Costi energetici per le Pmi, via alla Convenzione tra Confimi MB e Gelsia

L’associazione imprenditoriale e la società di vendita di gas naturale ed energia elettrica annunciano una partnership per fornire servizi efficienti ed economici ad aziende e dipendenti.
L’unione fa la forza. E, a volte, permette anche di risparmiare. Il che non guasta mai. Soprattutto se si parla di costi energetici, una voce davvero pesante sul bilancio delle aziende italiane, soprattutto quelle piccole e medie.
Anche per questo l’annuncio della Convenzione tra Confimi (Confederazione dell’industria manifatturiera e dell’impresa privata)Monza e Brianza e Gelsia, società di vendita di gas naturale ed energia elettrica del Gruppo AEB-Gelsia, potrebbe essere l’inizio di un percorso in grado di fornire servizi qualitativi ed economici al territorio di Monza e della Brianza. Partendo dall’efficientamento energetico rivolto alle aziende e ai loro dipendenti.
Come spiega ad MBNews Edoardo Ranzini, Direttore di Confimi Industria Monza e Brianza, uno dei relatori dell’incontro “Costi dell’energia: Comprendere e gestire i trend di prezzo per garantire l’efficienza dell’impresa” presso la nuova sede di Confimi a Monza.
La partnership tra l’associazione imprenditoriale e una delle prime multiutility in Lombardia, con 600 dipendenti e un fatturato di oltre 242 milioni di euro, nasce dall’esigenza delle Pmi, comprese le tante manifatturiere della Brianza, di poter contare su un fornitore di gas naturale ed energia elettrica affidabile ed efficiente.
E Gelsia, erede dell’esperienza e della storia delle aziende municipali che fin dai primi anni del 1900 hanno fornito i principali servizi pubblici ai cittadini del nostro territorio, ha le carte in regola per candidarsi a questo ruolo (clicca qui). Ad assicurarlo è Roberta Alfieri, Responsabile commerciale della società di vendita di gas naturale ed energia elettrica con sede a Seregno.
L’attenzione al cliente e la possibilità di poter contare su professionalità specifiche sembrano essere una necessità imprescindibile in un mercato del gas e dell’energia che sta diventando sempre più maturo, complesso e caratterizzato da un aumento delle correlazioni con l’estero e da una spiccata volatilità dei prezzi dell’offerta. Proprio questi elementi, secondo Cristian Missaglia, presidente di Gelsia, assicurano lo sviluppo di chi lavora in questo settore.
“Il cliente finale, in particolare quello industriale, deve scegliere operatori in grado di garantire la certezza della fornitura, ma anche di consigliare la migliore formula prezzi ed indicizzazione” spiega Andrea Bergamaschi, Responsabile canali di vendita, acquisti, logistica e portafogli clienti di Gelsia.
In questo senso saper valutare l’andamento dei prezzi e le tipologie di contratto con il fornitore, che per il gas sono sempre più legati ad un sistema Spot, come il più comune PSV (Punto di Scambio Virtuale), quindi di breve durata e influenzato dalla domanda e dall’offerta, sono esigenze di cui anche un’azienda non può più fare a meno.
Ma muoversi in autonomia, senza la consulenza di esperti, è rischioso. Anche per i clienti non domestici, come le imprese appunto. Che, nei processi produttivi industriali, hanno elevati consumi energetici.
La liberalizzazione del settore gas ed energia, del resto, ha aumentato in maniera crescente il numero di operatori. Affidarsi, allora, a chi può vantare una conoscenza quasi centenaria del territorio può essere un buon punto di partenza.
Il futuro dei costi di approvvigionamento energetico è difficile da individuare con certezza. Ma alcune tendenze sembrano già delinearsi. “L’Italia, che oggi per il gas sconta prezzi alti perché è l’ultima catena del sistema di mercato ed importa il 93% del fabbisogno, ha le potenzialità per diventare un hub del gas in Europa – sostiene Bergamaschi – il nostro Paese ha grandi capacità di stoccaggio, tre impianti rigassificatori e potrebbe sfruttare anche le opportunità del biometano e dei gas non convenzionali, in uno scenario che volge verso la bassa emissione di carbonio”.
La capacità di fare scelte ragionate su questo fronte, per le aziende come per il cliente domestico, passa soprattutto dalla valutazione del costo della materia prima, l’unica voce della bolletta del gas ed elettrica che si può trattare con il fornitore. Ma anche dalla scelta della tipologia di contratto, quindi se preferire un prezzo indicizzato, fisso o strutturato, cioè indicizzato all’inizio e poi fisso per la parte restante della durata del contratto. Importante è anche un fattore come le condizioni di recesso.
“Tra i consigli che possiamo dare alle aziende c’è quello di ragionare sul costo della materia prima e non sulla spesa complessiva – afferma Alfieri – non paragonare i corrispettivi energia della propria azienda con quelli di altre imprese perché, anche se i consumi sono uguali, possono influire le fasce orarie in cui si lavora”.
“Per le grandi aziende attenzione poi, alla quota fissa nei contratti di fornitura del gas – continua – un occhio particolare anche alle penali e ai costi occulti”.