Cultura

Isa di Monza, un libro per i 50 anni e lo sguardo verso il futuro

L'Istituto d'arte è nato nel 1967 e festeggia il mezzo secolo con un libro che ne ripercorre la storia. A dicembre anche una mostra dedicata alla scuola alla Triennale di Milano.

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C’è chi oggi è un designer di mezza età e ha rivisto alcuni dei compagni di scuola dopo 30 anni. Ci sono docenti ormai in pensione, che possono riabbracciare i colleghi di un tempo e stentano a riconoscere gli ex alunni adolescenti ormai diventati uomini. L’eredità migliore dei primi 50 anni dell’Istituto statale d’arte di Monza è probabilmente proprio il senso di unione ed appartenenza che questa scuola ha saputo creare. Sentimenti che hanno spinto tanti ex alunni a diventare poi docenti dell’istituto, una “tradizione” ormai giunta alla terza generazione. Sentimenti che sono anche alla base dei festeggiamenti per il mezzo secolo di vita dello storico istituto, fondato nel 1967 per riportare un’attività artistica nella Villa Reale di Monza e diventato Liceo artistico “Nanni Valentini” dal 2014. Un compleanno importante, ma, come tengono a sottolineare i docenti intervenuti al Belvedere della residenza asburgica alla presentazione del libro “1967/2017 l’Isa di Monza una scuola per il domani”, non una celebrazione. Perché l’intento è guardare avanti, seguendo un filo di continuità che idealmente ha avuto inizio da un passato ormai lungo e possa arrivare ad un futuro ancora tutto da scoprire. Come spiega anche Guido Soroldoni, ex studente dell’Istituto d’arte, di cui da 11 anni è diventato dirigente scolastico.

Il libro, che verrà pubblicato a fine ottobre, ripercorre i 50 anni dell’Isa di Monza attraverso 240 pagine ricche di informazioni, ricordi, foto e testimonianze. L’intento è raccontare la storia corale di una scuola, che da quel 12 ottobre 1967, primo giorno delle attività didattiche, ha cercato di proporre un progetto sperimentale in grado di trasmettere agli alunni non soltanto le nozioni riguardanti i linguaggi logici ed espressivi comunicativi, ma anche la capacità creativa del saper fare. “I programmi erano fatti nella scuola, dalla scuola e per la scuola – spiega Rodolfo Profumo, docente di storia dell’arte e uno dei curatori del libro – ogni corso affrontava dei problemi, che erano risolti sul campo, risvegliando l’interesse degli studenti”. Quest’approccio del tutto innovativo ha attirato negli anni personalità di primo piano del panorama artistico italiano. Ecco perché nel libro, la cui pubblicazione, a dimostrazione della spinta corale da cui nasce, è finanziata anche attraverso un progetto di schoolraising, sono centrali nomi storici del design, della fotografia e della progettazione italiana. L’elenco è davvero lungo. Grafici come A.G. Fronzoni, Michele Provinciali e Ugo La Pietra, ricercatori di forme geometriche come Narciso Silvestrini o ancora docenti come lo scrittore Giuseppe Pontiggia e Nanni Valentini, che dà il nome all’attuale Liceo artistico, bastano a rendere l’idea di cosa possa aver voluto dire frequentare l’Isa di Monza a partire dalla fine degli anni ’60.

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Il libro sui 50 anni dell’Istituto scolastico monzese, la cui introduzione è stata scritta dalla nota storica dell’arte Anty Pansera, presenta diverse sezioni, anche nel tentativo di rappresentare le numerose discipline che hanno accompagnato ed accompagnano la sua offerta didattica. Dall’educazione visiva al laboratorio dei modelli, dal linguaggio logico alla progettazione per il design e l’ambiente. I festeggiamenti, inoltre, non si fermano al prodotto editoriale. Dal prossimo 7 dicembre e fino al 7 gennaio 2018, infatti, la Triennale di Milano dedicherà una mostra all’Isa di Monza. In esposizione ci saranno le opere e i lavori didattici realizzati da 12 artisti, appartenenti alla prima generazione di “maestri” che hanno dato vita alla storia dell’Isa di Monza. Come location della mostra, che poi nel 2018 dovrebbe essere trasferita anche al Serrone della Villa Reale, non poteva essere scelto luogo più idoneo e simbolico. L’Esposizione Triennale internazionale delle arti decorative e industriali moderne e dell’architettura moderna, infatti, prima di essere organizzata nel capoluogo meneghino, dal 1923 al 1933 si è svolta, con cadenza biennale, proprio presso la sede dell’Istituto d’arte monzese e nei vicini spazi della Villa Reale e del Parco.

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Se tanto si può sapere sulla storia dell’attuale Liceo artistico “Nanni Valentini”, il suo futuro comincia solo a definirsi. “La nostra scuola è cambiata tanto nel corso degli anni – spiega il dirigente Soroldoni – abbiamo 1200 studenti, 46 classi al mattino e 3 al serale. Ora vorremmo fare ancora di più e creare un indirizzo post diploma, un Isia destinato al design”. Un’idea che sembra trovare il beneplacito anche delle istituzioni locali. “Abbiamo preso impegni che speriamo di poter mantenere per recuperare e mettere a disposizione dell’istituto nuovi spazi, in particolare quelli dell’ex Borsa” afferma Pierfranco Maffè, Assessore comunale all’Istruzione. La valorizzazione del Liceo artistico potrebbe, quindi, inserirsi in un discorso più generale, che è partito con la riapertura della Villa Reale. “E’ importante mantenere vivo un luogo come l’ex Isa di Monza – sostiene Roberto Invernizzi, presidente della Provincia di Monza e Brianza da meno di un mese – la scuola deve diventare un elemento catalizzatore e propulsivo dello sviluppo del territorio”. Le speranze e la fiducia, insomma, sono tante. Se si pensa che nel 1967, quando l’istituto scolastico monzese è stato inaugurato, gli iscritti erano trenta e il cortile era diviso con le famiglie dei rifugiati istriani, di strada ne è stata fatta tanta. Lo dimostra anche il successo ottenuto da alcuni ex alunni. Tra questi lo stilista Stefano Gabbana, Andy del gruppo musicale Bluvertigo e Angelo Sala, capo scenografo del Teatro alla Scala di Milano.

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