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Omicidio La Rosa: ucciso per denaro, volevano scioglierlo nell’acido

Andrea La Rosa sarebbe stato ucciso per un prestito fatto a Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, rispettivamente figlio e madre di 35 e 59 anni, da loro mai restituito.

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Andrea La Rosa, 35enne milanese ex calciatore e da poco direttore sportivo del Brugherio Calcio, sparito il 14 novembre scorso, sarebbe stato ucciso per un prestito fatto a Raffaele Rullo e Antonietta Biancaniello, rispettivamente figlio e madre di 35 e 59 anni, di Quarto Oggiaro (Milano), da loro mai restituito. 

E’ quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Milano che ieri sera hanno fermato Rullo e Biancaniello, su disposizione del pm del capoluogo lombardo, per omicidio e soppressione di cadavere.

Stando all’inchiesta i due avrebbero attirato La Rosa a casa della donna con la scusa di farli conoscere e di farsi consegnare dall’ex calciatore la somma di 8 mila euro in prestito a fronte di 30mila ricevuti in passato, denaro mai restituito. Madre e figlio lo avrebbero stordito con degli anestetici, alcune fiale sono state trovate in casa di Rullo e sequestrate, e poi lo avrebbero sgozzato (le cause del decesso saranno confermate solo un volta effettuata l’autopsia sul corpo).

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Per liberarsi del cadavere i due avrebbero poi tentato di utilizzare dell’acido per poi chiudere il corpo in un bidone di metallo. Biancaniello, ieri mattina, facendosi aiutare da un ignaro conoscente proprietario di un muletto, ha caricato il bidone con i resti di La Rosa nel bagagliaio della sua auto. I carabinieri l’hanno intercettata sulla Milano – Meda, all’altezza di Varedo, e fatta fermare da una pattuglia come fosse un banale controllo stradale. La donna, con lucida freddezza, ha detto ai militari di aver in auto un bidone contenente del gasolio. Accompagnata in caserma, con l’ausili della scientifica, i carabinieri hanno aperto il bidone effettuando la macabra scoperta.

Sempre secondo le indagini, la donna era diretta a Seveso dove il figlio ha in disponibilità un garage nel quale sono stati trovati 24 flaconi di acido. Sembrerebbe che la coppia volesse disfarsi del corpo del 35enne sciogliendolo nell’acido forse dopo averlo fatto a pezzi. Tra gli ultimi acquisti di Rullo risulta anche una motosega.

Durante il primo colloquio con gli inquirenti, ieri sera in caserma a Milano, a Rullo è stato chiesto conto di una ricerca su internet effettuata dal computer del suo ufficio sulla morte del piccolo Giuseppe di Matteo, sciolto nell’acido da Giovanni Brusca.

La Rosa e Rullo si erano conosciuti tramite la compagna del calciatore, estranea ai fatti, e pare che la loro frequentazione fosse diventata amicizia nel tempo.

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