Attualità

Bames-Sem, il 7 giugno nuovo presidio al tribunale degli ex dipendenti

Dopo 16 mesi attendono la decisione sul rinvio a giudizio degli indagati per il fallimento

Tribunale di Monza

Il 7 giugno prossimo i lavoratori della fallita Bames Sem si riuniranno in presidio davanti alla sede del Tribunale di Monza di via Vittorio Emanuele, in attesa dell’ennesima udienza per decidere del rinvio a giudizio di 10 indagati per bancarotta fraudolenta e della distrazione di beni e risorse economiche che dovevano essere destinate alla re-industrializzazione della società. Una lunga nota degli ex dipendenti spiega il motivo del presidio, ovvero richiamare l’attenzione su quanto è avvenuto e sulla situazione di lavoratrici e lavoratori che hanno perso il posto.
“Tra discussione sulle costituzioni di parte civile e rinvii siamo alla settima udienza” scrive Redaelli, ex sindacalista, da quando il 31 gennaio 2018 è stata emessa la richiesta di rinvio a giudizio, “tra gli ex dipendenti c’è una forte aspettativa affinché venga finalmente presa la giusta decisione di rinviare a giudizio gli imputati e in questo modo far partire il procedimento penale”.
In presidio saranno riuniti gli ex dipendenti Bames che sono costituiti parte civile per i danni morali, “orgogliosi di tutte le iniziative e le lotte che, con il supporto delle organizzazioni sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil, hanno fatto in questi anni” e “orgogliosi di aver portato il gruppo dirigente e la famiglia Bartolini in un’aula di tribunale“. Scrive ancora Redaelli, gli ex dipendenti sperano “ci sia finalmente il rinvio a giudizio ed un processo che accerti tutte le responsabilità nei confronti di chi ha portato al fallimento queste aziende creando enormi problemi economici e sociali”, perché ” vengano accertate le responsabilità di chi ha portato delle importanti realtà industriali al fallimento per bancarotta fraudolenta, chiediamo che sia fatta Giustizia”.
La vicenda della ex IBM, ex Celestica, ex Bames ex SEM, spiega l’ex sindacalista, è “una ferita aperta, alcuni ex dipendenti (si stimano circa 70 persone) sono senza nessun reddito”. La storia del declino e del fallimento del colosso della Silicon Valley brianzola è tristemente nota. I dipendenti della multinazionale IBM di Vimercate, nel 2000 sono stati scorporati e ceduti alla canadese Celestica e nel 2006 lo stabilimento (con gli 860 dipendenti rimasti) è stato acquisito da Bartolini Progetti. Da quel, continua Redaelli “è iniziata la loro drammatica vicenda lavorativa che, dopo diversi anni di piani industriali volutamente disattesi e dopo parecchi anni di Cassa Integrazione, ha visto nell’autunno del  2013 il fallimento delle due aziende ed il licenziamento dei circa 480 lavoratori rimasti in quella data”.
Nel 2010, continua la nota “avevamo commissionato un’analisi dei bilanci a una società specialistica che ha svolto una ricerca sulle attività fatte da Bartolini Progetti e dalle società a essa collegate per comprendere meglio quanto stava avvenendo”. Il titolo dello studio fu: “il saccheggio di Bames, Quattro anni di giochi finanziari sulle spalle dei lavoratori”  a cui è seguito un convegno pubblico il 25 febbraio 2011 con la diffusione a più livelli della sintesi della ricerca, il testo completo di questa ricerca è stato messo a disposizione sia della curatela di Bames che della Procura della Repubblica di Monza.
“I dubbi sul ruolo di Bartolini Progetti sono stati denunciati da Fim e Fiom sin dalla sua comparsa in questa vicenda ed in particolare dopo l’acquisizione delle quote di Celestica Italia (settembre 2006) che avevamo contestato fortemente perché veniva stravolto il senso della re-industrializzazione prevista nel Protocollo Istituzionale firmato dalle parti in Regione Lombardia il 2 agosto 2006, dubbi anche formalizzati richiedendo un incontro con una lettera inviata il 3 ottobre 2006″.
Le organizzazioni sindacali, Fim Cisl, Fiom Cgil, RSU, lavoratrici e lavoratori avevano, prosegue redaelli “presentato istanza di fallimento per le due società con l’obiettivo di esautorare la famiglia Bartolini e il gruppo dirigente dalla gestione fallimentare delle aziende” e le indagini hanno evidenziato che c’era dell’altro. Poi Redaelli pone l’accento su ciò che si dovrebbe fare con il polo industriale chiuso. “Il tema del suo riutilizzo è uno degli aspetti che vogliamo ancora una volta evidenziare e lo facciamo rivolgendoci a tutto il mondo della Politica istituzionale (Locale, Provinciale, Regionale e Nazionale), per questo motivo chiediamo loro di essere presenti a questa iniziativa”.

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