

L’ottica, insomma, è quella dell’economia circolare. Come sottolinea anche il presidente del Gruppo, Paolo Giuseppe Busnelli.

La mattinata di celebrazioni dei due anniversari di Acsm Agam ha visto la partecipazione di molti dei protagonisti di questi 20 anni di teleriscaldamento a Monza. Alcuni erano presenti allora come oggi. Da Marco Mariani, nel 1999 sindaco di Monza ed ora consigliere regionale, a Dario Allevi, allora consigliere comunale ed oggi sindaco della città.

“Ricordo la lungimiranza di dirigenti e amministratori dell’epoca, su tutti il presidente dell’allora Aem, Giuliano Zuccoli, che decisero di puntare sull’energia pulita nella città di Monza a beneficio della riduzione delle emissioni atmosferiche provocate dalle vecchie caldaie – afferma Mariani – la scommessa fu anche quella di costituire un gruppo solido e in grado di resistere  agli assalti dei colossi stranieri del settore energia”.

Il teleriscaldamento, che è gestito dalla multiutility lombarda, tra le prime 10 in Italia, anche a Varese, Como e presto, probabilmente, anche a Lecco, non è focalizzato soltanto sull’aspetto del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale.

“Le nostre centrali di Monza, che funzionano con il gas naturale come combustibile, operano con una centrale di telecontrollo, che garantisce maggiore sicurezza rispetto alla caldaie nelle singole abitazioni” spiega Gianni Chighine, Amministratore delegato di Acsm Agam illuminazione e calore.

Il futuro del Gruppo lombardo, che è attivo con quattro Business Unit, nella vendita di gas e energia elettrica, nella distribuzione di gas, acqua e energia elettrica, nella raccolta e termovalorizzazione dei rifiuti e nello sviluppo tecnologico, sembra pieno di opportunità di sviluppo. Non solo per i conti del bilancio (qui l’approfondimento).

“Basti pensare che la centrale di cogenerazione di Monza Nord ha una potenzialità doppia dell’uso attuale – spiega Salvatore Galati, responsabile delle centrali di Monza, che ha guidato le visite all’impianto di via Nobel – c’è spazio per una terza caldaia e per altre due sale motori oltre alle due già operative”.

Monza, insomma, si candida ad un ruolo di primo piano sul fronte del teleriscaldamento. Ed è in prima fila anche per quello delle cosiddette Smart city. “La business unit di Acsm Agam legata alle città intelligenti, quindi all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici, è sviluppata proprio nel capoluogo della Brianza (leggi l’articolo) – afferma il sindaco di Monza, Dario Allevi –  si prevedono investimenti straordinari e noi, che siamo il più grande dei cinque capoluoghi in cui opera il Gruppo, abbiamo anche la sede legale della holding”.

La festa del 9 giugno, per Acsm Agam una sorta di open day alla cittadinanza, ha avuto anche momenti meno istituzionali. Dall’esibizione musicale, tutta a tinte rose, del Quartetto Effe, alla piantumazione di un albero di melograno, un modo per sottolineare l’importanza della tutela delle risorse.

E alla fine della mattinata, durante la quale è intervenuta anche Laura Rocca dello studio che ha realizzato la progettazione della centrale di cogenerazione di Monza Nord, un lavoro fatto oggetto anche di un premio architettonico, non poteva mancare l’attenzione culinaria al territorio con un buffet a base di piatti tipici della Brianza. I prossimi mesi di Acsm Agam hanno già un programma intenso di obiettivi e appuntamenti. E c’è chi, a Monza, teme i disagi alla viabilità dovuti ai lavori previsti. Che prevedono la chiusura, parziale o totale, delle strade.

“C’è una cabina di regia per studiare i tempi di intervento sulle strade delle città da parte di soggetti aziendali diversi – rassicura Allevi – questo dovrebbe ridurre l’impatto sul traffico”. Insomma, a volte, per costruire, bisogna prima rompere. L’importante è la qualità del risultato finale. Evitando, se possibile, che i cocci, per così dire, restino ai cittadini.

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