Attualità

Monza, Controllo di vicinato: i Gruppi si rimettono in moto e cambiano veste

Dopo la rottura con l'Associazione nazionale Controllo del Vicinato, i promotori della vigilanza attiva nei quartieri della città lanciano la proposta di aderire all'Associazione nazionale Controllo di Vicinato.

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Hanno iniziato il cammino poco più di un anno e mezzo fa. Quando pensavano di essere arrivati, con fatica ed impegno, ad un punto di svolta importante, la presentazione ufficiale ai monzesi del Controllo del vicinato nella Sala del Consiglio comunale del capoluogo della Brianza (leggi l’articolo), si sono trovati di fronte a quello che è sembrato l’inizio della fine di un’esperienza significativa. Che ora, invece, dopo l’estate, i promotori Enrico Danili, Antonio Cardelia e Giuseppe Bergamelli, sono pronti a far ripartire. Con un nome leggermente diverso, un “del” che diventa “di”, ma con la stessa sostanza: la sicurezza come bene comune da tutelare.

“Il giorno della presentazione in Comune è stato evidente quanto si fosse rotto l’equilibrio tra noi e l’Associazione nazionale Controllo del Vicinato (ACDV), tra autonomia e centralismo, gruppo ed inquadramento – spiega Danili – ecco perché non è stato più possibile continuare in quel contesto, ma vogliamo riaggregarci, costituire con chi vuole un’Associazione Controllo di Vicinato di Monza, che cominci a promuovere la sicurezza nelle vie e nei quartieri della nostra città, lasciando libero ciascuno di essere anche un semplice aderente e non un iscritto. Per fare questo lavoreremo anche con le Consulte con l’obiettivo di un nuovo rapporto con l’Amministrazione e la Polizia locale – continua – riteniamo un valore aggiunto collegarci in rete con l’Associazione Nazionale Controllo di Vicinato (ANCDV)”.

Il luogo dell’annuncio di questo cambio di rotta è il Centro civico di viale Libertà, quartiere dove il tema dei cittadini che volontariamente si mettono a disposizione della comunità per segnalare furti, rapine, vandalismi e situazioni di pericolo nei condomini, nelle aree residenziali e pubbliche, è cominciato l’1 gennaio 2017. Quel giorno, infatti, fu costituito il Gruppo CDV Libertà, il primo di Monza. Da allora di strada ne è stata fatta.

Fino ad arrivare a 160 iscritti e 7 Gruppi nella quasi totalità dei quartieri della città. E, il 24 aprile di quest’anno, alla firma di un Accordo sulla sicurezza e sul Controllo di Vicinato tra Comune, Prefettura e la Polizia locale (clicca qui). Che il 27 giugno viene presentato ufficialmente nella Sala consiliare di Piazza Trento e Trieste. Apparentemente un successo. Nei fatti il segno di una rottura insanabile.

Nei giorni seguenti la situazione è rapidamente degenerata. Il capitolo decisivo di questa storia viene scritto il 23 luglio. Quando  l’Associazione nazionale Controllo del Vicinato rifiuta l’iscrizione dei Gruppi di Monza e giudica impreparato il loro coordinatore, Antonio Cardelia. A completare il quadro arriva anche la diffida ad utilizzare il logo e a proseguire l’attività sul territorio. A quel punto il vaso è definitivamente traboccato.

“C’erano ormai evidenti problemi organizzativi, gestionali, relazionali e culturali – spiega Danili – siamo stati accusati di inadempienze formali rispetto alle regole definite a livello nazionale, ma non c’è stata alcuna richiesta di confronto. Tutto questo ha portato ad una mancanza totale di fiducia, necessaria in qualsiasi rapporto fondato sul rispetto – continua – noi non volevamo sudditanza e inquadramento perché la sicurezza appartiene a tutti i cittadini attivi”.

L’estate è servita ai promotori del Gruppo CDV Libertà per riprendersi dal colpo subito, fare squadra e ripartire. “Siamo pronti a rimetterci in cammino sulla base del lavoro fatto in quasi due anni – afferma Cardelia – speriamo che ci sia l’appoggio delle persone che ci hanno accompagnato in questo percorso”. Il nuovo riferimento è diventato l’Associazione Nazionale Controllo di Vicinato, una rete nazionale, apartitica e apolitica, nata a giugno di quest’anno con lo scopo di mettere insieme le numerose realtà di Controllo di Vicinato sorte in Italia a partire dal 2008 e promosse da associazioni private ed istituzioni locali.

“Siamo in maggioranza ex soci dell’Associazione nazionale Controllo del Vicinato, che si sono dimessi e si sono messi in proprio perché pensano che non si possa avere il monopolio della sicurezza e bisogna radicarsi sul territorio – spiega Leonardo Campanale, presidente dell’Associazione Nazionale Controllo di Vicinato – non c’è gerarchia tra noi e le associazioni locali, che mantengono la loro piena autonomia e diventano solo un presidio di ANCDV con la possibilità di utilizzare il nostro Protocollo e gli strumenti formativi che mettiamo a disposizione. Spetta alle associazioni locali – continua – il compito di implementare, nei modi e nelle modalità che preferiscono, il concetto di controllo di vicinato”.

La proposta, insomma, è che, anche a Monza, i Gruppi di Controllo del Vicinato già esistenti e operativi restino totalmente liberi da direttive esterne, ma si costituiscano in un’associazione che nomini dei referenti/coordinatori e, a sua volta, entri a far parte dell’ANCDV. “Nell’Accordo tra Comune, Prefettura e la Polizia locale c’è soltanto l’impegno a riconoscere le esperienze di Controllo del Vicinato sul territorio – chiarisce Bergamelli – non si parla di un’associazione in particolare e, quindi, c’è la possibilità che diversi soggetti possano accreditarsi per operare, con un loro progetto, sul tema della sicurezza”.

In attesa degli sviluppi, nei giorni scorsi l’Assessore al ramo del Comune di Monza, Federico Arena, è stato chiaro: “Più occhi attenti a sorvegliare la città male non possono fare”. Oltre agli occhi, però, nella direzione del bene comune, sarà meglio avere anche più orecchie per ascoltare davvero e menti più aperte per andare oltre il piccolo orto delle proprie idee.

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