Ambiente

Comune riciclone: Seveso premiata grazie all'”odiato” sacco blu

Tutti si lamentano della scomodità e del costo del sacco blu, ma i risultati, soprattutto per l'ambiente, si vedono. Polemica dell'ex amministrazione che vorrebbe veder riconosciuti i propri meriti.

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Tutti si lamentano del sacco blu, lunga vita al sacco blu. Quando, verso la fine del 2014 e in seguito a una prima sperimentazione a Baruccana, il Comune di Seveso, in collaborazione con Gelsia, ha introdotto il sacco col chip per aumentare la percentuale di differenziazione dei rifiuti, non sono mancati i malumori. Obiezioni principali: costo, scomodità e timore di veder aumentare il quantitativo di rifiuti abbandonati, tutte motivazioni che sporadicamente compaiono ancora nel dibattito pubblico, e che sono state tra i temi principali della campagna elettorale per le amministrative del 2018. Non mancano infatti critiche e lamentele, soprattutto da parte di chi si trova a pagare più del previsto, come nel caso della polemica dello scorso anno legata a un supposto utilizzo scorretto dei sacchi blu.

Eppure è proprio grazie al sacco blu che Seveso ha ottenuto il riconoscimento di “Comune riciclone” durante l’Ecoforum di Legambiente Lombardia, unico tra gli enti serviti da Gelsia Ambiente e il migliore in provincia di Monza e Brianza per i comuni sopra i 20.000 abitanti, quarto in tutta la regione. Un risultato possibile grazie alla virtuosissima percentuale dell’84,30% di raccolta differenziata (a metà degli anni 90 era del 35%), con un residuo secco pari a 63,1 kg per abitante all’anno, consolidato dalla partecipazione al progetto europeo Waste4Think.

«Seveso è stato un comune pilota e così raccogliamo i frutti di un lavoro che ha visto collaborare proficuamente il Comune con il nostro Ufficio Ecologia e tutta la Comunità a cui va il mio sentito ringraziamento, perché ognuno ha fatto la sua parte con un profondo senso di responsabilità – ha affermato l’assessore all’Ambiente Natale Alampi -. Ogni cambiamento porta in sé delle criticità ma nessuno, o quasi, si è tirato indietro e i risultati presentati parlano chiaro. Oggi, anche con il nuovo contratto appena firmato con Gelsia Ambiente, abbiamo davanti nuovi obiettivi come quello dell’ulteriore riduzione della produzione di rifiuti con il conseguente contenimento dei costi. A Milano durante l’evento di Legambiente siamo stati più volte citati come esempio da seguire e questo deve rappresentare per noi uno stimolo a fare meglio, valutando anche le eventuali correzioni di rotta laddove stiamo riscontrando delle criticità, come nel caso delle modalità di applicazione della tariffa puntuale, perché il principio che la guida, “paghi per quello che getti”, rimane assolutamente valido ma non deve essere vissuto come un’ulteriore tassa da parte dei cittadini».

Alla vecchia amministrazione, però, non va giù che ora sia la nuova giunta a raccogliere i successi di una loro idea: il consigliere (ed ex sindaco) Paolo Butti si chiede polemico perché non sia arrivato nessun riconoscimento minimo di riconoscimento «a chi politicamente ha perseguito questo obiettivo proponendosi come comune primo sperimentatore del sacco blu». «Corretto che a ritirare il premio sia stato il nuovo assessore Natale Alampi, però sarebbe stato altrettanto corretto nominare chi ha portato Seveso a questo risultato: l’assessore Fabio Rivolta e l’amministrazione di centrosinistra – gli fa eco Roberto Fumagalli, ex consigliere Pd che da poco ha passato il testimone di segretario di sezione a Gigi Malerba -. Ma la politica è purtroppo questo: dare ogni colpa a chi ti ha preceduto e prendere invece ogni merito. Per fortuna i cittadini sono intelligenti e sanno di chi sono i meriti».

In foto, l’assessore Alampi (secondo da destra) con i membri dell’Ufficio Ecologia e il premio di Legambiente

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