Economia

Assolombarda: Lombardia, Veneto ed Emilia più vicine, perchè più competitive

Bonomi: “Stringere alleanze tra territori, anche non limitrofi, per vincere le sfide economico-sociali e competere sulla scena internazionale”.

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“Perché l’Italia torni a crescere con un trend più consistente dobbiamo investire su quei territori capaci di competere nell’arena internazionale e di essere traino solidale del Paese” – afferma Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, all’Assemblea Generale di Confindustria Padova e Unindustria Treviso.

“In questi ultimi anni Milano ha saputo evolversi dallo status di gateway internazionale del nostro Paese a città globale. A Milano, infatti, si trova il 33% delle imprese multinazionali e, in un raggio di 60km, si concentra un quarto dell’export nazionale”.

“Sono tre in particolare le caratteristiche che rendono Milano sempre più centro di riferimento mondiale. A partire dal suo ruolo internazionale: la città è inserita tra le alpha city, ovvero quelle con il più elevato grado di integrazione nell’economia mondiale. La sua vivacità in chiave innovativa: la densità tecnologica, misurata in brevetti per abitante, è cresciuta del +14,2% nel 2014-2017. Infine il metodo ambrosiano: fatto di sussidiarietà e di grandi alleanze tra pubblico e privato”.

“Dopo la crisi si sta configurando un nuovo triangolo industriale che include Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto: tutte regioni con un peso preponderante sull’economia nazionale e che stanno registrando tassi di crescita superiori alla media italiana. Insieme realizzano il 40% del PIL del Paese e qui vengono depositati il 62% dei brevetti nazionali: 33% in Lombardia, 16% in Emilia-Romagna, 13% in Veneto. Nel 2017 mostrano un differenziale di PIL contenuto rispetto al 2008 – Lombardia (-1,2%), Emilia-Romagna (-0,7%) e Veneto (-2,7%) – contro una media nazionale al -4,5%; nello stesso anno la disoccupazione è pressoché allineata in Lombardia (6,4%), Emilia-Romagna (6,5%), e Veneto (6,3%), circa 5 punti sotto la media italiana”.

“Lo sviluppo di questa nuova area industriale trova giustificazione sia nelle relazioni economiche già esistenti tra territori, che travalicano i confini amministrativi, sia nei collegamenti infrastrutturali più rapidi e capillari, ma anche nelle sfide che oggi devono affrontare le associazioni di Confindustria, chiamate a essere sempre più flessibili per rispondere ai rapidi cambiamenti dell’economia e della società, stringendo alleanze tra territori, anche non limitrofi, per cercare soluzioni comuni a esigenze comuni”.

Uno dei temi concreti sui quali bisogna lavorare fin da subito sono le infrastrutture. A questo proposito, vorrei sottolineare la necessità di un’azione congiunta tra le associazioni Confindustriali di Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto nei confronti delle rispettive Regioni e del Governo, affinché non ci siano pregiudiziali ideologiche che siano di ostacolo alla realizzazione di quelle opere necessarie allo sviluppo dei nostri territori e delle nostre imprese, cuore pulsante dell’economia e della crescita sociale del nostro Paese”.

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