
Coop Toncar. Protesta, Muggiò e Monza invase da centinaia di lavoratori
Sono scesi in strada gli ex lavoratori della One Job Scarl, la cooperativa che aveva in appalto i lavori della Toncar e hanno manifestato per le vie di Muggiò e Monza. Al loro fianco i sindacalisti e gli iscritti del S.I. Cobas. Il sindacato in questi mesi si è schierato dalla parte degli oltre 80 operai che da un giorno all’altro hanno perso il lavoro. La sigla sindacale accusa l’azienda brianzola di aver fatto presunte pressioni sui lavoratori, riportando in una nota l’aggravante che “ai ‘vecchi’ dipendenti come condizione per continuare a lavorare hanno chiesto la disdetta dal SI Cobas”.
Gli organizzatori stimano una partecipazione di circa mille per
sone. Il corteo, iniziato alle ore 11.30 circa è partito da via Sondrio 3 a Muggiò, sede della Toncar, ha fatto un passaggio presso la piazza del comune ed ha concluso il suo percorso davanti alla Prefettura di Monza.
“Ci sono pullman – racconta un delegato sindacale – che arrivano dalla Lombardia, ma anche da fuori regione. Noi arriviamo da Milano. Quello che stanno vivendo queste persone è successo anche a noi che lavoriamo da anni nel settore dei trasporti. Dopo che l’azienda ci aveva licenziati siamo scesi in piazza, abbiamo lottato per i nostri diritti e siamo stati riassunti. Siamo qui oggi per cercare di ottenere la stessa cosa per i lavoratori di Muggiò. Il sindacato – continua – è ancora uno strumento di difesa e tutela dei lavoratori e il S.I. Cobas lo ha dimostrato”.
Una data simbolica
Davanti ai cancelli e poi nel cuore del corteo anche le operaie che hanno perso il lavoro e le sindacaliste arrivate da tutto il Nord Italia per dire che la Festa della Donna è, oggi più che mai, sinonimo di lotta.
“L’8 marzo – riporta una nota distribuita dai Cobas – cade mentre sono aperte lotte importanti di fabbriche con forte presenza femminile”.
“Siamo qui – raccontano le manifestanti – per dimostrare che questo è un territorio che non abbassa la testa. Sciopereremo fin quando i nostri diritti non saranno rispettati”.
Nel mirino non solo l’azienda brianzola ma anche l’operato del governo giallo-verde, in particolare il Decreto Sicurezza.
“Andiamo avanti – raccontano – perché abbiamo il diritto di dire che quello che abbiamo vissuto è un’ingiustizia. Non siamo delinquenti, siamo lavoratori: rivendichiamo il nostro diritto di scioperare”.
Il presidio davanti alla Prefettura
Arrivati davanti alla Prefettura alle ore 13.00 circa un gruppo di attivisti ha preso la parola per raccontare alla cittadinanza e a tutti i partecipanti i motivi dello sciopero.
“Ottanta famiglie – racconta Papis Ndiaye, uno dei volti della protesta – non sanno quale sarà il loro destino. Noi vogliamo lavorare e aderiamo al sindacato perché crediamo sia lo strumento giusto per tutelare la nostra dignità. Un compagno è stato portato in caserma, alcuni di noi sono stati feriti solo perché hanno cercato di difendere il posto di lavoro. Non ci stiamo al ricatto, non lasciamo i S.I. Cobas. Quella di oggi – prosegue – non è una giornata di festa, ma di lotta. Noi ci dobbiamo unire per il bene di tutti i lavoratori, per dire che se toccano uno di noi, allora toccano tutti. Dobbiamo superare il concetto di categoria e guardare oltre il nostro orticello. Solo in questo modo saremo più forti”.
Ci racconta il perché della giornata di oggi anche Roberto Luzzi, sindacalista, uno dei primi ad arrivare davanti ai cancelli della Toncar questa mattina. “Scendiamo in piazza – spiega – per vari motivi. Oggi è l’8 marzo, è un simbolo di lotta e di protesta. La manifestazione da Muggiò a Monza arriva perché è in atto un’operazione antisindacale da parte della Toncar e delle cooperative a cui appalta il lavoro. Già da anni provano ad eliminare il sindacato che ha la ‘colpa’ di difendere i diritti dei lavoratori”.
Il sostegno del sindacato e degli studenti
Arrivati da tutto il Nord-Italia, alcuni lavoratori ci raccontano che hanno macinato chilometri per esprimere solidarietà agli operai di Muggiò. “Io arrivo da Parma – dichiara un manifestante – e questi miei amici da Brescia, Lodi, Novara, uno addirittura dal Veneto”.
Presenti al corteo e in Prefettura anche i ragazzi del collettivo di Scienze Politiche della Statale di Milano. Uno di loro, un giovanissimo di Cernusco, ci dice che segue la vicenda da diversi mesi.
“Siamo qui – spiegano due ragazze del collettivo – anche se non siamo di Monza. È una battaglia degna di essere combattuta, era giusto esserci”.
Articolo rettificato il 19.03.2019 ore 16:05