Politica

Referendum, il voto elettronico piace o no? Le interviste

I cittadini esprimono i loro pareri sul voto. In linea di massima positivi, ma diverse erano le paure legate al voto elettronico.

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Grande la novità all’interno delle cabine per referendum sull’autonomia. Nei seggi elettorali, infatti, per la prima volta sono stati utilizzati dei tablet dotati di schermo touch screen.

Tutto liscio? Non proprio. La stra grande maggioranza ha accolto con favore l’introduzione dei tablet, o meglio chiamati voting machine, ma tra coloro che abbiamo intervistato due le principali criticità messe in evidenza: la prima, la paura che il voto elettronico possa essere in qualche modo hackerato; la seconda che potesse mettere in difficoltà i più anziani, o meglio i meno avvezzi all’uso delle tecnologie.

Se gli hacker nulla hanno potuto rispetto a un sistema isolato dal web, diversa la storia circa le difficoltà sorte nell’utilizzo del voto elettronico.

Nonostante la frase ripetuta come una litania dal Governatore Maroni, “A Desenzano anche una donna di 102 anni ha saputo votare con il nuovo sistema”, qualche anziano non si è trovato subito a suo agio.

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“L’ho trovata una bella novità che costituisce un passo in avanti. Tuttavia – spiega Arianna – per quanto il sistema sia intuitivo, ho paura possa mettere in crisi i più anziani”. Tuttavia, toni rassicuranti circa la fruibilità per i più anziani arrivano direttamente dalla testimonianza di uno scrutatore: “Il sistema è davvero semplice ed intuitivo, anche per quelli non avvezzi alla tecnologia – spiega Francesco Marzorati – Non ho percepito difficoltà e, paradossalmente, nella mia esperienza di scrutatore ho visto gli anziani maggiormente in difficoltà con le schede cartecee che non riuscendole poi a ripiegare rischiavano di rendere il voto non valido”.

“Mia nonna – testimonia Alessandro Rosia, classe 1988 – che non ha mai tenuto in mano un computer, non ha trovato nessuna difficoltà e anzi è rimasta soddisfatta del sistema facile ed intuitivo”.
In linea con i pareri positivi anche Iovenitti Michelangela: “Molto comodo e soprattutto in linea con i tempi considerando il periodo tecnologico”. Dello stesso parere il marito, Francesco Balzarotti: “È sicuramente un’ottima soluzione che rende più veloce anche il lavoro degli scrutatori”.

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Marco Pironato

 

“In qualità di informatico – testimonia Daniel Mariano, anche lui un elettore brianzolo – non vedo quale sia stata l’esigenza di passare dal cartaceo ad un sistema informatico dove sarà più facile manipolare e perdere i dati”. “Non sono d’accordo – controbatte Marco Pironato – È un sistema molto facile ed intuitivo che consentirà di avere dati certi già in serata“. Ma così, purtroppo, non è stato. Così come ha ammesso in conferenza stampa dallo stesso Maroni, “Ciò che ci impedisce di dare il dato totale sono due criticità sorte alla fine di tutta la procedura – ha precisato Maroni – le abbiamo individuate e attiveremo per la prossima volta tutte le procedure necessarie per evitare che si ripetano. Le due criticità sono, da un lato, il fattore umano: in alcuni seggi, il presidente ha digitato su piu’ voting machine lo stesso pin, questo ha reso impossibile leggere i dati di piu’ di una voting machine con lo stesso pin. La seconda criticità è legata a un fatto tecnico: alcune voting machine hanno cominciato le operazioni in modalità test anzichè in modalità voto. Il voto è stato comunque regolare e registrato, ma ha reso necessario un caricamento manuale. Sono criticità minori, a fronte di una procedura complessa. Voglio ringraziare comunque tutti i presidenti di seggio, anche quelli che hanno sbagliato in tutta onestà, perchè, senza la loro collaborazione, non avremmo potuto realizzare questo grande test”.

 

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Daniele Mariano

Particolarmente sentite sono state le proteste degli scrutatori, rimasti fino alle 3 del mattino presso i seggi data la difficoltà di scaricare i dati dalle chiavette usb.

Forti anche le critiche che arrivano dalla stessa politica. “Il sistema che ci avrebbe dovuto portare nel futuro, ci ha invece portati in un passato lontano”. Lo dice il segretario regionale Alessandro Alfieri del PD. “E’ passata una notte intera e ancora non abbiamo risultati certi. Qualcosa non ha funzionato – conclude Alfieri – che Maroni chieda scusa e la Regione metta da parte l’arroganza”. Controbatte Maroni: “Nessuna scusa. Noi abbiamo fatto una cosa che in Italia, mai era stata fatta. Questa è la strada per il futuro e noi abbiamo avuto il coraggio di fare un test che ha un valore enorme per il Paese.”

Arianna Barzarotti

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Articolo di Massimo Chisari

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