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Eroina agli adolescenti: spacciatori in manette, tutti residenti in Brianza

Indagini della Polizia di Stato di Monza partite dalla segnalazione dei genitori di una 15enne, disperati perché la figlia era finita vittima della droga "per amore"

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Una rete di spacciatori che vendeva droga a ragazzi appena adolescenti. Quattro malviventi sono stati individuati e arrestati dal Commissariato di Monza, grazie alla segnalazione dei genitori di una 15enne disperati perché la figlia era finita vittima di questi spietati malviventi “per amore”.

In manette sono finiti M.J, tunisino di 46 anni, e P.A., italiano di 49, entrambi residenti a Villasanta, risultati essere spacciatori di eroina a minorenni nei pressi della stazione ferroviaria di Monza o direttamente vicino alla loro abitazione. Nei guai anche C.S. e V.E., di 27 e 34 anni, residenti a Monza, spacciatori invece di cocaina e cannabinoidi.

Tutto è iniziato quando, nel settembre del 2016, i genitori di una ragazza di 15 anni si sono presentati al Commissariato di Polizia di Monza e, in lacrime, hanno descritto la difficile situazione della figlia che, fidanzatasi con un ragazzo più grande di lei e maggiorenne, aveva cominciato insieme a lui a fare uso di sostanze stupefacenti, in particolare di eroina. L’adolescente, ormai intrappolata tra l’amore e la droga, era incapace di uscirne con le proprie forze.

Subito sono iniziate le indagini che, partendo dal fidanzato della ragazza, un 23enne residente a Carnate, e analizzando le amicizie della minorenne, ha consentito di individuare le 4 persone attive nello spaccio di stupefacenti, tutti fornitori del 23enne, che non esitava a cedere l’eroina alla giovane fidanzata, nonché ad altri giovanissimi.

Dopo aver raccolto prove a carico dei cinque, gli agenti del Commissariato di Monza hanno dato nei giorni scorsi esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal Tribunale di Monza a carico del fidanzato della ragazza e dei due Villasantesi, M.J e P.A., nonché a decreti di perquisizione a carico di tutti gli indagati. Nell’abitazione di uno di loro sono stati trovati materiale per il confezionamento dello stupefacente, sostanza da taglio, una pistola a salve priva di tappo rosso e bilancini di precisione.

L’indagine ha messo in evidenza il preoccupante fenomeno del ritorno dell’eroina tra i giovanissimi, dovuto probabilmente al suo bassissimo prezzo di vendita al dettaglio (10 Euro la dose) e alla facilità nel suo reperimento presso i luoghi “storici” di spaccio, come la stazione ferroviaria di Monza e i giardini pubblici. Curioso che i giovani di oggi continuino a chiamare l’eroina con gli stessi termini gergali che si utilizzavano nei lontani anni del boom di tale sostanza: “caffè”, “storia”, “marrone”. Da qui il nome dell’indagine, denominata “New Born”.

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