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Nuove e vecchie truffe, ecco i consigli per difendersi dai malintenzionati

Ci sono quelle del finto tecnico e della monetina. E, tra le più nuove, quelle della frutta e della bottiglietta d'acqua. Si è parlato di truffe e di come evitarle a Monza in un incontro nel Centro civico San Biagio-Cazzaniga.

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Mettere bottigliette d’acqua sulle ruote di auto parcheggiate per approfittare della distrazione dell’autista quando poi proverà a ripartire e sentirà un rumore all’apparenza sospetta. Vendere frutta a prezzi stracciati per poi rifilare banconote false ai possibili clienti, magari sospettosi e immediatamente pentiti dell’acquisto. Sono solo due delle ultime novità in tema di truffe.

Un settore “economico” che non conosce crisi. Anzi, negli ultimi anni, è in piena espansione. Con un’incredibile capacità di aggiornare i propri “dipendenti” e adattarsi alle esigenze sempre diverse del “mercato” di riferimento. Che non è costituito, come si potrebbe facilmente pensare, quasi esclusivamente dagli anziani. Ma comprende in primis l’ampio panorama dei soggetti deboli della nostra società. Dalle donne ai giovani. Fino ad includere, in fin dei conti, un po’ tutti noi.

Perché, in fondo, i truffatori, per raggiungere il loro obiettivo, fanno leva anche sulla bontà delle persone, sulla mancanza di malizia, sulla voglia di non perdere una presunta ed improvvisa occasione. O, ancora, sulla capacità di innescare sentimenti di paura ed incertezza. Quelle sensazioni che ci spingono a far entrare in casa degli sconosciuti di fronte ad un pericolo che in realtà è inesistente. O abbassano il nostro livello di guardia per andare in soccorso di qualcuno che non ne ha bisogno.

Difendersi dalle truffe, insomma, dovrebbe essere un tema che interessa tutti. Ed ecco perché il Sottotenente dei Carabinieri di Monza, Massimo Polinori, in un incontro pubblico presso il Centro civico San Biagio-Cazzaniga, si definisce “un dottore che vuole inoculare nelle persone il vaccino anti-truffe più che un appartenente alle forze dell’ordine”. Una strategia “medica” che ha una base ben precisa: dare informazioni utili in grado di raggiungere il maggior numero di persone nel minor tempo possibile.

“Dietro alle truffe ci sono vere e proprie organizzazioni strutturate, che operano in trasferta durante la settimana, hanno complici e poi si spartiscono il bottino – spiega Polinori – è un fenomeno criminoso che ha aumentato molto la propria incidenza negli ultimi anni”. L’elenco delle tipologie di truffe è una lista che si allunga con una frequenza notevole. Frutto spesso di una creatività che meriterebbe uno sbocco sicuramente migliore. Possibilmente con una finalità lecita.

“Tra quelle più tradizionali continuano ad essere praticate le truffe del finto tecnico, del cambio contatore o dello specchietto, mentre sono un po’ in ribasso le truffe dell’intervista e della donazione” spiega il Sottotenente dei Carabinieri. Ci sono, poi, quelle più tecnologiche.

Come l’ormai classica truffa dell’e-mail della banca, che è un modo per acquisire le credenziali per sbloccare il conto corrente di una persona. Ma anche, tra le novità, la truffa che sfrutta un’applicazione telefonica in grado di far assumere voci diverse, ad esempio da ubriaco, bambino o anziano, per ingannare il prossimo e indurlo a pagamenti, anche onerosi.

L’ingegnosità criminale consente anche varianti di tipologie già note. E’ il caso della truffa della monetina o di quella del carrello. “Si svolgono entrambe nei grandi parcheggi, magari dei supermercati – afferma Polinori – in sostanza si distraggono le persone, facendo credere che hanno perso del denaro oppure offrendosi di aiutarle a posare la spesa nel bagagliaio, mentre un complice ne approfitta per rubare il portafogli o la borsa nell’auto lasciata incustodita”.

Sulla strada di questo tipo di reati i truffatori si sono spinti fino a simulare di essere dei carabinieri, che entrano in caso per effettuare una finta perquisizione. O, addirittura, telefonano per mettere in scena l’inesistente arresto di un familiare, un parente o un amico. Magari da rilasciare dopo il pagamento di una cauzione di migliaia di euro ritirata, brevi manu, da un presunto carabiniere.

“La cauzione è un istituto giuridico che in Italia non esiste” ricorda il Sottotenente dei Carabinieri nel corso dell’incontro organizzato da Luca Spinelli e Andrea Villa della Consulta di Quartiere San Biagio-Cazzaniga in collaborazione con l’Associazione Controllo di Vicinato (leggi l’articolo).

Contro tutto questo florilegio di truffe, le contromisure sono dentro ognuno di noi. “Il consiglio generale è di alzare l’asticella dell’attenzione, ad esempio ricordandosi di chiudere sempre la macchina, guardando i particolari o chiamando il 112 per controllare l’identità di chi si presenta come un carabiniere in maniera sospetta” afferma Polinori.

“Poi, nel caso, ci accorgiamo, quando ormai è appena troppo tardi, che siamo stati truffati e derubati – continua – è inutile provare a fare i super-eroi e mettere a rischio la propria vita. Non c’è portafogli o gioiello sottratto che valga la nostra esistenza”.

Ecco, allora, che per difendersi dalle truffe imperanti bisogna agire anche su fattori psicologici. Compreso quelli che subentrano dopo aver subito il danno. “Quel che conta di più, a volte, è la vergogna che spinge molte persone a non denunciare e nemmeno a raccontare quanto accaduto a familiari ed amici – spiega Federico Arena, assessore comunale monzese alla Sicurezza e Polizia locale – anche per questo, come ente pubblico, ci faremo parte attiva, con il contributo delle associazioni, per portare iniziative di prevenzione e informazione in altri quartieri della nostra città”.

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