Sociale

Monza prima in Italia: inaugurato il Paese Ritrovato

Monza inaugura "il Paese Ritrovato". Un villaggio creata dalla cooperativa La Meridiana per chi è affetto da Alzheimer.

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Un taglio del nastro che non si può dimenticare. In marcia attraverso il paese ritrovato. Una battaglia importante vinta contro l’alzheimer.

“Oggi nasce una città  più a dimensione di malati. La prima in Italia. La seconda in Europa”. A dichiararlo, durante l’inaugurazione della struttura, è il sindaco di Monza Dario Allevi.

Una data importante. Quella di sabato 24 febbraio. Nel corso della mattinata, dall’entrata di via Canova, Monza ha inaugurato il Paese Ritrovato, un villaggio appositamente creato dalla cooperativa La Meridiana per persone affette da Alzheimer e demenza senile. “Un evento –  sostiene Fabrizio Annaro, addetto stampa della cooperativa – che rimarrà segnato nella storia di Monza”. E se la storia è fatta da grandi numeri, molti sono stati i testimoni. Oltre 700 le persone che hanno partecipato all’inaugurazione. Presenti anche le autorità politiche. Dal prefetto della città Giovanna Vilasi, al primo cittadino Dario Allevi. Presenti all’appello anche Fabrizio Sala, vicepresidente di Regione Lombardia e Roberto Invernizzi, presidente della Provincia di Monza e Brianza.

Di cosa si tratta? – 14 mila metri quadrati di terreno. Un anno e due mesi di lavori. Appartamenti, negozi e un bar. Ma anche una chiesa e un parchetto. 64 gli ospiti previsti. 55 gli addetti ai lavori. Un soggiorno, per chi soffre di questa orribile malattia, capace di restituire quella libertà persa o forse dimenticata. Ma è anche un progetto dotato di una solida base scientifica, che si avvale della collaborazione del Politecnico di Milano, della fondazione Golgi Cenci e del CNR. “Un modo per affrontare la malattia – sostiene il dottor Antonio Guaita, direttore scientifico del progetto – è capire che la soluzione risiede in tutti gli elementi della vita e non in quelli della malattia stessa”.

 

Per chiarie più nello specifico, il funzionamento della struttura, è stato intervistato Roberto Mauri, direttore della cooperativa La Meridiana.

“Un progetto che sopperisce ad una carenza del servizio sanitario – spiega il direttore – in cui gli ospiti vengono selezionati secondo un target ben definito e le cui famiglie saranno appoggiate per metà del costo, dal servizio sanitario regionale”. Un ritorno alla comunità, quindi, per dimenticare, questo si, lo stato di isolamento in cui spesso si viene a trovare chi è affetto da Alzheimer.

Un progetto di larghe vedute. Un centro che entrerà in piena funzione a partire da maggio 2018. Una città, insomma, nella città dove gli anziani non saranno dimenticati, ma saranno aiutati. Sostenuti. Coadiuvati. 8 le camere da letto per ogni unità abitativa. Una cucina, un salotto e una sala tv. Ogni appartamento è strutturato con appositi sistemi domotici ed impianti tecnologici atti a misurare lo stato cognitivo degli anziani.

Un esempio pratico è proprio la televisione. “Le famiglie – spiega Fabio Sadice, responsabile del gruppo lavoro – potranno caricare il proprio contributo bio direttamente dal portale dedicato, mentre un apposito sensore, posizionato sopra lo schermo, decifrerà le reazioni emotive degli ospiti”. Chiariamo cosa significa. Potranno essere caricate foto e video di famiglia, questo è quello che si intende per contributo bio, che gli anziani potranno visionare dal televisore. Un modo per aiutare a ricordare. Una soluzione per far sentire i malati meno soli. Un apposito sensore andrà quindi a decifrare la reazione degli spettatori . L’obiettivo, quindi, è quello di dare una parvenza scientifica al valore terapeutico della struttura, mediante la raccolta di dati analitici.

Dati, controllo e tecnologia vanno di pari passo. Le innovazioni procedono.  Gli anziani saranno dotati di un particolare orologio capace di geolocalizzarli, in caso di necessità, ma soprattutto in grado di svolgere la funzione di “bancomat ricaricabile”. I malati potranno infatti accedere ai diversi servizi offerti dalla struttura, come ad esempio il parrucchiere, pagando attraverso il device dotato di un apposito scanner. Una tecnologia innovativa, sviluppato da Assistive Technology Group, in collaborazione con il Politecnico di Milano.

Un progetto ambizioso. Sicuramente innovativo costato 9,5 milioni di euro. Ad oggi, grazie al contributo di cittadini, associazioni ed imprese, 6,5 quelli coperti. Non mancherà, tuttavia, il contributo degli enti pubblici.  A testimoniarlo è proprio il vicepresidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala che rassicurando Roberto Mauri ha dichiarato quanto sia “importante dare un supporto concreto”. Finanzieremo il Paese Ritrovato e abbiamo anche intenzione- sottolinea – di proporre un laboratorio di ricerca per studiare gli standard gestionali e strutturali di questa nuova realtà che rappresenta un modello internazionale per la cura dei malati di Alzheimer. Il futuro-conclude Sala – è il senso di comunità, dove ci si aiuta a vicenda”.

Per quanto concerne le imprese, invece, Assolombarda non ha mancato di dare il proprio contributo. Una partecipazione che rientra nell’impegno dell’ Advisory Board (un organismo volontario di consultazione e di supporto al management il cui compito principale è quello di offrire assistenza e sostegno) dedicato alla responsabilità sociale delle imprese e voluto dal presidente Carlo Bonomi.

“Il progetto Paese Ritrovato – testimonia Andrea Dell’Orto, vice presidente di Assolombarda – è un esempio di responsabilità sociale delle imprese e della capacità del territorio di far sistema. Un’espressione fattiva del pragmatismo che ispira l’Advisory Board di Assolombarda. Per noi – sottolinea Dell’Orto – il Villaggio è soprattutto una dimostrazione della capacità di far sistema. L’alto contenuto tecnologico, la ricerca e lo sviluppo di prodotti innovativi, sono le caratteristiche della palestra multisensoriale olfattiva che abbiamo donato a Il Paese Ritrovato di Monza.”

Un paese ritrovato, una speranza che si riaccende. Ricordati. Ricordami. Ricordiamoci.

 

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