Attualità

Bar chiusi al Monzello e al Brianteo, fioccano le denunce

Non si placano le polemiche scaturite dalla decisione del Comune di sequestrare cautelativamente i bar del centro sportivo Monzello e dello stadio Brianteo. L’ex gestore dei locali, Marco Cavallo, è stato raggiunto oggi da un avviso di garanzia.

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Non si placano, anzi, esplodono come petardi sul fuoco le polemiche scaturite dalla decisione del Comune di sequestrare cautelativamente i bar del centro sportivo municipale Monzello e dello stadio municipale Brianteo. L’ex gestore dei locali, Marco Cavallo, è stato raggiunto oggi da un avviso di garanzia per violazione dell’articolo 650 del Codice penale, quello sull’inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

Cavallo, tramite lo Studio legale Lombardi Vettore Albano, preannuncia un ricorso al Tribunale amministrativo regionale e una denuncia nei confronti di Nicola Colombo, presidente del Monza 1912, la società di calcio concessionaria dei due impianti sportivi comunali.

Abbiamo ricostruito quello che è successo. Sulle interpretazioni saranno naturalmente i tribunali a decidere. Ma sui retroscena cercheremo di tenervi comunque aggiornati.
La famiglia Cavallo gestisce i bar del Monzello e del Brianteo dal 1999. Le autorizzazioni a svolgere l’attività in via permanente di somministrazione di alimenti e bevande presso i due impianti risalgono una al 2007 (centro sportivo) e l’altra al 2008 (stadio). Col fallimento del Monza Brianza 1912, nel 2015 Cavallo dovette stipulare un nuovo contratto col Monza 1912 di Colombo, nuovo concessionario degli impianti comunali. In base a questa scrittura il barista doveva pagare 12mila euro l’anno non in denaro, ma in pasti per i dipendenti e i giocatori della prima squadra, allora in Serie D. Dunque, superata quota 12mila euro, il club di via Ragazzi del ’99 avrebbe dovuto versare la differenza.

A fine 2016 è successo che Cavallo ha presentato ricorso per decreto ingiuntivo per recuperare un credito: il giudizio è tuttora pendente innanzi al Giudice di pace di Monza per quasi 3mila euro. Lo scorso 24 maggio il Monza 1912 ha chiesto al Comune l’affidamento provvisorio delle due strutture sportive per il periodo 30 giugno 2017 (ultimo giorno della concessione precedente)-30 giugno 2018. Il 5 giugno il Comune ha deciso di accogliere la richiesta “alle medesime condizioni economiche dell’ultimo contratto di affidamento”.

Solo il 6 ottobre il Comune ha sottoscritto la relativa concessione, che però presenta una novità nel testo, passata inosservata a tutti meno che a Cavallo: nell’articolo 11 si legge che “il concessionario può svolgere le attività complementari di cui agli articoli 9, 10 e 12 direttamente o affidandole a terzi escludendo espressamente dall’affidamento a terzi le attività di cui agli articoli 9, comma 2, e 10”, cioè quelle relative ai bar all’interno dei due impianti.

Il 20 ottobre Cavallo ha inviato una nota al Monza 1912 evidenziando quella che secondo lui è un’incongruenza: cioè per il barista, se la concessione doveva essere “alle medesime condizioni economiche dell’ultimo contratto di affidamento”, in quella nuova non poteva essere introdotta una clausola. Il 24 novembre l’Amministrazione comunale ha notificato a Cavallo due provvedimenti di decadenza di entrambe le sue autorizzazioni. La motivazione a questo punto è ovvia: con la nuova concessione Cavallo ha perso la disponibilità dei locali in cui svolge la propria attività. Il 30 ottobre Cavallo ha comunicato al Comune che impugnerà innanzi al Tar entrambi i provvedimenti perché a suo giudizio illegittimi.

Il giorno dopo la Polizia locale si è recata al bar del Monzello per notificare a Cavallo la sanzione amministrativa di 1.034 euro per non aver chiuso l’attività a seguito della decadenza. Nei giorni successivi gli agenti si sono ripresentati altre due volte presso lo stesso bar elevando altre due identiche sanzioni, ma la terza volta, cioè sabato scorso, hanno pure apposto i sigilli al bar del Monzello.

Domenica è quindi venuto fuori pubblicamente il “bubbone”: all’esterno dei bar chiusi dello stadio Cavallo ha attaccato dei cartelli nei quali si leggeva: “Gentili clienti, dopo circa 20 anni di onorato servizio (per la prima volta) sono costretto a tenere chiusi i bar dello stadio perché vittima di diffamazione e accanimento da parte del presidente Nicola Colombo che, coinvolgendo il Comune, sta cercando di espropriarmi le mie attività. Mi scuso per il disagio, riaprirò non appena possibile. Sempre Forza Monza”. Colombo, presente allo stadio, a richiesta di nostri chiarimenti ha dapprima risposto con un “No comment”, dopodiché ha aggiunto: “Non poteva persistere una situazione di irregolarità in locali che il Comune ha concesso al Monza da me presieduto”. Infine ha dichiarato di riservarsi di adire le vie legali nei confronti dell’ex gestore dei bar. L’ultima novità è di stamattina: Cavallo ha ricevuto l’avviso di garanzia per inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

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In attesa dei legali di Colombo, abbiamo interpellato quello di Cavallo, l’avvocato Laura Albano, che ha tenuto a commentare alcuni punti della diatriba: “Ci stiamo muovendo sia in sede civile che legale perché il nostro assistito è vittima di una persecuzione. Tanto per cominciare, l’inserimento della clausola nella nuova concessione è a nostro giudizio un atto illegittimo perché non conforme alla determinazione dirigenziale che stabilisce la sottoscrizione di un affidamento temporaneo ‘alle medesime condizioni economiche dell’ultimo contratto di affidamento’. La determinazione, infatti, nulla stabilisce circa la possibilità di ulteriori eventuali restrizioni o clausole aggiuntive da imporre alla società del signor Cavallo. Inoltre appare lampante come l’inserimento di questa clausola non corrisponda a nessun reale o astratto interesse pubblico ma costituisca, invece, uno strumento perfetto per Colombo per ‘spodestare’ Cavallo dal Monzello e dal Brianteo. Poi stigmatizziamo il comportamento del presidente del Monza 1912, che il 17 novembre ha inviato una e-mail a tutti i tesserati in cui si leggeva che il nostro assistito stava svolgendo la propria attività senza alcun diritto né autorizzazione, che la società si stava adoperando da mesi per ottenere la gestione diretta del bar, che la società invitava nuovamente tutti i tesserati a non effettuare consumazioni di qualsiasi tipologia presso il bar del centro sportivo Monzello e che in caso di inosservanza a questo invito la società si riservava fin da subito di adottare i provvedimenti che riteneva opportuni. Noi abbiamo copia della e-mail perché alcuni dipendenti del club e alcuni genitori dei calciatori delle squadre giovanili hanno manifestato solidarietà al signor Cavallo consegnandogli copia della stessa. Riguardo ai provvedimenti di decadenza delle autorizzazioni, si verifica per Legge in conseguenza di determinate e specifiche circostanze senza alcun margine di discrezionalità in capo all’Amministrazione comunale. La Legge prevede la decadenza delle autorizzazioni in caso di perdita di disponibilità effettiva e concreta dei locali da parte dell’esercente, cosa ben diversa dalla mera esistenza di questioni giuridiche sulla validità del contratto che consente la disponibilità dei locali, come nel caso del signor Cavallo. Tra l’altro la Legge prevede che nei casi di decadenza l’Amministrazione riconosca un termine di 60 giorni all’esercente per poter spostare la propria autorizzazione in altri locali per la prosecuzione della propria attività all’interno dello stesso Comune. Insomma, il contratto sottoscritto tra i signori Cavallo e Colombo l’1 agosto 2015 è a nostro giudizio ancora valido ed efficace”.

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A proposito di e-mail di Colombo, il presidente del Monza 1912 ne ha inviata una sull’argomento a tutti gli abbonati (chissà perché non ai mass media…). Questo il testo: “Vi informo che nei giorni scorsi il Comune, mediante la Polizia locale, sez. Annonaria, ha chiuso i locali in cui la ditta individuale del signor Marco Cavallo svolgeva la propria attività di somministrazione di cibi e bevande presso il centro sportivo Monzello e presso lo stadio Brianteo in quanto priva delle autorizzazioni previste per Legge per l’esercizio di tale attività. Ci preme precisare che la nostra società, S.S. Monza 1912 S.r.l., è estranea ad ogni coinvolgimento sia in ordine all’attività di somministrazione esercitata dalla ditta individuale del signor Marco Cavallo che alla legittima chiusura di tale attività effettuata da parte degli enti locali preposti. Inoltre, in relazione al contenuto dei cartelli affissi dal signor Marco Cavallo, quale titolare dell’omonima ditta individuale, alle porte dei locali bar a Monzello e presso lo stadio Brianteo, S.S. Monza 1912 S.r.l. e il suo presidente Nicola Colombo vi informano di aver già dato incarico ai propri legali di valutare se tale contenuto sia tale da ledere l’immagine e l’onorabilità del Monza 1912 e del suo presidente e quindi da configurare la fattispecie del reato di diffamazione. S.S. Monza 1912 S.r.l. si scusa per il disagio arrecato da tali eventi e precisa che si sta adoperando per ripristinare il prima possibile il servizio bar sia al centro sportivo Monzello che allo stadio Brianteo  attraverso la gestione diretta dell’attività di somministrazione cibi e bevande così come previsto dalla concessione in essere”.

E il Comune? Per ora si tace, anche perché in questa storia sono coinvolti tre assessorati, quello allo Sport, quello alla Polizia locale e quello al Commercio, rispettivamente guidati da Andrea Arbizzoni, Federico Arena e Massimiliano Longo. Arbizzoni ha minimizzato la questione: “Non c’entra con l’assessorato allo Sport. È stato disposto un sequestro cautelativo del locale in base all’articolo 13 della Legge 689/1991. La serie di provvedimenti amministrativi è stata adottata dal Comune perché dallo scorso novembre la società di ristorazione del signor Cavallo non ha più la documentazione in regola per proseguire l’attività”. Arena ha ricordato che “la Polizia annonaria è intervenuta per far rispettare le regole. Dall’Ufficio commercio è stata comunicata la necessità di provvedere a interrompere la situazione di illegittimità”. Longo si è invece riservato di approfondire la questione coi funzionari dei suoi uffici e comunicherà nei prossimi giorni i dettagli dell’operazione che ha portato alla chiusura dei bar del centro sportivo Monzello e dello Stadio Brianteo.

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