Politica

Primarie segretario Pd, Martina a Monza: luci accese su terzo settore ed equità sociale

Nel capoluogo della Brianza, nei giorni del voto nei circoli, il candidato alla poltrona più importante del centro-sinistra ha parlato di come intende cambiare il suo partito e migliorare l'Italia.

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Protagonismo sociale da contrapporre al primato della solitudine, dei rancori e della paura. Un patto di cittadinanza che diviene l’elemento cardine di una società costruita attorno alla solidarietà tra le persone. E’ questa la sfida che Maurizio Martina, candidato alle primarie del 3 marzo per la segreteria nazionale del Partito Democratico, lancia dal circolo di viale Libertà a Monza (qui la pagina Facebook #fiancoafianco dedicata all’evento).

L’occasione è il voto che fino al 23 gennaio si sta svolgendo nei circoli del Pd a Monza e in Brianza, come in tutta Italia, per decidere quali saranno i 3 candidati che alle primarie del 3 marzo, aperte anche ai non iscritti, si contenderanno la poltrona di segretario del più importante partito del centro-sinistra. Nel nostro territorio l’ex Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali si aspetta un buon risultato personale, ma anche la spinta propositiva per rilanciare il Partito.

Dal capoluogo della Brianza, terra d’elezione anche dell’associazionismo e del volontariato, Martina, che, salvo sorprese, arriverà al secondo posto nel voto degli iscritti dietro il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, vede nelle politiche dell’attuale Governo a guida Lega-Movimento 5 Stelle sul terzo settore il simbolo di una diversità netta nel costruire un’Italia migliore.

“Continuiamo a contestare quella che è stata definita la tassa sulla bontà, non tanto per i 120 milioni di aggravio dell’Ires, ma per l’idea sbagliata che ci sta dietro – spiega il politico nato e cresciuto in una famiglia operaia bergamasca – noi vogliamo valorizzare associazioni, enti, cooperative e tutti coloro che rispondono ai bisogni delle persone laddove lo Stato non riesce a farlo”.

“Per questo credo che non esista sinistra senza questi corpi sociali intermedi – continua – non a caso nella precedente legislatura avevamo cominciato a dare un indirizzo preciso su questo fronte con la legge sul terzo settore”. Un provvedimento che solo a Monza città ha riguardato ben 700 associazioni con l’11% della popolazione residente impegnata in qualche forma di volontariato.

Un mondo dai numeri e dall’impegno considerevoli, rappresentato, al cospetto del candidato segretario,  da Filippo Viganò, presidente del Centro Servizi Volontariato di Monza, Lecco e Sondrio. Che, insieme a tanti altri, cerca di dare una mano anche su un altro degli argomenti che costituisce la proposta di Martina per la segreteria del Partito Democratico (Sintesi della mozione congressuale).

“Anche sulla redistribuzione della ricchezza nel XXI secolo dobbiamo essere in grado, grazie ad un riformismo radicale, di costruire una reale alternativa alla destra – afferma il 40enne esponente del Pd, segretario reggente del partito dal marzo al novembre del 2018 – in Italia, ad esempio, si lavora per più ore, ma con una curva dei salari più bassa rispetto ad altri Paesi europei. Evidentemente è necessario mettere in campo idee per rivedere i tempi del lavoro – continua – tenendo conto anche della rivoluzione tecnologica di questi anni”.

Tematiche che, per Martina, si intrecciano con una visione di partito che si batte per l’uguaglianza, l’ambiente, i giovani e la democrazia. In un’ottica complessiva di cambiamento, ma anche di continuità con la storia ormai pluridecennale del Pd. All’incontro al circolo di viale Libertà di Monza, che ha visto la partecipazione, oltre a simpatizzanti ed iscritti, anche del consigliere regionale ed ex Presidente della Provincia di Monza e Brianza, Gigi Ponti e del senatore brianzolo, Roberto Rampi, l’ex Ministro è stato chiaro su possibili alleanze e sul campo progressista in cui muoversi.

“Dobbiamo essere credibili, uniti ed attrattivi per cui non è possibile nessun avvicinamento a Lega, M5S e a questo centro-destra – afferma con chiarezza – il 3 marzo, con le primarie, voteremo per il segretario, ma mi piacerebbe che gli elettori poi si facciano volontari per una nuova Europa in vista dell’appuntamento del 26 maggio”. In questa direzione anche il prossimo Congresso del Pd assume connotati ben precisi.

“Mi piacerebbe che diventi l’occasione per fare un ragionamento sul processo democratico e su come recuperare l’elettorato perso – spiega – credo che alle elezioni dello scorso 4 marzo abbiamo pagato il fatto di aver capito troppo tardi che il lavoro fatto dal nostro Governo aveva prodotto crescita, ma troppa poca equità sociale, perché la crisi ha cambiato il campo da gioco e anche le leve della politica in un mondo globalizzato devono essere diverse”.

 

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