Villasanta, crolla il cartellone “Ecocity”: l’ex Lombarda scivola nel dimenticatoio

Lo sponsor simbolo della rinascita dell’area è diventato metafora del fallimento del progetto di rigenerazione.
Per anni ha fatto bella mostra di sè annunciando la realizzazione di Ecocity, un maxi intervento di riqualificazione urbanistica di un’area oltre 300 mila metri quadrati alle porte di Monza utilizzata come raffineria. Per anni quel cartellone all’angolo fra le via Santa Anastasia e via Magellano ha attirato l’attenzione degli passanti promettendo la bonifica di un terreno intriso di idrocarburi e la sua trasformazione in una città eco sostenibile.
Da qualche giorno quel cartellone pubblicitario bianco e verde è crollato su sè stesso, trasformandosi in una impietosa metafora del fallimento del progetto di rigenerazione di quel lotto di terreno che avrebbe dovuto garantire un nuovo futuro alla città, ma anche adesso invece ne rappresenta solo un mesto passato.
Da anni l’amministrazione comunale sta combattendo cento battaglie per salvare il salvabile e far partire almeno un piano di bonifica della zona. Tuttavia, quando di mezzo c’è la burocrazia niente è semplice e quello sversamento del febbraio 2010 rischia di trasformarsi in una vera e propria pietra tombale. Era la notte fra il 21 e il 22 febbraio quando quella marea nera invase prima l’ampio piazzale della Lombarda Petroli, poi le condutture fognaria e infine il Lambro, arrivando poi fino al Po.
La notizia di quell’onda nera che fece suscitare la viva attenzione anche della famiglia Kennedy, fece il giro del mondo in poche ore. Milioni di euro di danni alla flora e alla fauna di tutto il corso del fiume che, secondo l’ufficio tecnico regionale del controllo acque, richiederanno interventi di bonifica fino al 2027. Dal conto finale sembra però essere scomparsa l’area dove è avvenuto lo sversamento, quei 300 mila metri quadrati a ridosso della città che ospitano l’ex raffineria fin dalla Seconda guerra mondiale.
Rappresentano un undicesimo dell’intero territorio comunale e, prima di arrivare al Lambro, la marea nera è stata “filtrata” dal terreno e dalla falda acquifera sottostante. Subito dopo il disastro il governo stanziò circa 3 milioni di euro per risarcire i territori colpiti (in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto) e Regione Lombardia annunciò un investimento di 120 milioni di euro, di cui 20 stanziati subito per un’opera di bonifica quinquennale.
Tuttavia, al di là di poche manovre, la verità è che quell’area è cascata nel dimenticatoio. Anno dopo anno è sparita dalle cronache dei giornali, dagli incontri pubblici sui temi ambientali e oramai anche il cartellone pubblicitario che faceva bella mostra di sè all’angolo fra le vie Santa Anastasia e Magellano è crollato su se stesso.