Cultura

Santa Giustina, i rioni affilano le armi per aggiudicarsi l’ambito Palio. Chi vincerà?

Ogni anno centinaia di volontari lavorano sodo, mettendo in campo competenze, risorse materiali ed economiche, tempo e creatività.

Rione Cantone e San Nazaro dall'alto

Mancano due giorni alla gara più attesa dai belluschesi: sabato sera 9 settembre, pioggia permettendo, i carri biblici fiorati usciranno finalmente dai box per sfilare lungo le vie del paese e vincere l’ambito Palio di Santa GiustinaPerché, benché di carri biblici si parli, benché si tratti di una festa per onorare la memoria della Santa, è inutile menare il can – o i car – per l’aia: è pur sempre una gara e in quanto tale fa scendere in campo una buona dose di spirito competitivo.

Basta fare un giro per gli otto rioni per rendersene conto: gruppi di volontari lavorano di buona lena per mettere in piedi il carro che ognuno di loro ha progettato mesi fa. Sì, perché si tratta di progetti veri e propri, pensati, studiati e ideati nei minimi particolari, che richiedono la partecipazione e la condivisione di competenze, risorse economiche, ma soprattutto di tempo e di creatività.

Rione Castello

Si inizia ad aprile quando, scelto il tema (quest’anno è la famiglia) i gruppi di lavoro si riuniscono: c’è chi si fa ispirare da immagini tratte da riviste, chi realizza un bozzetto di ciò che vorrebbe creare, chi addirittura un modellino in scala. Poi c’è la parte simbolica: ogni scelta, da quella dei colori o dei tessuti predominanti, fino all’inclinazione delle strutture o agli angoli delle pareti che compongono la scenografia, viene studiata e ha un preciso significato. Nulla è lasciato al caso, tutto deve essere perfetto per poter sbaragliare la concorrenza. 

Rione Garibaldi giovani e vecchie generazioni

E così, un’idea alla volta, ecco giungere settembre: scendono in campo i proprietari di spazi che concedono ai rioni aree per poter allestire le loro creazioni. E sotto pergolati di cascine o in capannoni di aziende ormai in disuso, i volontari iniziano a costruire, assemblare, dipingere, cucire, saldare.

Ognuno ha il suo compito, ognuno lavora con precisione e passione con l’intento di far vincere il suo rione: si conoscono nuove persone, i giovanissimi lavorano a stretto contatto con anziani che hanno avuto la fortuna di vedere tutte le edizioni del Palio e che hanno mestieri ed esperienze da tramandare. Si elaborano nuove idee, ci si ingegna per creare progetti davvero spettacolari con materiali di ogni tipo, legno, plastica, polistirolo, metallo, plexiglass ecc. Si elaborano complicati giochi di luce o si lavora per sorprendere tutti con carri che girano su se stessi.

E guai a mettere piede nel rione avversario: «L’aiuto si da sempre volentieri – raccontano i volontari – Ma guai se qualcuno viene per spiare… ». 

Rione Dante Camzzago

L’effetto, ogni anno, non manca di stupire: ci sono stati anni in cui sono state realizzare riproduzioni del Vaticano, miniature della Chiesa di Bellusco, edizioni che hanno visto carri con teche piene di pesci veri a simboleggiare la pesca miracolosa. E per i giurati, ogni anno diventa sempre più difficile scegliere il vincitore: basti pensare che durante l’ultima edizione ci sono volute ben quattro ore. Ogni volta, poi, non mancano polemiche e fischi di chi che non approva affatto la scelta della giuria, litigi e campanilismi che testimoniano lo spirito competitivo che animano questa celebre festa.

E ogni anno è sempre la stessa storia: chi perde torna a casa deluso, ripromettendosi che quella appena conclusa è stata per lui l’ultima edizione. Ma basta l’arrivo della bella stagione successiva ed ecco i primi volontari bussare alla porta dell’oratorio: «Don, allora, quale sarà il tema di quest’anno?».

Perché alla fine, ciò che conta è partecipare… sempre nella speranza di vincere. 

Rione San Martino Garibaldi lavori

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