Cultura

Monza Storica, scatti in bianco e nero di una città che non esiste più

Alessandro Garlati, 30 anni, monzese doc, da più di un anno ha aperto un sito on line di foto e vecchi aneddoti di una città che non esiste più.

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Il ricordo del primo amore, il ricordo del cortile di casa dove si giocava con gli amici, il ricordo dei genitori e dei nonni, di un fratello, di una vacanza al mare, di un gita in compagnia e del primo giorno di scuola. Struggenti, gioiosi, dolorosi e inattesi. C’è chi li considera nitroglicerina: pronti a esplodere senza nessun preavvertimento. C’è chi ci ha girato dei film bellissimi o chi ci ha scritto dei libri altrettanto affascinati.

A Monza, invece, nonostante la sua giovane età, c’è chi ha deciso di utilizzarli per raccontare una città che non c’è più. La Monza di un passato nemmeno troppo lontano ma che sembra distante anni luce.

Alessandro Garlati, 30 anni, monzese doc, ha da poco più di un anno ha dato vita al sito monzastorica.it con relativa pagina Facebook. Sono stati i suoi nonni a trasmettergli questa passione. I loro racconti  di quella Monza in bianco e nero sono stati semi che un po’ alla volta hanno fatto germogliare il desiderio di non dimenticare.

“Sono stati loro a instillarmi questa passione – ha spiegato Garlati -. I loro racconti di una realtà passata mi hanno incuriosito sempre di più, spingendomi a cercare di capire e, soprattutto, di vedere, come era Monza una volta”.

Tradizione e storia, dunque. Scatti e vecchie cartoline. C’è un libro di Paco Ignacio Taibo (Un rivoluzionario di passaggio) nel quale dovendo descrivere la Città del Messico degli anni Venti, l’autore sottolinea che quella città non è questa città. Ecco, la Monza che compare nelle foto e nei piccoli aneddoti del sito aperto da Alessandro Garlati non ha niente a che vedere con la Monza di oggi. E’ cambiata la toponomastica, sono sparite chiese e case, ma anche fabbriche e negozi. Ne sono sorti di nuovi. E’ cambiata la viabilità, sono aumentate le auto e sono sparite le rotaie del tram che collegavano Monza a Milano.

Il sito di Alessandro Garlati è piaciuto e nel giro di pochi mesi è riuscito a radunare attorno a sè una comunità di oltre sei mila persone. Un gruppo di “follower” eterogeneo che commenta, dice la sua, offre spunti di riflessione e, soprattutto, ricorda.

Adesso, a più di un anno dalla nascita di Monza Storica,  l’obiettivo di Garlati è riuscire a dare vita a un’associazione culturale riconosciuta. “Mi darebbe la possibilità di sviluppare e proporre diverse iniziative di carattere sociale e artistico, con lo scopo di valorizzare il grande potenziale storico di Monza in tutte le sue sfumature – ha spiegato Garlati -. Fra gli obiettivi di Monza Storica c’è anche quello di vedere sempre più fruibili i contenuti in formato digitale, in modo da farli apprezzare anche alle nuove generazioni”.

Nel frattempo, sulla sua pagina Facebook cresce il numero di foto color seppia che fanno vedere quella Monza d’altri tempi.  Si vede per esempio corso Milano anni Cinquanta, zero traffico, rotaie del tram, lampioni in ferro battuto e sullo sfondo l’inconfondibile sagoma del campanile del Duomo.

Oppure ce n’è una dove si vedono le vecchie tribune liberty dell’Ippodromo del Parco, quelle distrutte da una serie di incendi negli anni Ottanta. E a proposito di trasporti e treni, negli anni Venti c’era un trenino che trasportava i tifosi dentro l’Autodromo. Insomma, a guardarle bene queste foto d’altri tempi, non mettono solo tanta nostalgia, ma fanno venire anche un po’ di rabbia.

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