Politica

Monza, la Variante al Pgt finisce nel mirino del coordinamento dei comitati

Per rilanciare il territorio il coordinamento dice no a ulteriori consumo di suolo: "Bisogna puntare sul recupero di Parco e Villa"

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La variante al Piano di governo del territorio annunciata dalla giunta municipale continua a tenere banco. Dopo l’intervento della sezione locale di Legambiente, anche il coordinamento del comitati e delle associazioni di Monza è uscito allo scoperto per chiedere alcuni chiarimenti e dare indicazioni.

L’amministrazione guidata da Dario Allevi e l’assessore all’Urbanistica, Martina Sassoli, non hanno mai fatto mistero fin dal giorno del loro insediamento di volere rilanciare il territorio attraverso l’urbanistica: nuove edificazioni per smuovere il mercato immobiliare, nuovi insediamenti produttivi per favorire l’occupazione, attenzione alle aree dismesse e via lungo questa strada.

Fino ad ora, tuttavia, i risultati non sono stati quelli sperati. Da qui, la necessità di mettere in conto una Variante al Pgt per provare a rendere meno rigide le norme del Piano entrato in vigore proprio negli ultimi giorni della precedente giunta di centro sinistra. Il coordinamento del comitati e delle associazioni vuole però vederci chiaro. Soprattutto vuole capire in che direzioni intende andare questa semplificazione.

LE CONSIDERAZIONI

“La crisi del mercato immobiliare non è dovuta ai lacci e lacciuoli del Pgt ma alle storture del mercato stesso – scrivono i rappresentanti del coordinamento -. Oggi insistere nel puntare sullo sviluppo immobiliare è una via senza uscita. Monza ha bisogno di puntare su una crescita di qualità e non su uno sviluppo quantitativo e volumetrico che non ha ragione d’esistere semplicemente perché non risponde ad un bisogno reale.

Le migliaia di case sfitte e le due decine di Piani attuativi approvati da anni e neppure iniziati ne sono la dimostrazione. Gli interlocutori a cui rivolgersi sono altri: i cittadini che esprimono i loro bisogni, la miriade di piccole imprese che testimoniano una vocazione produttiva multi settoriale della città, gli operatori in grado di valorizzare (dal punto di vista culturale e anche turistico) l’enorme patrimonio storico-artistico-ambientale di Monza”.

LE PROPOSTE 

Secondo il coordinamento è dunque necessario puntare su altre soluzioni, altre ipotesi in grado di ridare vigore al tessuto socio economico della città. Come? In primo luogo puntando “sugli interventi di restauro di Villa Reale e Parco”, poi riducendo “le previsioni residenziali negli ambiti di trasformazione sulle aree dismesse in favore di funzioni produttive” e infine “azzerando e gli interventi a consumo di suolo”.

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