Politica

A Lentate l’Anpi (ma non solo) festeggia il 25 Aprile, nonostante il sindaco Ferrari

L'associazione dei partigiani ha organizzato una manifestazione, non autorizzata, dopo che nei giorni scorsi la prima cittadina aveva annullato le celebrazioni ufficiali per la Liberazione.

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“Dietro atti che sembrano isolati, temo possa esserci un tentativo pericoloso di riscrivere la storia e rileggerla alla luce dei fatti attuali”. Vanno dritte al cuore della questione le parole di Loris Maconi, presidente provinciale dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) Monza e Brianza, nell’intervento conclusivo alla manifestazione, non autorizzata, in ricordo del 25 aprile a Lentate sul Seveso.

Dove alcune centinaia di persone, provenienti anche dai Comuni limitrofi, hanno deciso di far sentire la propria voce di dissenso contro la decisione del sindaco, Laura Ferrari, di limitare la celebrazione del Giorno della Liberazione dal nazifascismo alla sola posa di una corona di alloro (qui l’articolo).

Una scelta che l’ex senatore dell’Ulivo giudica senza mezzi termini un errore. Anche perché giustificata dalla prima cittadina del Comune brianzolo, esponente di Forza Italia e moglie del capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo, con la motivazione di evitare strumentalizzazioni politiche.

L’anno scorso, infatti, la senatrice di Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista, Lucrezia Ricchiuti, proprio durante la festa del 25 aprile a Lentate sul Seveso, aveva tenuto “un discorso inopportuno e scorretto” ha dichiarato la Ferrari nei giorni scorsi, pieni di polemiche, con tanto di risalto mediatico anche nazionale.

“Il 25 Aprile non deve essere una giornata divisiva – afferma il senatore Maconi – la Resistenza, al contrario di quanto ha affermato il vicepremier Salvini, non è un derby, ma il ricordo della Liberazione del nostro Paese e il segno dell’impegno ad assumersi, ognuno per la propria parte, la responsabilità a costruire una società migliore”.

In centro a Lentate, proprio di fronte a quella corona che la prima cittadina del Comune brianzolo ha voluto deporre poco dopo le 8 del mattino, un orario tenuto segreto fino all’ultimo per evitare contestazioni, la manifestazione organizzata dall’Anpi si svolge senza disordini o gesti eclatanti.

Ci sono tanti anziani, cresciuti nel secondo dopoguerra nel solco dei valori della pace e della libertà. Ma anche tante famiglie, con papà, mamme e figli al seguito. Perfino quelli più piccoli, che sonnecchiano nel passeggino.

Ci sono, poi, gli adolescenti e i giovani. Come gli studenti che leggono la poesia di Pietro Calamandrei, uno dei padri della Costituzione italiana, dedicata alla madre dei fratelli Cervi, trucidati dal fascismo. O le lettere d’addio di Giordano Cavestro e Giancarlo Puecher, partigiani, poco più grandi di loro, che circa 75 anni fa hanno avuto il coraggio di morire per dare un futuro migliore all’Italia e alla nostra Repubblica.

Ci sono le bandiere sventolate con orgoglio ed entusiasmo. Su tutte il tricolore, simbolo del nostro Paese. Ma anche quelle della Cgil, delle sezioni Anpi dei Comuni limitrofi a Lentate. Mancano, invece, simboli dei partiti politici. Anche quello del Partito Democratico. Che nei giorni scorsi aveva presentato un’interrogazione in Consiglio comunale, invitando, inutilmente, il sindaco Ferrari a rivedere la sua decisione.

Anzi, a dire il vero, una bandiera dal sapore politico c’è. E’ quella di Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista. Un richiamo evidente alla senatrice Ricchiuti e a quanto successo l’anno scorso nelle celebrazioni del 25 aprile.

Ci sono, naturalmente, i canti popolari che più sono legati, nell’immaginario collettivo, alle celebrazioni del 25 aprile. E non poteva mancare “Bella ciao”, associato al movimento partigiano italiano, ma conosciuto in tutta Europa come canto di ribellione contro il nazi-fascismo. Suonano anche le note dell’Inno di Mameli, cantato quasi con sommesso rispetto, dai cittadini presenti davanti al Municipio del Comune brianzolo.

Ci sono gli ex sindaci che a partire dagli anni ’60 hanno governato Lentate. Da Nerino Boffi a Mario Pizzi, da Riccardo Brunati a Massimo Sasso. Fino alla predecessora della Ferrari, Rosella Rivolta. “Chi ha fatto la Resistenza deve essere considerato un eroe, ma non soltanto per il coraggio, ma anche per la capacità, attraverso la successiva amnistia concessa ai fascisti, di dare a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione” afferma Brunati.

Ricordo, memoria, Storia. Parole che, come probabilmente in tutte le piazze del nostro territorio, sono prevalenti in questo 25 aprile di Lentate. Ma che in questo Comune dell’Alta Brianza sono rappresentate più di tutte da una persona. Bruno Mottadelli, 94 anni, un tempo giovane operaio che decise di disertare le armi, diventare partigiano e combattere contro il nazi-fascismo sul fronte della Val d’Ossola.

Oggi questo anziano signore, gravato dagli anni, ma ancora energico nel fisico e nello spirito, al termine delle celebrazioni, viene ringraziato da un bambino che, con la semplicità della sua età, gli dice: “Sei stato un bravo partigiano!”. E, forse, in queste parole, nonostante i decenni che separano l’ex partigiano e questo bambino che gli sta di fronte, c’è l’ottimismo per un’Italia ancora e sempre unita e pacifica.

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