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Monza, l’arrivo della Tav merci e l’allarme per il tunnel ferroviario della Milano – Chiasso

Il comitato di via San Gottardo rilancia la questione sicurezza della linea che attraversa la città.

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Il Comitato No Tav di via San Gottardo lancia l’allarme per la galleria monzese della linea Milano – Chiasso, un tunnel di circa mezzo chilometro realizzato a metà Ottocento che passa sotto il centro storico di Monza.

Da anni oramai il comitato coordinato da Giampietro Mosca si batte per ottenere una serie di interventi di insonorizzazione e messa in sicurezza in vista dell’apertura della Tav Merci sulla Milano – Chiasso, cosa che dovrebbe comportare un aumento esponenziale del numero dei treni in transito e della loro velocità.

Fino a oggi, però, spiega Mosca, i lavori di adeguamento realizzati sono stati minimi e soprattutto manca una qualsiasi previsione di realizzazione della gronda ferroviaria che dovrebbe dirottare su di un percorso esterno alla città i treni più pesanti e coi carichi più pericolosi.

Il comitato punta dunque il dito contro la politica, il ministro Matteo Salvini in primis e poi gli onorevoli del territorio come Massimiliano Romeo, ma anche contro l’amministrazione locale e contro il sindaco Dario Allevi, che da candidato aveva firmato un documento in cui si impegnava a muoversi in prima persona per risolvere il caso.

LA GALLERIA

Il nocciolo del problema è la galleria che passa sotto il centro di Monza, lunga 438 metri la cui concessione risale al lontano 1847. Là sotto, in quel budello stretto e buio, passeranno treni lunghi anche quasi un chilometro e con carichi pericolosi. Passeranno proprio sotto il centro storico, sotto i palazzi abitati da centinaia di famiglie che sorgono lungo via Manzoni e lungo via Parravicini.

La galleria è composta da una canna unica e, in caso di incidente, l’intera linea rischia di andare in tilt. Insomma, alla luce di quanto sta avvenendo un po’ in tutta Italia, con ponti che crollano o che vengono chiusi per motivi di sicurezza, con line ferroviarie perennemente intasate o che all’improvviso cedono sotto il peso delle carrozze, il comitato ha deciso di alzare la voce per chiedere conto dei lavori, dal momento che il nuovo traffico Tav merci andrà a regime a partire dal 2020, vale a dire fra poco più di un anno.

E’ come se il centro di Monza fosse seduto su di un vulcano – ha spiegato Gianpietro Mosca -. Gli interventi fin qui svolti compreso quello di mitigazione del rumore, sono insufficienti per fare fronte al futuro traffico. In galleria sono stati effettuati dei lavori di consolidamento dei tratti in mattoni, ma mi sembrano ben poca cosa di fronte al volume di traffico che la linea Milano-Chiasso sarà costretta a sopportare fra pochi mesi”.

Mosca non vuole scatenare facili allarmismi, ma puntare i riflettori su una situazione che può rivelarsi potenzialmente pericolosa per la città. “Non ho a disposizione dei rilevamenti certi – spiega il coordinatore del comitato -. Ma non faccio fatica a pensare che le fondamenta dei palazzi arrivino a pochi metri dalla volta della galleria”.

Inutile girarci attorno: dopo la tragedia di Genova, ciò che prima si faceva solo fatica ad immaginare, adesso è un fatto possibile. Massimiliano Romeo, ex assessore alla Sicurezza del Comune di Monza e adesso senatore della Lega, non nasconde una certa preoccupazione. “Le Ferrovie dello Stato avrebbero dovuto effettuare una serie di migliorie per contenere il rumore e per evitare incidenti – ha sottolineato-. Proprio in virtù della particolare conformazione del tracciato e della presenza del tunnel, sono stati presi accordi sulla necessità di limitare la velocità e di dirottare parte dei treni su un’altra tratta”. Nel frattempo, Romeo sta valutando l’ipotesi di presentare un’interrogazione in aula per puntare i riflettori sulla tenuta della galleria.

“Avrebbero dovuto fare degli interventi di consolidamento – ha aggiunto -. Comunque sia, preparerò un’interrogazione per chiedere maggiori dettagli e anche per capire effettivamente a quale distanza si trovano le fondamenta delle case rispetto alla sommità della volta”.

Nel frattempo, anche l’amministrazione comunale ha mosso alcuni passi. Nelle scorse settimane il sindaco, Dario Allevi, che aveva spedito due lettere alle Ferrovie dello Stato, ha ricevuto un plico alto una spanna contenente le ultime indicazioni relative ai lavori di completamento per le barriere anti rumore. “So perfettamente che quello del rumore è solo la parte minore del problema – ha spiegato il primo cittadino -. Purtroppo non è facile aprire un canale di comunicazione con Rfi. Adesso che siamo riusciti a farlo, contiamo di approfondire la questione anche per quanto riguarda lo stato di salute della volta dove dovrebbero essere stati effettuati dei lavori di consolidamento”.

Anche Allevi non nasconde una certa preoccupazione per quella galleria che taglia in due il centro storico di Monza. “Da primo cittadino vorrei che tutte le precauzioni e tutti gli interventi possibili venissero presi – ha concluso -. Faremo i passi necessari per avere il massimo della chiarezza“. Nel frattempo, la segreteria del sindaco ha già fissato un incontro con gli esponenti del comitato San Gottardo per martedì 13 novembre.

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