Mille e tre km in bici dal cancello di casa sua a Concorezzo fino al campo di sterminio di Auschwitz. Maurizio Ranzenigo, classe 1984, anche quest’anno, tappa dopo tappa, ha raggiunto la meta del suo tradizionale viaggio in bici in solitaria (clicca qui).
Con una media di 163 km al giorno, la prima settimana di maggio, ha attraversato la Valcamonica, la Val di Sole, la Val Pusteria per arrivare in Austria sotto la neve. Giunto a Lienz ha poi pedalato tra le vallate della Carinzia, è arrivato a Salisburgo, dove ha avuto un problema tecnico alla bici e ha trovato aiuto da una famiglia del posto, e ha costeggiato il Danubio fino a Melk. Ultime tappe Vienna, la Repubblica Ceca e infine Auschwitz.
“Ho scelto di raggiungere Auschwitz perché non ci ero mai stato e sentivo che era un posto che volevo e dovevo visitare almeno una volta nella vita- ha spiegato Maurizio Ranzenigo-. Un posto che non può essere descritto a parole e dove il termine “fraternità” assume un significato profondo nuovo e attuale”.
Un viaggio importante e impegnativo, quindi, da tutti i punti di vista. Sia per la meta scelta sia per le difficoltà trovate lungo il percorso a causa del maltempo. Pioggia, vento e neve. “Su otto giorni di viaggio sette giorni ha piovuto– ha raccontato il concorezzese-. Pedalare significa prendermi il mio tempo, vedere posti nuovi, paesaggi e immagini sconosciute. Ma con il tempo che ho trovato questa parte del percorso è in parte venuta meno”.
Anche questa volta Maurizio aveva al seguito due amici che, in auto, lo aspettavano alle varie tappe del percorso per trascorrere insieme le serate e la notte in albergo. “A Vienna mi sono concesso mezza giornata di pausa dal percorso per una visita alla città e una fetta di SacherTorte con i due amici che mi seguivano nel viaggio- ha concluso Ranzenigo-. C’erano 5 gradi ma, almeno per qualche ora, il tempo ci ha graziati”.
