Sociale

Valeria, morta a 17 anni, ora insegna a vivere grazie al suo diario

Al Liceo Banfi di Vimercate un convegno ispirato al diario della giovane studentessa. Dal suo esempio, l'idea di un corso di scrittura per aiutare giovani in difficoltà

Diario segreto

Adesso che sono in ospedale ho la necessità di scrivere ciò che provo, ciò che vivo“. Sono alcune delle parole che popolano le pagine di un diario molto particolare, quello di una ragazzina di Bellusco, consapevole di essere affetta da una malattia che non le avrebbe lasciato scampo.

Valeria Colombo morì a soli 17 anni; ricoverata in ospedale, su consiglio della mamma Narcisa, iniziò a scrivere pagine commoventi, raccontando emozioni suscitate da un’esperienza più grande di lei. Quelle parole, teneramente consapevoli, sono state protagoniste di un convegno che si è svolto questa mattina al Liceo Banfi di Vimercate dal titolo Quando scrivere fa stare bene, un incontro ispirato a lei, per raccontare ai giovani l’importanza che può avere la scrittura autobiografica, come strumento di cura, benessere ed espressione creativa.

Le parole della giovane che frequentava il liceo vimercatese, sono state lette dai compagni, le cui voci commosse si sono alternate agli interventi di docenti ed esperti che hanno portato la loro testimonianza, insieme a personalità provenienti dal mondo universitario e da quello della sanità, che si occupano a vario titolo di disagi e disturbi mentali nel periodo adolescenziale.

«Siamo stati orgogliosi di ospitare il convegno – ha commentato il dirigente scolastico Giancarlo Sala – Gli adolescenti possono essere coinvolti in situazioni di disagio o stati d’ansia che rischiano di degenerare in disturbi alimentari o altre situazioni critiche. La speranza è che questo sia l’inizio di una comunione di intenti verso la realizzazione di nuovi progetti e sinergie volti a sviluppare una forma di espressione che possa avere finalità educative e curative, come appunto la scrittura».

Al termine dell’incontro, fuori dalla scuola è stato improvvisato un Flash Mob del gruppo promotore di Far rumore, iniziativa promossa dal centro Psico Sociale dell’Azienda Ospedaliera di Vimercate, volto a stigmatizzare pregiudizi e barriere mentali verso le malattie mentali e le persone che ne sono affette.

LA STORIA E L’ESEMPIO DI VALERIA

La vicenda che ha avuto per protagonista la giovane Valeria ha scosso e coinvolto l’intera comunità di Bellusco, dove viveva con mamma papà e la sorella Claudia. Dall’età di 13 anni, quando le venne comunicata la malattia, la giovane lottò con forza e consapevolezza, nonostante i medici avessero avvisato la famiglia che le possibilità di riuscire a salvarla non erano molte. La giovane morì infatti nel 2013, ma il ricordo della sua solarità e forza non si è mai spento.

Tra le tante cose, per esempio, in suo onore, a Bellusco viene consegnato ogni anno il Premio Valeria Colombo, un riconoscimento speciale che ogni classe della terza media assegna allo studente che è stato il più buono di tutti con gli altri. Valeria, infatti, si prodigò fino alla fine in campo sociale come poté, portando per esempio avanti il progetto B.Live per i giovani dell’istituto dei tumori di Milano con cui aveva creato una collezione di abiti presentati con una sfilata che venne messa in scena poche settimane prima della sua morte.

Dopo pochi mesi dalla morte, la famiglia era stata raggiunta a Bellusco dal segretario personale di Papa Francesco: Valeria infatti era riuscita a coronare il suo sogno di conoscere personalmente il pontefice e monsignor Alfred Xuereb, il quale ha deciso di regalare ai familiari una benedizione speciale, con un’udienza privata e una messa in onore della giovane, voluta dal comitato rionale con cui per anni aveva condiviso la costruzione dei carri fiorati per la sagra di Santa Giustina di settembre.

Per espressa volontà di Valeria e della sua famiglia, in alternativa agli omaggi floreali, ai partecipanti ai funerali sono state chieste donazioni all’IRCCS Istituto dei Tumori di Milano.

LE PAROLE DI VALERIA, PREZIOSE COME SPERAVA

Le parole del diario di Valeria sono state custodite gelosamente dalla famiglia per anni, e sono diventare oggi il fulcro del convegno, ma soprattutto un esempio per molti.

Quando abbiamo saputo che c’era qualcosa che non andava e io sono entrata un po’ in crisi, lei (la mamma) mi ha consigliato di scrivere i miei pensieri per non dimenticare, perché magari quando crescerò potrò scrivere un libro. Sono sicura che queste pagine saranno preziosissime. Ne sono certa”, scriveva in una delle prime pagine del diario. Ora, dopo quattro anni, le sue parole sono diventate davvero preziose, come lei si augurava.

«Il nostro obiettivo è quello di organizzare un corso di scrittura autobiografica che possa essere d’aiuto ai giovani – ha continuato il dirigente – Il corso si inserirà nelle proposte extra-curricolari e potrebbe avere anche un altro tipo di valenza, a cui lavoreremo presto. Sicuramente saranno trattati argomenti che possano davvero essere a supporto di situazioni di disagio».

Mentre le parole di Valeria costituiscono la base per un percorso di aiuto di ragazzi come lei, insieme al suo sorriso contagioso, vogliamo ricordare la ragazza china intenta a scrivere il suo diario:  “Vorrei passare l’eternità a scrivere su questo diario ciò che voi combinate, annotando tutto come un piccolo monaco amanuense che non si lascia perdere neanche una virgola delle vostre vite. Vi voglio bene. Valeria“.

 Articolo aggiornato l’11 ottobre alle 18:11.

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