Cultura

Brianza #luoghiabbandonati “Scena1: Tintoria de Simoni (Ex Boccaccio)”

Questa ex fabbrica ora sembra una galleria a cielo aperto piena di graffiti e street art varia, essendo stata per tanto tempo ritrovo e luogo di incontro di alcuni giovani.

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Sette puntate per portarvi nei luoghi abbandonati della Brianza. “Un viaggio” realizzato da Maria Vittoria Pezzoni e Riccardo Boaglio, due giovani fotografi urbex (il cui acronimo corrisponde a “urban” ed “exploration” ndr), che rientra nel più ampio progetto “Urban Storytellers”, dove attraverso le immagini raccontano la storia  un tempo gloriosa, ora dimenticata, di strutture urbane cadute in disuso. I due negli ultimi due anni hanno visitato svariati luoghi abbandonati presenti sul territorio italiano, tenuto alcune mostre e scritto diversi articoli sul loro lavoro.

Attraverso gli scatti, che ci hanno inviato e chiesto di pubblicare, “visiteremo” posti incredibili, dove l’abbandono e il degrado hanno in realtà oggi creato atmosfere irreali ed affascinanti.

PUNTATA 1

Il primo luogo è l‘ex fabbrica tintoria De Simoni, in via Boccaccio a Monza vicino al parco. Nonostante le promesse di bonifica, riversa da anni in uno stato di abbandono e degrado. Alcuni tentativi di riqualifica in maniera abusiva, sono arrivati da parte di alcuni ragazzi del centro sociale FOA Boccaccio, il quale prende il nome proprio da questa fabbrica scelta come primo luogo di occupazione (FOA è infatti l’acronimo di Fabbrica Occupata Autogestita).

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L’area è dismessa più o meno da 20 anni e dopo un lungo periodo di oblio è balzata agli onori della cronaca proprio per l’occupazione messa in scienza dai giovani del centro sociale monzese. Per un paio d’anni la zona è stata teatro di concerti abusivi e interventi di sgombero da parte delle forze di polizia fino a che i ragazzi non sono stati costretti a levare le tende e a scegliersi un altro luogo. Adesso, come è possibile vedere dalle foto, la zona è solo un’ampia area degradata dove i vecchi capannoni e gli uffici sono mezzi diroccati e carichi di graffiti di ogni sorta.

Sul terreno sono visibili detriti di ogni tipo. Segnale che eventuali interventi di riqualificazione non sono esattamente all’ordine del giorno. D’altro canto il recente cambio di guardia ai vertici del palazzo municipale ha inevitabilmente provocato un congelamento di tutte le attività amministrativa, in modo particolare di quelle legate all’urbanistica. Un dato, tuttavia, fa ben sperare in relazione a un recupero della zona: le dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica, Martina Sassoli, secondo le quali la strada verso il rilancio della città passa anche attraverso la riqualificazione delle aree abbandonate destinandole magari a nuove realtà produttive.

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Questa ex fabbrica ora sembra una galleria a cielo aperto piena di graffiti e street art varia, essendo stata per tanto tempo ritrovo e luogo di incontro di alcuni giovani. Il metallo ormai arrugginito assieme al grigio cemento sovrastano l’area rendendo ancora bene l’idea e l’atmosfera suggestiva, che poteva avere una fabbrica tipica degli anni ’70.

Sono presenti perfino alcuni macchinari tessili che ormai ai nostri occhi il tempo ha reso praticamente irriconoscibili.

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In queste grandissime stanze per anni centinaia di operai passarono 10-12 ore al giorno a lavorare.

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Le piante e le erbacce selvatiche hanno invaso la fabbrica rendendola in alcuni punti una piccola giungla urbana.

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Per supportare il bellissimo lavoro dei ragazzi di Urbex vi invitiamo a mettere un like e a seguirli sulla loro pagina facebook.

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