Cultura

Ad Arcore, “Bella zio”: il libro rivelazione di Beppe Bergomi

"Bella zio": Beppe Bergomi e Samuele Robbioni, raccontano la vita del grande campione di calcio, tra aneddoti e riflessioni.

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“Viviamo in una società che non ha bisogno di eroi, ma di esempi”. Questo il filo conduttore della serata di ieri presso l’auditorium Don Oldani di Arcore. Protagonisti il campione di calcio, Beppe Bergomi, e lo psicologo sportivo Samuele Robbioni. Numeroso il pubblico, piccoli e grandi tifosi presenti per ascoltare la testimonianza e la storia del loro idolo.

Organizzato per presentare il nuovo libro “Bella Zio”, scritto da Andrea Vitali con l’aiuto dello psicologo Robbioni, l’evento ha reso omaggio alla vita del giocatore che a soli 18 anni vinse il campionato del mondo. Divenuto famoso grazie ai suoi baffoni, che lo facevano apparire più grande della sua età, Bergomi è uno dei calciatori più amati in Italia. Questo è quello che ha spinto lo scrittore italiano,autore di grandi successi come “Olive comprese” e “Una finestra vistalago”,  a trasformare la vita dello storico terzino neroazzurro in un racconto letterario.

Hanno partecipato all’iniziativa l’assessore alla Cultura, Paola Palma, e l’assessore allo Sport, Nicola Sullo, di Arcore.

Tutto iniziò in un campo di un oratorio, precisamente a Settala. Comincia così anche l’incontro, sotto la spinta delle domande del giornalista Mauro Cereda. Stupisce il racconto “dello zio” per la semplicità e i valori della sua vita: la famiglia, la determinazione, la fede e l’amicizia. Valori fondamentali che lo hanno accompagnato anche nel mondo calcistico. Come capitano dell’Inter, spiega, ha sempre voluto essere un leader silenzioso, un esempio per i suoi compagni: era il primo ad arrivare agli allenamenti e l’ultimo ad andarsene se doveva migliorare la tecnica.

Ciò che ha sempre voluto è essere d’ispirazione per i giovani e per gli stranieri che entravano in squadra, trasmettergli i principi del gruppo. Bergomi però non dimentica anche i tifosi. Racconta come sia fondamentale guadagnarsi la fiducia del pubblico, dei fan. Per un calciatore è fondamentale sapere cosa il tifoso vuole da te e fare il possibile per far capire cosa significhi portare la maglia. Ai ragazzi che allena, insegna un vissuto. Ciò che conta da allenatore è non avere ambizioni ma vedere la crescita dei propri ragazzi, vederli creare un gruppo, sia sul campo che nella vita.

Interviene sul tema anche lo psicologo Robbioni, spiegando come nella vita così come nello sport sia fondamentale rendere i figli il più autonomi possibile. “Il coach migliore è quello che non dà risposte ma che fa domande che aiutano a crescere”. Da motivatore lui insiste sul suo ruolo. Uno psicologo deve mostrare come la funzione delle emozioni sia fondamentale nel gioco per un percorso di crescita personale. La vera sfida non è giocare contro qualcuno, ma per qualcosa. Più importante è il valore che si dà all’obiettivo che l’obiettivo stesso.

Fine serata, momento delle domande, un bambino si avvicina al grande campione chiedendo cosa avesse provato durante la sua ultima partita di campionato. Nella sua testa non doveva essere l’ultima, ma una volta terminato con l’Inter non sarebbe mai andato in un’altra squadra perché “Io se non gioco nell’Inter non gioco da nessuna parte”.

Grande l’amore e la devozione di quest’uomo che oggi da commentatore, prova ad essere il più imparziale e tecnico possibile nelle sue telecronache, pur mantenendo ferma la fede verso la sua squadra. Un esempio di serietà, perché se si vuole cercare qualcosa di “sporco” su di lui, si potrà trovare solo la volta in cui in campeggio a 15 anni aveva rubato una scatoletta di tonno.

Un grande “amala” urlato, conclude la serata e anima i tifosi presenti.

La serata è stata organizzata da Lo Sciame Libri, in collaborazione con Biblioteca civica “Nanni Valentini”  e con il patrocinio del comune di Arcore.

Articolo di Micol Caligari

 

 

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