Sociale

Kids Kicking Cancer: le arti marziali per aiutare i bimbi malati di cancro

Giuseppe Scilef di Agrate è vicepresidente di KKC Italia, associazione che aiuta i piccoli affetti da cancro e gravi patologie croniche. Il sogno: arrivare anche in Brianza

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Da piccoli malati a grandi vincitori: si può, con le arti marziali. Dal 2011 opera in Italia Kids Kicking Cancer, una organizzazione non profit che aiuta i bimbi affetti da cancro e gravi patologie croniche, ma anche le loro famiglie, ad affrontare e a gestire meglio la malattia, attraverso l’insegnamento delle arti marziali e delle tecniche di rilassamento. Nel consiglio direttivo c’è un brianzolo, Giuseppe Scilef, residente ad Agrate Brianza, istruttore volontario dal 2012, vicepresidente dal 2017.

IL RACCONTO

«Per vivere, gestisco la mia azienda di autotrasporti, che ha sede ad Agrate, e la sera insegno karate nella mia palestra. I miei allievi sono soprattutto bambini – racconta – Mi sono avvicinato al karate nel 1974 e da allora non ho mai smesso, fino a quando nel 1982 sono diventato maestro».

Giuseppe, molto noto in città, è da sempre convinto che le arti marziali possano avere risvolti benefici sulla salute del corpo e dell’anima, perché «sono un modo per educarsi all’autocontrollo». Così, quando su Internet si imbatte nel nome di un’associazione nata negli Stati Uniti, resta folgorato.

«Ho sempre sognato di aiutare le persone attraverso la disciplina che insegno – racconta – Così quando mi sono imbattuto nella neonata associazione Kids Kicking Cancer Italia e ho scoperto che stavano cercando volontari per avviare il primo corso di istruttori KKC da introdurre nel reparto pediatrico dell’ospedale pediatrico romano Bambino Gesù, non ci ho pensato due volte: sono partito. Io e Giancarlo Bagnulo, attuale presidente di KKC Italia, siamo stati i primi a conseguire il diploma di MAT al termine del corso teorico condotto da Marc Tano Palermo. Da allora non abbiamo mai smesso di lavorare per Kids Kicking Cancer».

L’ASSOCIAZIONE

L’Associazione Kids Kicking Cancer è nata negli Stati Uniti alla fine degli anni Novanta su iniziativa di Rabbi Elimelech Goldberg, professore di Pediatria alla Wayne State University School of Medicine di Detroit, esperto di Arti Marziali che ha perso una figlia all’età di 2 anni a causa della leucemia. Da quel momento, ha capito che le sue conoscenze potevano essere utili per aiutare i piccoli pazienti oncologici ad aumentare la capacità di gestire il dolore e di affrontare cure e terapie, migliorando soprattutto il loro approccio psicologico ed emotivo alla malattia.

Oggi migliaia di bambini in diversi Paesi del mondo hanno partecipato al progetto di Kids Kicking Cancer e l’Italia è il primo Paese europeo in cui opera.

«Sono tante e diverse le realtà in cui operiamo – continua Scilef – In Lombardia, per esempio, a Milano, Bergamo, Brescia. Ci rivolgiamo ai bimbi in età pediatrica, spesso in fase terminale. Non è facile, cerchiamo di essere sempre sorridenti, di mantenere l’autocontrollo, con la mission di fare stare bene i piccoli pazienti. Il nostro approccio è fondamentale, entriamo nelle loro camere chiedendo il permesso, cerchiamo di convincerli a lasciarsi andare. Quando riusciamo a fare sorridere un bambino malato, a farlo stare bene, anche se per poco, abbiamo raggiunto il risultato più bello».

IN BRIANZA

L’associazione si sta pian piano avvicinando anche alla Brianza. Sabato 30 marzo, ad Agrate, presso l’Auditorium delle scuole di via Cesare Battisti, si è svolto un corso di aggiornamento per i volontari. Ma non solo. «Stiamo lavorando per poter iniziare a collaborare con il Maria Letizia Verga – prosegue Scilef – sarebbe un risultato importante. Il lavoro da fare è tanto, abbiamo ambiziosi obiettivi, ma spesso dobbiamo interromperci a causa della mancanza di volontari».

L’APPELLO

Ecco dunque l’appello: «I nostri volontari sono esperti di arti marziali, che hanno seguito training specifici per poter lavorare con i bambini affetti da patologie oncologiche e croniche – conclude – Ci definiamo “Martial Arts Therapist”. Il ruolo è tanto delicato, quanto importante e prezioso, non solo per il bambino malato e la sua famiglia, ma per il volontario stesso, che ne ricava un’esperienza umana profonda e indelebile. Per svolgere questo ruolo sono necessarie una forte motivazione ed una specifica preparazione, ottenibile attraverso un impegnativo percorso formativo direttamente gestito dall’Associazione».

Per informazioni o per entrare a far parte nella squadra del KKC Italia, è possibile scrivere a: info@kkcitalia.it.

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