Cultura

Villa Reale, Andy Warhol fa il boom: oltre 10 mila visitatori in 45 giorni

Il curatore lancia un messaggio al sindaco Allevi: "Per fidelizzare il pubblico c’è bisogno di continuità!"

maurizio vanni (1)

Hanno girato tutto il mondo e sono giunte anche in Brianza all’interno del percorso “Andy Warhol. L’alchimista degli anni Sessanta”. Sono le 140 opere che raccontano il maestro della Pop Art e i controversi anni ’60, quando c’è stato un vero e proprio giro di boa per la storia dell’arte contemporanea e per la comunicazione pubblicitaria.

Il 24 gennaio c’è stata l’inaugurazione e da quel momento, si può dire, che l’arte contemporanea ha conquistare il pubblico monzese. Lo evidenzia anche Maurizio Vanni, museologo e docente di marketing, curatore dell’esposizione.
Professionista poliedrico, Vanni ha curato più di 500 eventi, tra mostre e progetti di marketing legati alla cultura, in oltre sessanta musei di trenta paesi del mondo.
Il suo percorso di studi – laurea in economia, in storia dell’arte e specializzato in museologia – unito a una buona dose di grinta, lo ha portato a lavorare in realtà di prestigio, tra cui il M’ARS Contemporary Art Center di Mosca.

Lo abbiamo intervistato per domandargli se anche il pubblico monzese è stato conquistato da quell’ ‘alchimista’ che nel XX secolo ha riscritto le regole dell’arte.

“Non è facile portare l’arte contemporanea tra le persone – esordisce Vanni – ma con Andy Warhol è un po’ diverso: è un nome grande, conosciuto, che può coinvolgere diverse fasce generazionali. Noi abbiamo pensato alla mostra, ma abbiamo ragionato anche su quali potevano essere i migliori strumenti di comunicazione e coinvolgimento. Abbiamo cercato di promuovere l’arte di Andy in modo non convenzionale, abbattendo quelle barriere comunicative che ci hanno permesso di arrivare al pubblico generico, non soltanto ad una piccola élite di esperti. Vorrei che passasse l’idea che la cultura è anche svago, divertimento. E così abbiamo costruito una comunicazione colloquiale, amichevole, sbarazzina. E secondo me è stata una mossa vincente”.

I numeri

La scommessa del curatore sembra funzionare, per adesso. E i numeri lo dimostrano. Dall’inizio della mostra gli organizzatori segnalano oltre 10 mila visitatori, di cui 4 mila solo nei primi due week-end. L’obiettivo è superare la soglia dei 20 mila entro il 28 aprile.
“Sono ambizioso – prosegue Vanni – insieme a tutta la squadra cerchiamo modi per avvicinare la cittadinanza alla mostra: lo abbiamo fatto l’8 marzo con una promozione riservata alle donne e lo faremo il 23 marzo tramite una rappresentazione teatrale che unirà musica, arte e recitazione. Porteremo in scena storie e aneddoti della vita di Warhol per far conoscere al pubblico anche la storia dietro all’artista”.

Marketing non convenzionale

A partire dal 2009 Maurizio Vanni ha affiancato l’attività di curatore a quella di studioso e docente universitario occupandosi anche di marketing.
“Bisogna comunicare l’arte in modo diverso – racconta – e capire le esigenze del territorio. Ho la fortuna di insegnare marketing culturale e quindi mi interrogo quotidianamente insieme ai miei studenti su quale possa essere il modo migliore per coinvolgere nuovi potenziali utenti ad andare ad una mostra invece che a un centro commerciale.
In questa mostra, ad esempio, abbiamo cercato di spiegare le opere esposte nel modo più comprensibile possibile, limitando anche quelle espressioni da ‘addetti al mestiere’. Abbiamo inoltre cercato di usare la tecnologia a nostro vantaggio portando dentro al museo anche dei tablet, un ‘plus’ per fornire al pubblico informazioni utili”.
“Monza – prosegue – pur essendo a due passi da Milano ha bisogno di trovare una sua dimensione. Non deve farlo mettendosi in competizione con la grande metropoli, anche perchè sarebbe una sfida persa in partenza, ma deve lavorare a lungo termine per capire quale direzione seguire”.

Una mostra inedita

“Forse non tutti sanno – prosegue – che circa un terzo delle opere esposte sono inedite. Non sono le più celebri, raccontano un altro Andy Warhol, quello meno conosciuto, ma non per questo meno interessante. Mettiamo in luce il suo rapporto con la musica superando le famosissime copertine realizzate per i Velvet Underground e i Rolling Stones“.
La mostra è strutturata tramite una serie di percorsi tematici e termina con la proiezione dell’ultimo film girato da Andy Warhol del suo viaggio da New York a Cape Code nel maggio del 1982.

“Quello che mi piacerebbe – conclude Maurizio Vanni – è che ci fosse un percorso che duri nel tempo, e dicendo questo mi rivolgo al Consorzio della Villa e al Sindaco Allevi: per fidelizzare un pubblico c’è bisogno di continuità, vorrei che questa fosse solo la prima di tante mostre sull’arte contemporanea. Ho visto che il pubblico brianzolo reagisce bene, a mio parere il terreno è fertile per costruire qualcosa di più ampio”.

La mostra sarà disponibile fino al 28 aprile 2019 (orari: martedì-venerdì, 10.00 – 19.00 – sabato, domenica e festivi, 10.00 – 19.30 – lunedì chiuso).
Prezzo del biglietto dai 6 ai 14 euro.
Info e prenotazioni al link o chiamando il numero 039 2312185 (attivo durante gli orari di apertura della mostra).

Foto concesse dall’Ufficio stampa

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