Politica

Lentate e il dialetto a scuola: una proposta che fa discutere

Un'idea che non piace all'opposizione. Accesa discussione in consiglio comunale.

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Tra le nuove idee dell’assessore all’Istruzione di Lentate sul Seveso, Patrizia Del Pero (Lega Nord), ce n’è almeno una che promette di far discutere. Anzi, a dire il vero lo ha già fatto, nel corso del consiglio comunale di martedì 28 novembre, durante il quale è stato presentato e approvato il piano di intervento per l’attuazione del diritto allo studio.

Oltre a iniziative legate all’educazione civica e alla musica, infatti, Del Pero ha parlato di un “mini progetto” per la promozione e la conoscenza della lingua locale, scatenando la reazione dell’opposizione di centrosinistra: dalla richiesta, da parte del consigliere Antonio Mandato, di spiegare le modalità dell’iniziativa, all’accusa di Marco Cappelletti, che si è limitato a definirla «una scelta politica».

Il recupero e la valorizzazione del dialetto è in effetti un’idea che da anni piace soprattutto (ma non solo) alla Lega, e che è spesso legata alla volontà di salvaguardare e mantenere in vita le tradizioni del territorio.

Rispolverata periodicamente, ha spesso fatto discutere: c’è chi vi vede una chiusura quasi oscurantista, un ripiegamento su di sé e sul proprio territorio, e chi invece promuove l’uso della lingua locale per riscoprire le proprie radici. D’altra parte da un punto di vista linguistico dialetto e italiano sono considerati dagli studiosi sullo stesso piano.

Il progetto, ancora piuttosto vago, si propone di rendere l’amministrazione comunale “promotrice della conoscenza della lingua e delle tradizioni locali, avvalendosi anche della collaborazione di volontari”. Una scelta che la consigliera Giada Nardozza (Pd) non esita a definire anacronistica: «Nel piano presentato ci sono anche cose che mi trovano d’accordo, d’altra parte è quasi identico a quello della precedente amministrazione – ha esordito in risposta a Del Pero -. Ma tagliare progetti didattici come l’alfabetizzazione dei bambini stranieri o l’iniziativa legata alla legalità per sovvenzionare il dialetto mi fa ridere. Allora non sarebbe stato più utile attivare piuttosto un corso di francese, di russo, di cinese?».

«Lingua italiana per gli stranieri? A me non interessa – ha risposto Del Pero -. Chiamatemi pure razzista, populista, leghista e ignorante. Siamo già più che in regola per quel che riguarda l’alfabetizzazione degli stranieri: ma vogliamo che i ragazzi conoscano il loro territorio e le associazioni che vi operano». Del Pero ha inoltre ricordato che tutti i progetti dovranno essere concordati con le scuole, e che nel corso di un apposito tavolo istituzionale il programma potrà essere modificato, arricchito o, in parte, sostituito. Non resta che vedere come reagiranno a questa proposta i lentatesi, che allo scorso turno delle amministrative hanno scelto l’attuale giunta con una percentuale schiacciante.

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