Attualità

Sponsorizzazioni F1, frode da 75milioni: estradato e arrestato un indagato

L.P., 62 anni e piacentino, è considerata la mente dell'organizzazione criminale smascherata dalla GdF. Arrestato anche un lissonese

guardia-di-finanza-3

È rientrata in Italia, estradato da Abu Dhabi, una delle menti dell’organizzazione criminale smascherata dalla Guardia di Finanza di Monza dedita al riciclaggio di denaro provento di evasione fiscale, perpetrata soprattutto nel settore delle sponsorizzazioni automobilistiche, dalla Formula 1 alle gare minori.

L.P., 62anni, piacentino, è uno dei destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa a fine 2016 dal Giudice per le Indagini Preliminari di Monza su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo brianzolo, nei confronti di 5 persone per associazione a delinquere, frode fiscale e riciclaggio internazionale.

L’OPERAZIONE

Sula cosiddetta operazione “Hidden accounts”, conclusa a dicembre del 2017, le Fiamme gialle monzesi, guidate dal colonnello Massimo Gallo, hanno indagato per 2 anni, riuscendo a disarticolare un’organizzazione criminale che operava in ambito internazionale. Un’attività investigativa intensa, che ha richiesto rogatorie internazionali con l’Inghilterra, la Germania, la Svizzera e il Principato di Monaco, acquisizioni e perquisizioni, effettuate anche all’estero, audizioni di testimoni e intercettazioni telefoniche, aveva individuato numerosi conti cifrati riconducibili a società offshore (con sede a Panama, Emirati Arabi, Isole Vergini, Mauritius e Isole Marshall) gestite dai membri dell’associazione a delinquere tramite alcune fiduciarie svizzere.

Le Fiamme Gialle hanno appurato che 85 imprese operanti sull’intero territorio nazionale, negli anni tra il 2007 e il 2014, si erano avvalse dei servizi illeciti forniti dal gruppo criminale, sottoscrivendo contratti di sponsorizzazione con società di diritto inglese, tutte prive di reale consistenza economica ed aventi la sola funzione di permettere ai soggetti economici italiani l’evasione delle imposte sui redditi, l’esportazione di capitali all’estero e la creazione di fondi neri.

La restituzione dei fondi riciclati, dopo i vari passaggi finanziari estero su estero, avveniva a favore degli amministratori e dei soci delle imprese italiane beneficiarie della frode mediante accredito su conti cifrati accesi oltre confine agli stessi riconducibili oppure con restituzione di denaro contante o in altri casi ancora con investimenti in immobili di pregio siti all’estero.

L’attività d’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza, aveva portato all’arresto dei 5 indagati e alla denuncia di 82 persone per associazione a delinquere, frode fiscale e riciclaggio per un importo complessivo di 75 milioni di euro, al sequestro di beni e disponibilità finanziarie fino a concorrenza di 10 milioni di euro, alla presentazione di dichiarazioni integrative da parte di diverse imprese che hanno provveduto a regolarizzare la propria posizione fiscale versando volontariamente all’erario 9 milioni di euro.

Nel processo penale scaturito a Monza sono intervenute sinora 8 condanne a pene detentive irrogate con il ricorso a riti alternativi, mentre è in fase avanzata il dibattimento a carico dell’estradato L.P.. Tra gli indagati, c’era anche un imprenditore di 51 anni di Lissone, che si proponeva come procacciatore di sponsorizzazioni nel mondo dell’automobilismo, che è stato condannato a 4 anni e 1 mese. Inoltre, tre delle 85 imprese coinvolte erano brianzole.

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.