Politica

Lentate, guerra tra le amministrazioni per 90mila euro

La somma è quella che, secondo una sentenza esecutiva della corte d'appello, il comune dovrebbe pagare a un privato per un vincolo d'esproprio. Le accuse di Turconi e la replica di Cappelletti.

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«Siamo costretti a tagliare più di 90.000 euro in opere pubbliche, perché la giunta Rivolta non ha riconosciuto un debito fuori bilancio derivante da una sentenza esecutiva della corte d’appello del 2016». Lo ha annunciato il 22 novembre il vicesindaco di Lentate sul Seveso, Matteo Turconi Sormani: «Stanno venendo al pettine tutti i nodi non risolti della precedente amministrazione – ha aggiunto -. Noi le strade le asfalteremo lo stesso. Le scuole le ristruttureremo comunque. I pasti caldi li consegneremo in ogni caso»: ma, almeno per quest’anno, la spesa per l’asfaltatura passerà da 190.000 euro a 120.000, un taglio necessario per poter pagare la somma di 90.000 euro, come sentenziato dalla corte d’appello per una questione risalente ai primi anni 2000, quando era sindaco Riccardo Brunati, e riguardante un vincolo di esproprio di un privato.

«Il comune avrebbe dovuto adeguarsi, riconoscere il debito e pagare – continua Turconi -. A noi è scocciato che, se avessimo saputo della questione per tempo, avremmo adeguato il bilancio comunale. Non entro nel merito della sentenza, ma l’amministrazione precedente sapeva di dover pagare da marzo 2016, e fino alla fine non hanno fatto il riconoscimento del debito. Un politico che amministra bene paga, come un cittadino paga una cartella esattoriale: non si tiene tutto nel cassetto. Anche perché, a parti invertite, se un privato non paga il comune gli si porta via anche la casa».

L’opposizione, però, non ha intenzione di restare in silenzio. «Quando è arrivata la sentenza abbiamo previsto di mettere da parte la somma necessaria: non abbiamo pagato subito perché sosteniamo la linea del comune, e al momento la sentenza è ancora in cassazione – fa notare il consigliere Marco Cappelletti (Pd), ex vicesindaco -. E anche la delibera che sarà portata martedì 28 in consiglio comunale lo conferma: viene detto che il comune “ha correttamente agito”, accantonando la somma stabilita dalla cassazione. Ma forse Turconi questo non lo sa perché non l’ha letta – accusa -. Stiamo valutando di querelarlo – aggiunge -. Non sa gestire un bilancio, e adesso ogni scusa è buona per giustificarsi: magari la cassazione ribalterà la sentenza, ma se invece la confermasse noi abbiamo già messo da parte i 90.000 euro, non c’è bisogno di togliere nulla dall’asfaltatura. Mi fa paura un vicesindaco che si piega davanti all’interesse di un privato e non sositene, invece il proprio comune». «Mi chiedo perché l’assessore Turconi non ha ritenuto di presentare questa delibera in consiglio comunale a luglio, come prima variazione al bilancio – incalza Iolanda Negri, consigliere ed ex assessore -. Forse era troppo preso a organizzare l’ordinaria gestione della cosa pubblica, e si è accorto di questa questione solo a novembre, quando il privato ha ricordato al comune che doveva ottemperare all’ordinanza della corte d’appello. Troppo occupato dall’ordinario per non aver chiesto agli uffici comunali un confronto sulle questioni più critiche ancora aperte da oltre 15 anni?».

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