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Direzione Everest: è iniziata la pedalata solidale per Admo

È iniziata oggi la pedalata solidale per la squadra ADMO. Obiettivo, dimostrare che donare non pone limiti fisici

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Destinazione Everest. Sono partiti da Malpensa, alle 21 di ieri sera, martedì 16 febbraio, i componenti della squadra ADMO (qui il precedente articolo). In prima fila Daniele Sala, l’ideatore del progetto “Sì, si può fare” e Davide Santini, suo compagno di avventure. Assieme a loro Paolo Franceschini, Giacomo Galiani, Cristiano Sabatini, e il titolare di Atakama, Stefano Marrini.

“Gente che ha midollo” recita lo slogan della Onlus. Di fatto un gruppo di “temerari” sfideranno se stessi e i loro limiti. Obiettivo, raggiungere in bici il campo base dell’Everest.

 

Sì si può fare, insomma e “lo facciamo perché ancora tantissima gente – racconta Davide Santini – pensa che donare il midollo comporti dei deficit, forse confondendolo con il midollo spinale. In verità – spiega Davide – si tratta di prelevare cellule staminali e la donazione non ha nessun tipo di contro indicazione”. Perciò, Daniele che è un donatore può tranquillamente raggiungere l’Everest in bici. Davide che invece il midollo lo ha ricevuto,  può salire su una bici e raggiungere l’Everest. Il risultato non cambia, perché donare o ricevere non cambia la vita. Anzi, prendendo l’esempio, forse la migliora spingendola oltre i limiti autoimposti

L’unica cosa che cambia è il non donare. Cambia la vita, radicalmente, di chi ne ha bisogno. La malattia che ha colpito Davide è stata una citopenia refrattaria con displasia multilineare. Ossia un malfunzionamento del midollo osseo che non produceva più globuli bianchi a sufficienza. L’unica soluzione, per tanto, è stata quella di un trapianto . “Un malato – spiega Davide – ha la possibilità dello 0,001% di trovare un donatore e in mancanza di trapianto la morte è inevitabile“. E allora torna lo slogan ideato da Daniela Sala, titolare di Dama Sport. Sì, si può fare. È prima di tutto necessario capire che i limiti – spiegano Davide e Daniele – sono solo nella nostra testa”. E a non arrendersi mai, la vita ti porta sull’Everest. Basta volerlo. Basta salire in sella ad una bici, e valicare i propri limiti.

IL CRONO PROGRAMMA

Pronti, partenza… Inizia la corsa solidale per ADMO. Un’avventura che inizia oggi, mercoledì 17 aprile e che terminerà il 5 maggio, con il rientro a casa della squadra ADMO.

Sedici giorni di pura adrenalina, proprio per chi è dotato di midollo. L’avventura, dopo l’arrivo a Kathmandu, inizierà il 20 aprile. “Prenderemo un volo interno – spiegano Daniele e Davide – che ci porterà fino all’aeroporto di Lukla”. Trentacinque minuti di volo dalla capitale per poi iniziare un percorso di 2 ore con la mountain bike, dritti verso Phakdind a quota 2610m.

Da lì l’avventura proseguirà per raggiungere Namche Bazaar a quota 3,440m, per poi andare ancora più in alto. Per raggiungere Tengboche a quota 3,867m. Non basta, si prosegue, il 23 aprile, per raggiungere quota 4,360m e così via fino a raggiungere, in data 25 aprile, il campo base dell’Everest a quota 5,364m. Dal giorno seguente la strada sarà in discesa. Inizierà infatti il viaggio di ritorno, direzione Kathmandu. E se l’arrivo nella città nepalese è previsto per il 3 maggio, il volo di rientro in Italia, dopo un meritato riposo, avverrà il 5 maggio.

 

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