Cultura

Vimercate, Giada Ambiveri fa rivivere lo storico negozio di famiglia

All'interno del concorso V_AIR, la famosa cartoleria-tipografia vimercatese, riapre per un'ultima volta i cassetti. E tra pennini, scontrini e quaderni anche tanti ricordi.

Giada Ambiveri, Villasottocasa, Mbnews 1

Che la cartoleria-tipografia Ambiveri, mancasse ai vimercatesi, questo era un dato di fatto. La chiusura, è di soli pochi mesi fa, ma passando per via de Castilla, davanti alle vetrine un tempo piene di cartelle, giochi e mappamondi, si sente un vuoto pieno di nostalgia.

E’ da quel vuoto che Giada Ambiveri, giovane nipote dei proprietari dell’omonima cartoleria ha scelto di ripartire, realizzando, all’interno di una delle sale di Villa Sottocasa, un’installazione che riempie cuori e ricordi.

La vena artistica è in famiglia e per Giada che dopo una laurea architettura è appena uscita da Brera, tutto è partito dal bando del concorso V_AIR del comune di Vimercate: si trattava di raccontare la Brianza, il territorio e le contraddizioni che porta in sé. Come fare?

“Ho pensato di far mio questo tema, scioglierlo creando un progetto complesso, che allo stesso tempo incrociasse la storia della città con quella della mia famiglia. E con la mia.”

Così è nato AMBI, l’opera di Giada: titolo che è soprannome e al tempo stesso duplicità. Un albero genealogico composto da 92 quaderni – il primo risalente al 1926 – attraverso cui ripercorrere la storia della città, e allo stesso tempo il microcosmo della cartoleria. Dall’altro lato (anche fisicamente) la storia è raccontata all’interno di una Wunderkammer moderna, dove sono gli oggetti a farsi portatori di memoria.”

AMBI che è stato scelto, insieme ad altri 5 progetti finalisti, è ora in realizzazione nelle sale della Villa Sottocasa e Giada nelle ultime settimane ha messo letteralmente le tende al Must. In mezzo a scatoloni, insegne, sta ripercorrendo gli anni, montando armadi, catalogando reperti che hanno poi il sapore dei ricordi.

“In tanti mi hanno voluto aiutare, raccontandomi cosa significava per loro Ambiveri.”

L’odore di tipografia e sigarette, i conti fatti a mano dalla signora Vanda. Il grembiule nero. I pennini, gli inchiostri, i quadernoni, di cui si sceglievano sempre le copertine. La coda, fin fuori, quando a settembre iniziavano le scuole. Ma anche nascondiglio perfetto, quando ancora la sede era in piazza Unità d’Italia, per osservare le ragazze e per saltare la messa della domenica.

E così, pian piano la camera delle meraviglie di Ambiveri sta prendendo sempre più forma. La targa famosa del primo negozio è appesa, appena sopra le tute da lavoro, i cassetti sono stati riempiti, con un ordine catalogatorio certosino. C’è persino l’armadio con le cartelle e le bottiglie d’inchiostro che in negozio, collezionavano. Ogni odore è al suo posto. Ogni piccola cosa è nel suo perché.

Un’ultima tirata a lucido per l’inaugurazione del 19 maggio. Fino al 1 luglio, tutte le opere finaliste del concorso V_AIR saranno visibili all’interno delle sale della Villa Sottocasa, ad ingresso libero.

Per AMBI e gli oggetti che lo popolano, sarà  il modo per ricevere un ultimo saluto da una Vimercate che, insieme al negozio, è davvero cresciuta. Ed il pensiero corre a quell’intreccio tra Storia, storia e storie di uomini. Un unico filo, una contraddizione, forse, ma anche una memoria per sempre.

 

 

 

 

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