Economia

Giannina Fontana, la regina Kasanova si racconta e svela: “Il futuro è sul web”

Una storia lunga sessant'anni quella di Kasanova, il franchising più famoso che vende articoli per la casa. Un impero da quasi 300milioni di euro costruito da Giannina Fontana

giannina fontana copertina

Il più grande player di casalinghi d’Italia, Kasanova, è ad un passo dal traguardo del 25esimo anno di attività. Ma la sua fondatrice, Giannina Fontana, non ha alcuna intenzione di tagliare il nastro di arrivo. Tutt’altro. E’ già pronta sulla griglia di partenza perché ci sono nuove sfide da affrontare, come quella – ci svela durante l’incontro organizzato da Assolombarda in occasione di “Monday night: aperitivo con…” – di voler conquistare il web perché quello è il futuro, anzi il presente dell’impresa che fondato.

“I prossimi investimenti  andranno tutti nella direzione dello shopping online, dobbiamo ampliare e migliorare questo servizio perché oramai moltissimi clienti comprano attraverso il web – spiega la “signora Kasanova” – dobbiamo guardare al futuro e adeguarci: i giovani oramai fanno tutto online, ma devo dire che capita spesso che, nei nostri punti vendita, si presentano signore di una certa età armate di smartphone. Non possiamo farci schiacciare da colossi come Amazon”.

Giannina Fontana ha le idee chiare e la stessa grinta di quando ha iniziato a fare questo lavoro, circa 60 anni fa, con la Fratelli Fontana srl, poi diventata Kasanova nel 1994. L’azienda conta oggi più di 350 negozi in tutta Italia e un giro d’affari che sfiora i 300milioni di euro e si può tranquillamente dire che questo franchising è riuscito a lasciare un segno tra le pagine della storia dell’imprenditoria brianzola: con sede ad Arcore, Kasanova, dopo aver conquistato gran parte della Penisola ha deciso anche di varcare i confini italiani. “Da poco abbiamo aperto un punto vendita a Nizza – racconta Giannina Fontana – e a breve ne apriremo un altro anche in Libano”.

Dal futuro al presente: Giannina Fontana parla delle chiusure domenicali

Dice di aver appeso “il lavoro al chiodo” da tempo e al suo posto ora, nel ruolo di presidente c’è il figlio Mario. Ma la stoffa del leader Giannina Fontana ce l’ha nel dna e – nonostante il suo impegno per far credere il contrario – non riesce proprio a nasconderla. “Ho un orecchio assoluto per il business”, ammette e a darle ragione c’è il successo che ha avuto Kasanova in tutti questi anni. “Oggi mi occupo di controllare tutti i nostri punti vendita – commenta – lo faccio scrupolosamente ogni giorno per capire e vedere cosa funziona e cosa no. Ma in realtà la cosa che mi piace di più fare resta vendere. E poi è tra gli scaffali che si impara davvero il mestiere.”
Insomma, la signora Kasanova non smette di seguire la sua azienda e sa bene quali sono i punti di forza su cui puntare e gli anelli deboli a cui prestare attenzione. Per esempio, l’ultima decisione del nuovo Governo sulle chiusure domenicali: “Stiamo scherzando? Per noi sarebbe una rovina – commenta – la domenica è il secondo giorno di fatturato dopo il sabato, chiudere i negozi la domenica non è una soluzione, ma un problema. Se così dov’esse essere saremmo costretti a lasciare a casa dei dipendenti”. E allora, quale sarebbe una soluzione vincente? “Le chiusure anticipate – propone Giannina Fontana – che senso ha tenere aperti i centri commerciali fino alle 10 di sera? Chi va a comprare a quell’ora? Per me sarebbe più utile anticipare l’orario di chiusura alle 20, sarebbe meglio per tutti”.

Il saper fare brianzolo nelle mani di una vent’enne: così inizia la storia della signora Kasanova

Una inaspettata felicità”, così si intitola il libro di Giannina Fontana nel quale l’imprenditrice racconta la sua vita, fatta di alti e bassi, di successi e di difficoltà. Un libro che ieri è stato rappresentato in una toccante e a tratti ironica pièce teatrale nella sede monzese di Assolombarda.

Aveva solo 13 anni Giannina Fontana la prima volta che salì sul camion insieme al papà che all’epoca lavorava con Guzzini, antesignano della plastica domestica. Ma una brutta malattia se lo portò via lasciando moglie e figlia a capo di un’azienda ed è lì che Giannina Fontana capisce di avere un vero istinto per gli affari, ma un vero amore per il lavoro. “Di momenti difficili ne ho passati molti ma non ho mai sentito la fatica per il lavoro perché ho sempre fatto quello che mi piaceva – racconta – è un po’ il modo di fare di noi donne: andavo a lavorare quando ero stanca, quando stavo male, anche se mi dovevo occupare dei miei tre figli. Ci è stato un momento nero, devo ammetterlo, ma non ho mai pensato di mollare. Andare avanti sempre, ci vuole impegno e sopratutto costanza”. E lo dice pensando anche alle nuove generazione che, si sa, hanno sempre più difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro: “il mio consiglio per loro è quello di capire davvero quello che vogliono fare – dice – a volte una scuola sbagliata li spinge a fare poi un lavoro per i quali in realtà non sono mai stati portati”. E le si può credere certamente visto che è riuscita a costruire un vero e proprio impero: Kasanova, nato in Cascina Bruno, una piccola frazione di Arcore, partendo da un mutuo per l’acquisto di un terreno costato 190 mila euro dove è stato costruito il primo magazzino.

“Ho imparato molto da mio padre, soprattutto a guardare lontano – racconta – non ho mai avuto paura di fare delle scelte sbagliate, perché sono convinta che gli errori ci possono sempre insegnare qualcosa”. E infatti, non appena rilevata l’azienda dopo la scomparsa del padre, Giannina Fontana ha cominciato a produrre idee, inventato per esempio, la lista nozze che oggi vale il 40% degli incassi anche se, l’imprenditrice, sa che le cose stanno cambiando “ora la gente si sposa molto meno o, se lo fa, ha già tutto in casa perché hanno fatto anni di convivenza”.

L’amore per i figli e per il sociale

Non ha paura di lavorare Giannina Fontana, questo lo si capisce subito sentendola parlare. Ma nonostante abbia davvero messo anima e corpo nell’attività di famiglia, la signora Kasanova non ha mai messo da parte la sua famiglia e i suoi figli. Oggi Mario, è diventato il nuovo presidente, mentre la figlia Silvia si occupa della sicurezza. E poi c’è anche Alessandro, il suo terzo figlio, quello speciale, che lavora nell’archivio. “Ha la sindrome di down e quando la abbiamo saputo, per me e mio marito, non è stato facile – ci spiega – ma poi ho capito che lui era un bimbo speciale che ha reso piena di amore anche la nostra vita”. A Concorezzo, suo paese natale, Giannina Fontana ha aperto e finanziato il Centro Assistenza per ragazzi disabili Sant’Eugenio. Più tardi ha fondato anche Il Capannone, la cooperativa di solidarietà che permette a ragazzi come il suo Alessandro, disabili e che rischiano di essere emarginati, di poter essere inseriti nel mondo del lavoro e nella società.

Una storia unica quella di Giannina Fontana, fatta di business sì, ma anche di valori, di affetti e un legame particolare con il suo territorio, la Brianza.

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