Economia

Cgil, Camusso a Monza “L’Italia non può fare a meno dell’Europa”

L'incontro ha registrato il tutto esaurito. Nel corso del convegno presentato il libro di Franco Chittolina “Patria Europa. L’ora del coraggio”.

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La sala era strapiena. C’era gente anche in piedi per assistere, venerdì 3 maggio, al convegno alla CGIL di Monza sull’Europa. Una partecipazione dovuta, anche e soprattutto, alla presenza sul palco dell’ex segretario nazionale della sigla sindacale Susanna Camusso.  In sala non volava una mosca e i tanti presenti ascoltavano annuendo quanto il loro ex segretario diceva sulle questioni politiche europee. L’evento è stato organizzato a poche settimane dal voto, previsto per il 26 maggio, per il rinnovo del Parlamento europeo.  Votazioni, forse, tra le più delicate della storia d’Europa. Le prime dopo la Brexit.

Ad aprire il convegno è stato Franco Chittolina, autore del libro “Patria Europa. L’ora del coraggio”, che ha ricordato i punti salienti della nascita dell’Unione europea per poi affrontare temi di attualità come la Brexit.

Accolta con un applauso Susanna Camusso, attualmente responsabile delle politiche internazionali della Cgil nazionale, ha approfondito invece gli aspetti inerenti il tema del lavoro in relazione alle scelte e al panorama politico europeo. “L’Italia non può fare a meno dell’Europa. Siamo in un momento in cui le regole del lavoro sono sempre più sovranazionali che nazionali- ha detto Susana Camusso-. L’Europa non può permettersi di perdere la sfida tecnologica e non può nemmeno permettersi che questa sfida venga affrontata solo dagli Stati Uniti e dalla Cina”.

Non si esce mai veramente dall’Europa – ha commentato  Angela Mondellini, segretaria generale della Cgil di Monza e Brianza –. Il problema è come starci dentro, e non tutti i modi di starci sono uguali. Questa è la vera questione, il resto è propaganda. Immaginiamo e lottiamo per una Europa sociale, dei diritti e del lavoro. Non c’è futuro per i popoli dell’Europa senza un’istituzione europea che garantisca pace, diritti e sviluppo. Il film dei sovranisti lo abbiamo già visto, e non finisce con un happy ending, finisce, semmai, con una guerra mondiale”.

 

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