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Bernareggio, via Dante: famiglie evacuate. Comune e Brianzacque cercano soluzione

Ancora fuori dalle loro case ben 12 famiglie le cui abitazioni sono state danneggiate dalle piogge abbondanti del 2016. Ecco le novità.

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Trovare una soluzione. E in breve tempo. Questo è quanto è emerso dalla riunione tra il Comune di Bernareggio e Brianzacque. Al centro la questione dei danni subiti dalla palazzina di via Dante 52 a Bernareggio tra il 14 e il 15 giugno del 2016. Un cedimento del terreno che ha costretto ben 12 famiglie ad essere evacuate dalle proprie abitazioni.

Sul tavolo la relazione tecnica (CTU) voluta dal giudice del Tribunale di Monza, pubblicata il 12 gennaio 2018, che ha rimodulato le percentuali di responsabilità concludendo che le cause dei danni sono al 40% da attribuire al Comune, al 40% a Brianzacque e il 20% alla calamità naturale, ovvero le piogge consistenti di quel periodo.

Protagonisti dello smottamento la “Residenza la Vela” (via Dante 52), il civico 48 costituito dal condominio “Residenza Erika” e sul lato del comune di Aicurzio, il vivaio “Garden Pier Passoni”. Ad avere la peggio la “Vela”, dove ben 12 famiglie sono state costrette a lasciare la propria abitazione, dichiarata inagibile per i danni subiti.

Il rapporto ha fatto i raggi x ad una situazione di non facile comprensione. In particolare ha ricostruito le presunte cause che dal 2002 al 2016 hanno portato al cedimento del terreno. Sotto la lente degli ispettori il vecchio condotto fognario, a sezione ovoidale, la nuova condotta fognaria e i cosiddetti “occhi pollini”, oltre alle strutture presenti in via Dante e i loro sistemi di scolo dell’acqua.

Venerdì il Comune, guidato dal sindaco Andrea Esposito, e Brianzacque, diretta da Enrico Boerci, si sono incontrati per discutere il dà farsi. Non è facile perchè di mezzo di ci sono non solo soldi pubblici, ma anche le varie assicurazioni di tutti i coinvolti. Circa 10 soggetti tra pubblici e privati.

“Dobbiamo trovare una soluzione che possa essere utile per tutti e che sia anche coerente rispetto ai fatti accaduti – spiega Enrico Boerci che aggiunge – Non siamo del tutto d’accordo con quanto scritto nella CTU, in quanto non vengono evidenziate in alcun modo le responsabilità dei progettisti, eppure tra le soluzioni al problema ci vengono proposti proprio dei accorgimenti tecnici, che a nostro parere, avrebbero dovuto essere presi fin dall’inizio, come la ‘palificazione’. Non solo, dalle nostre ispezioni storiche la vecchia condotta fognaria non perdeva in alcun modo acqua. Detto ciò a noi interessa agevolare una soluzione positiva per tutti, sopratutto tenendo presente che in questo momento ci sono famiglie che non posso ancora rientrare nella loro casa.”

Dello stesso parere Andrea Esposito, il sindaco che precisa: “Il mio compito è tutelare l’interesse di tutti i cittadini ovvero l’interesse generale dell’ente per cui le responsabilità amministrative sono valutate in modo molto attento rispetto a qualsiasi scelta. Vorremmo arrivare ad un dunque entro la fine di marzo ed evitare, se possibile, di aprite un contenzioso giudiziario che non farebbe altro che allungare i tempi.”

Tra le persone rimaste senza casa c’è la consapevolezza che il percorso per mettere la parola fine a questa vicenda non sia dietro l’angolo. “Le parti coinvolte sono tante, almeno 10. Questa relazione del Tribunale ci fa ben sperare che presto qualcuno paghi i danni che hanno subito le nostre case. Per noi la strada per rientrare nelle abitazioni è comunque lunga. I lavori di assestamento o di abbattimento potrebbero durare almeno un anno e mezzo. Il costo è di minimo oltre il milione di euro.”

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