Politica

Lentate, basta profughi. Ferrari: “Sindaci uniti per trattare con il prefetto”

Il sindaco lancia l'idea di un tavolo politico per azioni congiunte tra i sindaci del territorio: a Lentate i profughi sono già 46, e avrebbero dovuto fermarsi a 40.

lentate_striscione_profughi_ferrari_turconi_boffi_del_pero

«Se il prefetto vuole la guerra, la avrà». Una promessa impegnativa, quella fatta da Laura Ferrari appena una settimana fa: ma il sindaco di Lentate sul Seveso sembra intenzionato a mantenere la propria parola, soprattutto in una questione così delicata come quella dell’accoglienza. Mercoledì 2 agosto Ferrari, insieme alla sua giunta, ha dato appuntamento ai cittadini nella frazione di Copreno poco dopo le 20.00, vicino alla prima struttura sul territorio comunale dedicata ad ospitare i richiedenti asilo. «Vogliamo incontrare i lentatesi che si trovano a subire l’ennesima ondata di immigrazione – aveva spiegato il vicesindaco Matteo Turconi -, e allo stesso tempo dare un segnale al prefetto: ci eravamo detti alcune cose che poi non sono state mantenute, e ci ha mandato altri profughi».

«La prefettura non ha rispettato gli impegni – conferma l’assessore ai servizi sociali Marco Boffi -. I profughi sul territorio erano 40 e sono diventati 46, senza motivazioni e senza che nessuno ci avvisasse». Ancora una volta, dunque, il prefetto Giovanna Vilasi viene accusato di non comunicare con i sindaci in maniera adeguata. Se però singolarmente i sindaci possono poco contro la prefettura, forse una coalizione compatta potrebbe riuscire a farsi ascoltare con più forza: «A settembre mi piacerebbe fare un tavolo politico per delle azioni congiunte», anticipa infatti Ferrari. Magari non solo con le forze di destra: dopo le proteste di Lazzate contro l’arrivo dei richiedenti asilo, anche Cogliate, guidata da una giunta di centrosinistra, ha voluto chiedere al prefetto di fare in modo che le amministrazioni siano sempre avvisate per tempo prima dell’invio di richiedenti asilo sul territorio. Ferrari, intanto, ha inviato nella giornata del 2 agosto una lettera alle Asl per chiedere dei controlli nelle strutture lentatesi dedicate all’accoglienza.

Infatti a Lentate non sono aumentate le strutture ricettive, solo il numero di richiedenti asilo: stessi metri quadri, più inquilini. Anche di diversa provenienza. Boffi cita il caso di via Mancini (nella frazione di Birago), dove in un appartamento ricavato all’interno di una vecchia casa di cortile si trovano attualmente a vivere in 13, con un unico bagno e un’unica cucina a disposizione: «Ci abita una famiglia siriana o marocchina con 7 figli fra i 3 e i 18 anni, una coppia nigeriana e una di eritrei – fa il conto Carla Parazzini -. Mia figlia è proprietaria di un appartamento in quel cortile, ma ci hanno sconsigliato di andarci, per motivi di sicurezza. E pensare che era il più bel cortile di Birago: adesso c’è solo degrado, non fanno la raccolta differenziata, ho trovato dei secchi dell’umido con i vermi». Prima, però, era anche peggio: Parazzini ricorda che tra giugno 2016 e lo scorso aprile c’erano dei ragazzi «ingestibili, dormivano tutto il giorno e facevano casino di notte», poi allontanati dalla prefettura. «C’erano problemi di ordine pubblico – chiarisce Boffi -, disturbavano ed erano probabilmente coinvolti in qualche giro di prostituzione. Il prefetto però non ci ha voluto dire dove li mandavano e perché, solo che erano pericolosi. Ma i cittadini hanno il diritto di sapere». «Se qualcuno rispetta le regole può restare – chiarisce Patrizia Del Pero, assessore all’istruzione -. Tanti cittadini di Lentate hanno fatto di tutto per far sentire queste persone accolte e integrate, per esempio spiegandogli come fare la differenziata. La buona volontà c’è, ma l’aiuto viene rifiutato».

In apertura, Del Pero, Boffi, Ferrari e Turconi (foto per gentile concessione della sezione di Lentate della Lega Nord)

MBNews è anche su WhatsApp. Clicca qui per iscriverti al canale e rimanere sempre aggiornato.
commenta