Politica

Post elezioni, il “Pilotto Pensiero” mette sotto la lente il Pd

Il risultato ottenuto alle urne non è certo quello sperato e molte sono le domande che si pone il segretario.

pd candidato alberto pilotto mb

Quando le elezioni sembrano ormai un vecchio ricordo,  il Pd di Monza, per voce del suo segretario cittadino Alberto Pilotto, apre a nuove riflessioni.

Il “Pd pensiero”, Pilotto, lo affida alle pagine del sito internet ufficiale dove non manca di fare della sana autocritica al suo partito. Il risultato ottenuto alle urne non è certo quello sperato e molte sono le domande che si pone il segretario. “Come è stato possibile passare in soli 4 anni da un consenso al PD nazionale che alle Europee superava il 40% e che ora alle Politiche 2018 è drammaticamente sceso al 19%?

Per sua stessa ammissione le ragioni sono molteplici, ma quattro su tutte portano in sé il senso della cattiva riuscita. “La prima riguarda le divisioni, la frammentazione, i distinguo che hanno progressivamente portato alla delegittimazione del leader e alla delegittimazione stessa del nostro partito di fronte a molti elettori – spiega il segretario monzese – La percezione delle persone è stata che non ci stessimo più occupando dei loro problemi ma di questioni ed interessi personali, individuali e di partito. Delegittimare il partito è stato grave, come lo è stato presentarsi alle elezioni (sia nazionali che in Regione Lombardia) con una coalizione improvvisata fatte di liste prive di una storia e legittimazione politica”.

La soluzione? Ripartire cercando l’unità, facendo sintesi di visioni differenti ma che fanno capo ad ideali comuni.

Pilotto, poi, volge la sua riflessione alla chiusura in discussioni autoreferenziali. Non solo “all’interno dei nostri circoli, ma anche delle nostre sezioni, dei nostri gruppi. Molte volte organizziamo degli incontri pubblici e ci rendiamo conto che siamo solo noi a partecipare. Probabilmente in questo modo abbiamo perso il contatto con la realtà e questo, soprattutto quando si è al governo, ci ha fatto sembrare prima di tutto arroganti. Non abbiamo colto il disagio della gente che si è trasformato in risentimento poi in antipolitica poi in rifiuto“.

La terza ragione è più europea, e investe tutta la sinistra, i valori, la visione di apertura verso il mondo: “Oggettivamente dobbiamo riconoscere che le nostre politiche e quelle europee (per altro dominate dal centro destra) non sono riuscite a trasmettere un sufficiente senso di sicurezza dove il modello e le basi culturali per una società aperta potesse svilupparsi”.

E la quarta? Alberto Pilotto tira in ballo la paura delle persone.  Il timore e il senso di insicurezza sono stati il cavallo di battaglia di queste ultime elezioni. “La paura ha trovato temi forti quali l’immigrazione incontrollata, lo straniero, le pensioni difficili da raggiungere. Al Sud la paura di restare sempre indietro con mancanza di speranza di un miglioramento reale delle proprie condizioni di vita. Il nostro partito non è riuscito a compensare le paure con le speranze”.

Alberto Pilotto propone dunque di ripartire da una serie di incontri per identificare insieme le priorità, trovare le possibili soluzioni ai problemi. Priorità poi al tema del lavoro: “È un tema che dà risposta ai problemi di tutti. Dobbiamo ripartire dal lavoro, che sia un diritto per tutti come sancito dalla nostra costituzione”.

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