Politica

“Lazzate ai lazzatesi”: le voci dei cittadini contro i migranti

Chi ha paura dei richiedenti asilo? Nel borgo leghista di Lazzate sono in tanti a non volere che venga attivato un progetto di accoglienza.

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Dopo la manifestazione anti migranti di martedì 25 luglio, Lazzate sembra ancora più intenzionata a opporsi all’arrivo dei profughi. Ne è una prova il consiglio comunale, in calendario già da tempo per il 27 luglio, che ha stravolto l’ordine del giorno per discutere della novità della settimana: l’acquisto da parte dell’associazione D&G Research di due appartamenti in via Volta, nel cuore del centro storico, per accogliere un numero ancora non specificato di richiedenti asilo. L’amministrazione guidata da Loredana Pizzi ha promesso di tentare il tutto e per tutto per bloccare la D&G, tra gli applausi dei numerosi cittadini che hanno affollato la sala dell’Arengario dove si stava discutendo la mozione presentata dalla Lega Nord per chiedere al prefetto di sospendere il progetto accoglienza. I lazzatesi si dicono preoccupati, spaventati, indignati: in tanti indossano una maglietta che, verde su bianco, riporta gli slogan che si vedono sugli striscioni appesi nelle vie del centro: “Lazzate ai lazzatesi”, “Non si molla 1 cm”.

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In effetti la notizia dell’arrivo, più o meno imminente (non c’è ancora nulla di certo), di un gruppo di richiedenti asilo deve essere stato uno shock per Lazzate, città borgo con meno di 8.000 abitanti, da 25 anni roccaforte leghista. Esasperata, per di più, dalla mancanza di conferme da parte della prefettura: «Non solo non ci hanno avvisato, ma dopo tre giorni non hanno nemmeno risposto alle nostre domande» ha accusato giovedì 27 l’assessore Andrea Monti. I lazzatesi, da parte loro, pretendono risposte: «Ci fidiamo del sindaco e degli assessori – affermano alcuni, con la maglietta/divisa d’ordinanza, fuori dalla sala dell’Arengario -. Non siamo tutti leghisti, ma in questo siamo uniti al di sopra degli ideali politici. Non li vogliamo qui, vogliamo proteggere i nostri figli e la nostra città. Non sopportiamo i buonisti: che se li prendano a casa loro. Siamo pronti a dare battaglia, sempre nei limiti della legalità, perché teniamo al rispetto delle regole». Alla fine, per la maggior parte di loro il problema vero è la sicurezza: «Avrei paura a lasciar uscire di sera mia moglie e i miei due bambini», ammette uno di loro. «Lazzate è davvero un gioiello – sospira una signora – ma ancora per poco». In effetti il centro di Lazzate sembra in effetti uscito da una cartolina d’altri tempi, curato, suggestivo e animato come tante città della provincia non lo sono più: e c’è chi teme che la D&G Research possa rovinare il “miracolo di Lazzate”, la riqualificazione completa del borgo avvenuta nei primi anni 2000. Inutili le proteste della minoranza di centrosinistra: quando in consiglio comunale la consigliera Serena Pavanello (lista civica Lazzate in comune) ha provato a ipotizzare che i due appartamenti acquisiti dall’associazione servissero a ospitare due famiglie, è stata subito zittita dalle critiche di chi era venuto ad assistere alla seduta: «E se fossero invece 20 adulti? Bisogna smetterla di vivere nel mondo delle favole».

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Critiche alla posizione dell’amministrazione lazzatese sono arrivate piuttosto da Orizzone comune, lista civica della vicina Ceriano Laghetto: «La famosa dinastia leghista di Lazzate sta aizzando l’intero paese alla “guerra” e alle “barricate” contro un possibile ma non ancora certo provvedimento del Prefetto – hanno scritto su Facebook -. Ma si sono chiesti questi leghisti chi sono questi pochi profughi? Da cosa scappano? Quanti bambini potrebbero trovare un tetto, visto che il loro è stato magari distrutto dalle bombe? Non esiste la razza lazzatese, nemmeno quella padana. Di razza, esiste solo quella umana».

Aggiornamento 29 luglio 2017: Nella mattinata di sabato, il vice prefetto Corrado Conforto Galli ha chiamato il sindaco Pizzi, confermando che la D&G ha attivato la richiesta di poter ospitare dei migranti nei due appartamenti di via Volta, i cui locali dovranno essere sottoposti a verifiche per certificarne l’idoneità. Continua a essere sconosciuto sia il numero dei richiedenti asilo, sia la data precisa del loro arrivo. L’amministrazione lazzatese ha deciso di rispondere duramente alla prefettura con una lettera inviata poco dopo mezzogiorno.

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