Ambiente

Vimercate, il bus a chiamata rimpiazza le linee. I velaschesi: “Sempre più soli”

Mentre parte la sperimentazione vengono soppresse le linee della mattina. I cittadini non ci stanno e organizzano una raccolta firme.

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Un bus a chiamata, pensato per collegare tutto il territorio di Vimercate, in particolare le frazioni al centro, con un occhio di riguardo a quella di Velasca. Un progetto che sta a cuore all’Amministrazione pentastellata, e di cui l’Assessore alla Mobilità Sostenibile Maurizio Berttinelli va molto orgoglioso.

Ma è proprio da Velasca, ancor prima che la sperimentazione sia entrata nel vivo, che si leva la protesta, con l’avvio di una raccolta firme tra i cittadini per chiedere all’Amministrazione di ripensarci in merito alla sospensione di alcune linee del Trasporto Pubblico Locale (TPL).

LA PROTESTA DEI VELASCHESI

È partita infatti ufficialmente lunedì 11 febbraio la sperimentazione pensata dall’Amministrazione per sopperire alla mancanza di collegamenti. In piazza Marconi, sosterà per tre mesi un minivan Mercedes Viano a 7 posti, fornito da Autoservizi Zani, che entrerà in azione se interpellato dai cittadini, dalle 9 alle 17, dal lunedì al venerdì (tranne festivi) tramite l’App Shotl. Un punto, questo dell’App, che solleva dubbi da parte di qualcuno, che si domanda come questa possa essere utilizzata da un’utenza anziana.

A ciò si aggiunga che in concomitanza con l’avvio del bus a chiamata, sono state tolte una serie di linee che collegavano Velasca a Vimercate, che erano già state soppresse a settembre ed erano poi state ripristinate in seguito alla protesta dei cittadini. A seguito di un periodo di prova, però, stando a quanto riferito dall’Amministrazione, gli orari reintrodotti hanno rivelato come gli utenti siano in numero troppo basso per sostenere la relativa spesa. «Una media di un paio al giorno» assicura Bertinelli, utenti che salivano sulle linee delle fasce orarie tra le 9 e le 10, tra le 11 e le 12, ora appunto eliminate.

«Il TPL di Vimercate costa 400mila euro l’anno. Con la razionalizzazione delle corse avviata a settembre, abbiamo risparmiato ben 100mila euro. Questo ci ha dato un margine per introdurre servizi mirati, in grado di intercettare i reali bisogni dei cittadini – commenta l’Assessore – Il bus a chiamata è uno di questi: 20mila euro che possiamo permetterci grazie a un utilizzo oculato del tesoretto messo da parte».

Nonostante la spiegazione dell’Amministrazione, la scelta non piace ai velaschesi, la cui frazione è parecchio lontana dal centro e priva di servizi. Il taglio del trasporto sembra farli sentire ancora più soli. Ecco, dunque, la decisione di organizzare una raccolta firme, per chiedere di attivare collegamenti «nella fascia oraria tra le 6 e le 7, tra le 9 e le 9.30 e le 11.30 e le 12, soprattutto nella giornata di mercato e una corsa pomeridiana nella fascia tra le 15 e le 16». I cittadini chiedono anche, «in considerazione della difficoltà per una buona parte di anziani nell’utilizzo dell’applicazione Shotl (se non per l’impossibilità nell’utilizzo della stessa) di valutare la possibilità di istituire un numero di telefono per la prenotazione del servizio a chiamata».

BERTINELLI: “SICURO DELLE POTENZIALITÀ”

Ma alla “questione App”, Bertinelli risponde per le rime: «Il bus a chiamata non si rivolge solo agli utenti anziani – spiega – Rientra nel PUMS e ha l’obiettivo di avvicinare chi normalmente usa la macchina, come chi va a fare la spesa, giovani e adulti che vengono in centro per qualunque ragione. Inoltre, chi non ha lo smartphone può chiedere a qualcun altro di prenotare per lui. Sono sicuro delle potenzialità di questo strumento e so che pian piano si diffonderà la consapevolezza tra i cittadini».

I velaschesi, al momento, non sembrano d’accordo, e continuano con la raccolta firme con «l’obbiettivo di rappresentare all’Amministrazione una situazione di disservizio e disagio». Lamentano poi il fatto di aver chiesto più volte all’Assessore di poterne discutere, senza mai aver ricevuto risposta affermativa.

«I dati parlano chiaro – conclude sicuro Bertinelli – Il TPL vimercatese ha un ritorno di utilizzo bassissimo, su 400mila euro spesi ne tornano a mala pena 50. Stiamo finanziando un servizio che non utilizza nessuno. Bisogna trovare il modo per risalire la china, per passare da un ritorno del 10% ad almeno il 30/40%».

LA REPLICA DELLA CONSULTA

Le risposte dell’Assessore non piacciono ai membri della Consulta, che replicano a tono. «Mi spiace che l’Assessore Bertinelli commenti i dati di una sperimentazione durata un mese e mezzo, senza averne prima parlato con i velaschesi stessi – chiosa il presidente Paolo Galli – Come Consulta abbiamo chiesto per primi questi dati, proprio per commentarli insieme ma l’Assessore si è sempre negato. Spiace anche vedere come le fasce più deboli siano messe da parte per questioni che sembrano più ideologiche che contingenti: la raccolta firme iniziata in questi giorni, infatti, non punta il dito contro il “bus a chiamata” in quanto tale, ma chiede che venga ad esso migliorato il sistema di collegamenti fissi da e per il centro. Se poi consideriamo che il servizio è attivo dalle 9 alle 17, non è neanche utile per raggiungere l’ospedale negli orari presti ambulatoriali o di visita parenti».

Insomma, una questione che è destinata a far parlare ancora. «La Consulta è dispiaciuta per la piega presa da questa situazione – conclude Galli – Si è passati da una collaborazione che ha portato alla sperimentazione di novembre, alla chiusura totale».

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