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Costrette alla strada, picchiate e minacciate. 23 arresti tra cui un monzese

Le ragazze, stando all'inchiesta, venivano controllate a vista, con continue telefonate ed sms.

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Ventitrè persone, tutte residenti tra monzese e comasco, sono state arrestate dalla Polizia di Stato, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare, accusate di sfruttamento aggravato della prostituzione nella provincia di Como e Monza e Brianza. Le indagini della Squadra Mobile della questura di Milano sono state coordinate dalla procura del tribunale di Como. Tra gli arrestati, tutti cittadini albanesi, anche una donna di nazionalità rumena.

La complessa indagine della Polizia accusa tutti e 23 gli sfruttatori di aver costretto giovani donne albanesi, bulgare, moldave, polacche, ungheresi e rumene, a vendere il proprio corpo tra Arosio, Lentate sul Seveso, Bregnano, Cermenate, Figino Serenza, Vertemate con Minoprio e Mariano Comese.

In base a quanto emerso dalle indagini, attraverso una capillare attività di intercettazione telefonica e di appostamento e pedinamento svolta dalla squadra Mobile di Milano (nessuna delle ragazze sfruttate ha formulato accuse nei confronti delle persone denunciate), ciascun indagato sfruttava e controllava la prostituzione di una o più ragazze, tra cui anche due malviventi già detenuti rispettivamente presso la Casa Circondariale di Monza e la casa di reclusione di Opera.

Le ragazze, stando all’inchiesta, venivano controllate a vista, con continue telefonate ed sms, e venivano prelevate e riaccompagnate a casa. Non solo, alcune venivano portate direttamente a casa dei clienti.

Per “addestrarle” gli sfruttatori imponevano loro in che modo adescare un numero maggiore di clienti, controllando che le ragazze non si intrattenessero troppo a lungo con loro, precludendosi ulteriori possibilità di guadagno e pregiudicando, pertanto, i proventi che avrebbero intascato. Se qualcosa nel loro comportamento non piaceva, le rimproveravano e minacciavano e rinfacciavano loro un ipotetico scarso impegno quando i soldi portati indietro non erano sufficienti.

Le giovani infine, erano costrette alla strada anche quando stavano male e se si rifiutavano, venivano picchiate. Nel corso delle perquisizioni a carico degli indagati sono stati sequestrati circa 25.000 euro. Alcune delle persone destinatarie del provvedimento coercitivo risultano ancora latitanti.

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