Sociale

Matteo Mondini fonda “Reinventarsi”, la onlus per la sicurezza sul lavoro

Abbiamo intervistato Matteo Mondini, il 35enne che ha perso il braccio destro in un incidente sul lavoro. Oggi ha fondato un'associazione, il suo sogno.

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«Ho un sogno, fondare un’associazione che diffonda la cultura della prevenzione sul lavoro». Lo aveva confessato a MBNews Matteo Mondini, vittima di un incidente sul lavoro che in 7 anni gli è costato 33 operazioni e l’amputazione del braccio destro. Oggi quel sogno è realtà. «I sogni si avverano – racconta infatti il 35enne di Cesano Maderno -. Giovedì 29 marzo è nata ufficialmente “Reinventarsi onlus”. Il nome vuol dire tanto: dopo un incidente bisogna sapersi reinventare nel modo di guidare, mangiare, insomma, nel modo di vivere. So che è questo che voglio fare: per diffondere la prevenzione sui luoghi di lavoro, perché dopo è troppo tardi. Dopo rimangono i rimpianti e le imprecazioni per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato».

Presidente di “Reinventarsi”, che a breve aprirà il tesseramento, sarà ovviamente Mondini, mentre per la carica di vicepresidente è stato scelto Stefano Scanavino, già formatore sicurezza per Aifos. Che conferma: «L’obiettivo è concentrarsi sul prima, sui comportamenti sicuri. Divulgheremo le informazioni per portare la cultura delle sicurezza nelle scuole, nelle università e nelle aziende». «Ciò che mi è successo ha cambiato radicalmente la mia vita e quella della mia famiglia, per sempre. E purtroppo indietro non si torna – racconta ancora Mondini, che per “Reinventarsi” non avrà solo un ruolo da testimonial, ma sarà anche relatore e docente: la speranza è riuscire a lasciare un segno sui ragazzi più giovani, proprio come Mondini stesso ricorda di essere stato colpito, quando andava alle medie, da un vigile che gli aveva spiegato l’importanza di mettere il casco in motorino -. Adesso devo fare i conti con ciò che è successo: il mio obiettivo è quello di dare il mio contributo affinché incidenti come il mio non debbano più accadere e famiglie come la mia non debbano più versare lacrime amare. Il mondo della sicurezza sul lavoro deve essere completamente rivisto sotto un profilo culturale ,di comportamenti e di consapevolezza. Non sono sufficienti leggi che impongono delle regole e sanzionano i trasgressori. Non è così che si cambia la cultura ed il comportamento. Vogliamo fare in modo che la sicurezza sul lavoro sia un asset aziendale proprio come le altre attività all’interno dell’impresa, e non venga concepita come un mero costo».

E mentre Mondini continua a chiedere giustizia, la sua storia è arrivata anche sui media nazionali, con un articolo su Il fatto quotidiano e un servizio del Tg3. «Solo in questi primi mesi del 2018 gli incidenti sul lavoro sono aumentati del 12% rispetto all’anno scorso – accusa -. Voglio che le persone siano sempre più coinvolte nella visione strategica di ciò che può accadere sul lavoro e delle implicazioni gravose che ci possono essere anche verso i familiari: non è giusto che loro versino lacrime per questo. Vogliamo portare il nostro messaggio in modo capillare a tutte le persone, affinché quella che vogliamo chiamare la sicurezza 4.0, cioè una sicurezza che non si accontenti di aumentare le multe, ma punti sulla prevenzione, sia davvero presto una realtà. E certamente lo sarà».

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