Politica

Brugherio, un albergo al posto dell’ex Alfagomma, ma è polemica

Il progetto prevede l'abbattimento dell'edificio abbandonato e la realizzazione di una torre destinata ad hotel, uffici e negozi. Ma molti temono "l'invasione di palazzoni"

Brugherio-ex-Alfagomme

Un albergo, uffici e negozi: ecco cosa sorgerà al posto dell’ex Alfagomma, area sita nel Comune di Brugherio e abbandonata da anni a se stessa.

Il sindaco Marco Troiano lo ha annunciato con orgoglio nei giorni scorsi: «Un’altra area della città che viene concretamente riqualificata» ha chiosato su Facebook parlando dell’adozione da parte della Giunta del piano di lottizzazione dell’area in questione, definendolo «Un altro obiettivo raggiunto per una Brugherio migliore!».

IL PROGETTO

L’area, che sorge in zona San Damiano al confine con Monza, è degradata da anni e presenta diversi problemi legati alla sua situazione: al suo interno vengono abbandonati rifiuti di ogni genere e i locali sono spesso utilizzati come ricovero dai senzatetto, con conseguenti problematiche legate a sicurezza e igiene.

Il nuovo progetto prevede l’abbattimento dell’edificio abbandonato e la realizzazione di un edificio destinato in parte ad albergo, in parte ad uffici e negozi di vicinato. Prevista anche la riqualificazione viabilistica della zona e la realizzazione di un nuovo tratto di pista ciclo-pedonale di connessione con quella già esistente.

Il progetto richiede ora un mese di tempo per le osservazioni, per poi ritornare in Giunta con un secondo passaggio e per l’approvazione definitiva.

LA POLEMICA

Nonostante l’orgoglio con cui il Primo Cittadino ha annunciato il progetto, non sono certo mancate le polemiche, inerenti soprattutto al possibile sorgere di un “nuovo palazzone”, con riferimento ai contestati palazzi che stanno sorgendo in centro (vedi Piano del Centro). Critiche che si accompagnano anche a chi appoggia il progetto della Giunta, dal momento che si tratta di un’area abbandonata e degradata da tempo, e non di occupazione di verde pubblico.

Un dibattito che infiamma ulteriormente la già accesa miccia della campagna elettorale in vista delle Amministrative di giugno e che fa da tempo presagire che se ne vedranno delle belle.

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